di Antonella Amodio
Leggendo il menù della Locanda Mariacarolì a Sant’Anastasia si nota piacevolmente la ristretta – e positiva – offerta di piatti, che consiste in quattro antipasti, quattro primi, tre secondi e tre dessert, che contenengono ingredienti di mare, di terra (compreso l’orto). Una carta semplice ma per nulla scontata, che racconta – attraverso i piatti – l’immenso patrimonio di biodiversità del Vesuvio: i pomodorini del piennolo, le albicocche “crisommola” e “pellechiella” e le ciliegie del Monte (quando è periodo), giusto per citare qualche esempio, che alla Locanda Mariacarolì sono combinati con elementi di terre più lontane, restituendo eco di incontri e intrecci di sapori.
Salvatore Piccolo, chef e gestore – con la fidanzata e sommelier Alessia Buciunì – di questa deliziosa locanda dall’aria vintage, ha le idee ben chiare sulla sua proposta gastronomica, nella quale tipicità fa rima con modernità.
I quaranta coperti sono distribuiti in una unica sala accogliente come il salotto di casa, su tavoli ben distanziati e apparecchiati con semplicità e cura. Un piccolo dehors esterno consente di mangiare anche all’aria aperta.
La cucina a vista, oltre a dare un senso di trasparenza e affidabilità, ricrea una piacevole atmosfera di convivialità. Il benvenuto di Lampuga, guacamole e fichi cilentani è un piacevole biglietto da visita.
Tra gli antipasti il Mariacarolì ( che cambia secondo la disponibilità degli ingredienti e della stagione ) è composto da 4 portate di piatti di mare: Tartare di tonno rosso pinna gialla servito con olio siciliano. Seppia di scoglio scottata e spuma di bufala. Baccalà in tempura su riduzione all’arancia. Gambero rosso di Mazara affumicato all’istante, burrata e olio nocciola.
Di ottima qualità il piatto di crudi di mare.
Tra i primi, la portata di Ziti Vicedomini spezzati a mano alla genovese è eseguita in modo tradizionale. Risalta la perfetta cottura della pasta e del “ragù bianco” preparato con l’inconfondibile cipolla ramata di Montoro. Anche solo questo piatto vale la sosta.
Suggerisco per di più l’assaggio dell’Uovo di gallina livornese ‘mpriatorio. Un piatto che fa parte della cucina povera e antica, che Salvatore Piccolo ripropone in costume moderno.
Immancabile nel menù la Pastiera secondo Locanda Mariacarolì, servita in questo caso scomposta negli elementi che la caratterizzano.
Carta dei vini che conta la presenza di cantine campane e nazionali. Lista di distillati e digestivi. Servizio cortese e celere.
Le parole ristorante, osteria, trattoria e locanda nel tempo sono state svuotate del significato originario e oggi indicano il ristorante in generale. La differenza però rimane sostanziale. Dovrebbero esprimere proposte di “ristorazione” diverse tra loro, dove le ultime tre applicano prezzi moderati, loro punto di forza, che però non va a discapito della qualità e della quantità dell’offerta stessa, basandosi piuttosto su un ambiente e un servizio più semplici, nonché su una cucina più tipica e popolare.
Alla Locanda Mariacarolì manca l’alloggio (tipico delle locande originarie) ma in compenso è offerta una diversità di piatti stagionali di qualità, che va al di là della presentazione dei piatti stessi. In ultimo, il conto risulta adeguato alla proposta.
Costo medio di tre portate, più il benvenuto abbinato ad una flute di bollicine, euro 45,00
Locanda Mariacarolì
Via Giuseppe Garibaldi 23
80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel 081 8971987
Aperto a pranzo e cena
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