di Paolo Mazzola
Il giglietto di Palestrina è un biscotto secco, dolce antico, tipico dei monti Prenestini, presidio Slow Food dal 2014 con una storia importante che risale al XVII secolo.
I Barberini, principi di Palestrina dal 1630, si spostarono in Francia nel 1644 , con tutti i servitori , cuochi inclusi , ospiti del re Luigi XIV il re sole, a causa dell’ostilità del nuovo papa Innocenzo X succeduto ad Urbano VIII, un Barberini . Con i buoni uffici dei cardinali Antonio e Mazzarino lo strappo con la chiesa si ricucì e la famiglia rientrò in Italia. I cuochi ritornati in Italia vollero rendere omaggio al re di Francia per l’ospitalità e l’accoglienza ricevuta , creando un dolce a forma di giglio, stemma araldico della casa dei Borbone di Francia.
Il dolce non è lievitato, ed è fatto di zucchero, uova, farina e scorza di limone grattugiata. La lavorazione è interamente manuale, inizialmente si sbattono lo zucchero e le uova, fase estremamente importante perché contribuirà alla sofficità del dolce, dopo viene aggiunta la farina e l’impasto viene mescolato fino a pasta omogenea , si suddivide il prodotto in tre striscioline, che vengono ricongiunte a formare manualmente il giglietto, infine si cuoce per una ventina di minuti in forno statico.
Il presidio Slow Food, nasce nel 2014, dopo il lavoro svolto dal GAL Castelli Romani-Monti Prenestini, da Slow Food Lazio e in particolare dalle condotte di Tivoli/Valle dell’Aniene e di Frascati Terre Tuscolane e prevede l’utilizzo di materie prime selezionate, come i grani tradizionali per la farina dell’impasto. Si può stimare una produzione di 6/7 quintali annui per il prodotto di presidio e di 40/50 quintali annui per il giglietto non presidio; l’auspicio è che tutta la produzione diventi presidio nel giro di pochi anni. Nel 2019 è stata cambiata la denominazione del presidio aggiungendo al comune di Palestrina il piccolo comune di Castel San Pietro Romano.
Nei Monti Prenestini è tradizione casalinga produrre questo dolce che viene utilizzato per le festività, per i matrimoni e per le feste tradizionali e patronali, le gigliettare sono le donne che conservano questa capacità manuale e questa cultura. Le monache del convento delle Clarisse sono coloro che hanno custodito e tramandato la ricetta, come è avvenuto anche per altri dolci del Lazio, come ad esempio le uova stregate che oggi sono riprodotte in Ciociaria.
2 sono i forni dove si produce il giglietto presidio Slow Food, forno di Erminia e Laura Fiasco a Castel San Pietro Romano e forno Dolci Prenestini di Antonella e Monica Salomone a Palestrina.
Nel settembre del 2019, attorno a questo prodotto è nata la Comunità, a difendere una cultura di un prodotto identitario dei Monti Prenestini e a farne occasione di sviluppo, di educazione e formazione alla biodiversità. Importanti sono le opportunità legate al turismo per conoscere queste affascinanti località dei Monti Prenestini, Palestrina è una cittadina ricca di antiche vestigia, il tempio della Fortuna Primigenia in primis e Castel San Pietro Romano è uno dei “borghi più belli d’Italia”. Aderiscono alla comunità, oltre ai 2 produttori Erminia e Laura Fiasco e Antonella e Monica Salomone, amministratori locali come Mascia Stecca e Maria Rosicarelli di Castel San Pietro Romano e di Palestrina Andrea Rossi e Simone Coccia, anche ristoratore di “Baficchio”,
la presidente del comitato del Giglietto Anna Margherita Valenzi, organizzatore della manifestazione di agosto dedicata al giglietto per la festa della Madonna della Porta, Giustino Coccia dell’hotel Stella e Lucia Dantimi della trattoria “il Giardino” e attivisti e animatori di Slow Food come Gabriella Cinelli che è cuoca dell’Alleanza di Tivoli e Valle dell’Aniene e Massimo Grossi , referente dei Mercati della Terra di Frascati e Terre Tuscolane
Questa comunità ben rappresenta lo spirito di Slow Food, nasce da un prodotto, che è parte della cultura identitaria dei 2 borghi , ne fa occasione di sviluppo ed è sostenuta dai ristoratori e dai cuochi dell’alleanza che possono rappresentarlo e comunicarlo alle persone, da Slow Food con la sua attività di identificazione della peculiarità e comunicazione ed amministratori locali che lo supportano.
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