di Marco Milano
Tre stelle che formano una piccola V nel cielo, nei pressi del carro dell’Orsa Maggiore, prendono il nome di “Chioma di Berenice”. Una costellazione che ricorda una tenera storia d’amore, tramandata dalla mitologia e da Berenice Evergete, regina cirenaica di grande bellezza. Ed è un fil rouge di amore e bellezza, di unicità e straordinarietà, a condurre “Il cuore e la crema di Nonna Berenice”, il gelato per antonomasia, dal 1946, a Picinisco, terra di un migliaio di abitanti nel Frusinate, “Città del Formaggio” e location di “Pastorizia in Festival”. Una località definita da D.H. Lawrence “incredibilmente primitiva” durante il suo soggiorno con annessa scrittura del romanzo “La ragazza perduta”. In questo borgo laziale, come un viaggio nel tempo ma senza tempo, con il cuore, c’è ancora la possibilità, nel 2024, di vivere una “storia di crema antica”.
A riportarla in vita è stato il duo Rachele e Rebecca, dove la prima è Rachele Brancatisano in onda su Radio Uno con “Un giorno da pecora” e le sue straordinarie “interviste cantate” e presidente del Festival delle Storie, “l’unico Festival itinerante in Valle di Comino, la Valle delle Storie”.
Una gelateria monogusto, una scelta coraggiosamente d’amore, nella piazza di Picinisco, dove, dopo circa trent’anni, hanno riaperto una storica gelateria artigianale, quella della signora Berenice, appunto, che allora era lungo la salita che porta al parco del Montano e oggi è al centro della piazza, davanti ad un albero a forma di ombrello, ma che oggi come allora propone un solo gusto, il gelato alla crema, fatto a mano secondo l’antica ricetta. “Il cuore e la crema di Nonna Berenice” fa rivivere un ricordo, “riporta la mente – come raccontato nelle stories – ad un passato ormai non più tanto recente quando i ragazzini rimanevano incantati a guardare la signora Berenice preparare il gelato mescolandolo con il suo cucchiaione di legno, color crema come il gelato”.
La crema di Berenice è fatta con latte crudo di razza bruna come da ricetta della nonna. E la magia del gusto genuino e autentico, si aggiunge a quella di strabiliare per la scelta, nell’epoca delle maxi-gelaterie a sessanta gusti, centinaia di combinazioni, perline colorate e topping a guarnire, di voler, invece, orgogliosamente riaprire una gelateria, esattamente come quella di un tempo, con un solo gusto, custodito preziosamente, come un gioiello, nelle carapine. Un romantico, piacevole, necessario ritorno alla tradizione, al passato, alla sensazione dell’autenticità, del contatto con la natura.
La location, poi, Picinisco è legata a doppio filo a questo discorso. E’ terra di pastorizia, si trova praticamente all’ingresso del Parco Nazionale del Lazio Abruzzo e Molise, spesso si incontrano greggi di pecore e capre, e i suoi sentieri sono autenticamente naturali, ancora nascosti e incontaminati.
La Valle di Comino è fatta ancora di contadini, pastori e coltivatori che consentono di mettere a tavola prodotti assolutamente sublimi, eccellenze casearie, in particolare, a chilometro, anzi a metro, realmente zero.
“Ingredienti” che consentono di mantenere anche una tradizione culinaria che merita ben più di una visita, di un assaggio, di una degustazione. E deliziarsi con la “crema di Nonna Berenice” è la più azzeccata delle ciliegine sulla torta, e anzi a proposito, tra le versioni proposte la scorsa estate da “Il cuore e la crema di Nonna Berenice” c’era anche la crema guarnita con amarena, rigorosamente, l’originale, la “Fabbri”.
La Crema di Berenice – Il gelato di Picinisco dal 1946
“Il cuore e la crema di Nonna Berenice”
Piazza Astronono Ernesto Capocci, 11
Picinisco (Frosinone)
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