La corte degli Dei
Via Armando Diaz 26 – Agerola
Aperto tutte le sere per cena dalle 19 alle 23.
Sabato e domenica anche a pranzo dalle 12 alle 15.
Per prenotazioni 324 843 7579
di Francesca Pace
È molto difficile descrivere un posto che è un “non posto”. In realtà più che un non posto è un insieme di tante realtà messe assieme in maniera meravigliosa. È un’esperienza da fare, è un regalo da farsi.
Non capita tutti i giorni di poter visitare e poi pranzare o cenare in una dimora storica che risale al 700 a pochi passi da quel famosissimo percorso che si chiama il Sentiero degli Dei in quel di Agerola. E un po’ di divinità, credetemi arriva anche qui.
A Palazzo Acampora molto probabilmente vivono gli Dei dell’accoglienza, delle buone maniere e dal saper fare.
Il patron Giovanni Paone assieme alla sua equipe gestisce questo posto che merita assolutamente il viaggio.
Apre con gratitudine le porte di quella che fu la casa dei suoi avi, dove ogni angolo profuma di storia. Affreschi, suppellettili, camini, quadri sono pagine di un libro che affonda le sue radici un un tempo passato, ma che ancora è vivo.
Storie di briganti, di casate, di clero si fondono e si racontano tramite gli oggetti di questa casa che viene curata e preservata in ogni suo dettaglio.
La nota di merito è che visitandola e pasteggiando nel ristorante all’interno del casolare, non si ha mai la sensazione di essere ospiti. Si è proprio a casa.
Una casa le cui pareti interne sono completamente ricoperte di edera e gelsomino. Uno spettacolo per gli occhi.
A guidare la brigata de La Corte degli Dei è lo chef Giuseppe Romano che in modo sapiente utilizza i prodotti del territorio esaltandoli in modo egregio.
L’attuale bravura di Giuseppe è frutto dello studio fatto con Vincenzo Guarino (chef del Castello di Spaltenna, Hotel 5 stelle situato nella valle del Chianti).
Non chiamate però i suoi piatti gourmet.
Il cliente a cui sono dedicati non deve sentirsi mai fuori posto. Sono concretamente estrosi o estrosamente concreti.
Insieme al maitre Luigi Capriglione, allo chef de rang Antonio Iovine, alla vulcanica Petronilla e al sommelier Antonio Iovine, studiano e sviluppano i migliori abbinamenti tra cibo e vino in modo da soddisfare ogni esigenza del palato. Il ristorante vanta anche un’ottima carta dei vini che spazia tra quelli italiani e gli internazionali passando per le bollicine in modo che le ore passate in loco lascino il segno.
Qui si può scegliere tra menù di carne o pesce, attraverso menù dedicati o semplicemente ordinando ciò che si vuole.
Imperdibile è l’aperitivo servito nell’antica bottaia dove tutto è rimasto com’era tanti anni fa. Emozionate e intimo. Una vera chicca.
Molto apprezzata anche la degustazioni di oli, da studiare e assaporare accompagnati dal pane fatto in loco.
Un vero inno all’estate è la capasanta scottata, tartufo nero, gazpacho di Pomodoro e anguria, crumble salato, i sapori autentici e distinti risuonano di freschezza e arguzia. Un piatto bello da vedere, ottimo da assaporare anche con le temperature più calde.
Il polpo arrosto con spuma di patata affumicata, cialda di patata viola e polvere di capperi è un quadro che spiace un po’ disfare. La cottura del polpo è perfetta, tenace al punto giusto, crea un ottimo contrasto con la morbidezza delle patate.
Si fa un tuffo in acque blu grazie al risotto della Costa con gambero rosso, scampo, cozze, vongole veraci e calamari. La sapidità delicata, il gioco da crudo e cotto è vincente. Splendido anche il piatto in cui viene servito che ricorda una conca marina o una piscina naturale.
Il rombo chiodato con variazione di zucchine si lascia mangiare tutto, il trancio è morbido, umido saporito e l’accostamento con le zucchine risulta indovinato.
Imperdibile il dolce, il gelato al mandarino, crumble agli agrumi, cremoso all’arancia, gelatina di arance e macaron al lemoncurd è un finale psichedelico, divertente e stuzzicante che lascia il palato fresco e appagato.
Se volete farvi un giro nell’Olimpo del gusto, della raffinatezza e dell’accoglienza la Corte degli Dei e Palazzo Acampora sono il posto giusto.
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