di Chiara Giorleo
“È il momento dell’orto e quindi delle erbe, però oggi ci si concentra sul sapore”, effettivamente originale che le singole varietà offrono, aggiungo: aglio, senape, ostrica; quindi scelte una per una e non solo più a decorazione. “Ma è solo la moda del momento, terminerà, e l’erba nel piatto dei migliori chef tornerà ad avere il ruolo che meglio gli si addice: fornire quella mineralità che non è replicabile in altro modo”, mi raccontano.
Sono i ragazzi de La Clarice Orto Sinergico che si reinventano puntando la loro professionalità su foraging (raccolta erbe spontanee) e, limitatamente alle erbe più facilmente riproducibili, alla coltivazione di erbe di tutte le specie. Un lavoro culturale di recupero ancor più che naturale, “selvaggio” potremmo dire, e questo non attraverso l’etichetta ma attraverso l’esperienza diretta di raccolta e condimento di erbe spontanee. Si chiama “Componimento”, infatti, il tour aperto anche ai curiosi che prevede la raccolta di erbe spontanee nel bosco insieme a fiori e ortaggi da assemblare in una “insalata” speciale da condire con uno dei migliori oli in circolazione in Umbria, quello del Frantoio Decimi, presso cui si conclude il tour.
Le raccolte, e quindi l’insalata, varieranno a seconda delle stagioni e, a seconda della composizione, sarà selezionato l’olio più adatto. Ma tra una spiegazione e l’altra, sotto la guida esperta di Diego e Davide Narcisi nel bosco, è prevista anche una tappa intermedia presso La locanda Nonna Tina a Pala, dove non c’è nulla che non sia prodotto e lavorato sul posto.
Un’insalata, seppur riduttiva come definizione, consapevole e in chiave contemporanea, in tempi in cui dettaglio, sostenibilità, eccellenza e territorio sono le parole chiave.
Una comunicazione di territorio a tutti gli effetti, che vede al centro la scoperta e l’approfondimento di deliziose erbe, fiori e spezie che La Clarice fornisce a numerosi ristoranti dell’Italia centrale con una richiesta crescente da gestire con molta cautela.
L’intuizione nasce nel 2021 ereditando un terreno dal nonno che ha consentito di mettere in atto anche studi di agraria per produrre erbe di diversa provenienza per mezzo di etica permacultura e foraging. Oggi le collaborazioni spaziano da quelle con chef umbri, Lorenzo Cantoni (Il Frantoio), Lagrimino (L’Acciuga), Trippini, Sakai (Vespasia), Gigli (Une), Ramacci (L’Officina dei Sapori), così come Sergev (l’Arcade) nelle Marche.
Da tenere d’occhio.
Dai un'occhiata anche a:
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 005 le polpette di Fantozzi e il gioco da tavola
- I miei migliori morsi del 2024 ordine di apparizione: 020 la Fornarina e la parabola di Don Mario
- Come è nata davvero la birra di Natale?
- Il limoncello di Petrone in affinamento nei fondali di Castel dell’Ovo
- Salvare la noce di Sorrento. L’impegno di Slow Food Penisola Sorrentina e Capri
- A Capri torna lo chef amato dai presidenti, Sun Zhaoguo
- “Anima Aurea”, l’oro fa bene al vino
- La cucina italiana in Mongolia con lo Chef Pasquale Rinaldo