“La Cena Straordinaria” a Catanzaro. 1000 commensali per la solidarietà

Pubblicato in: Eventi da raccontare
La cena straordinaria. Gli chef stellati calabresi

di Giovanna Pizzi

Ho visto cose straordinarie, ho respirato un clima straordinario ed ho apprezzato unioni straordinarie, tutto in una notte. La notte della “Cena Straordinaria” a Catanzaro. Un evento unico, un tavolo unico, una cena unica per 1000 commensali. Dove la cosa più straordinaria è stata una conferma: la mia Calabria che galoppa, cresce in maniera esponenziale, vive nuovi entusiasmi e alimenta speranze. La speranza di poter rimanere e la speranza che regala il calcio ad un pallone. In questo caso il pallone è quello dell’associazione “Città del Vento”, struttura organizzatrice dell’evento il cui ricavato, escluse le spese, sarà devoluto a “Gli Insuperabili”, associazione sportiva dilettantistica che favorisce il calcio come strumento di socializzazione e integrazione per persone con disabilità.

Un po’ di numeri, oltre ai mille posti andati subito sold out: 400 i metri di lunghezza della tavolata, allestita lungo il corso principale della città, 200 gli operatori coinvolti: 80 camerieri, 20 sommelier, 10 maitre, 10 cuochi di brigata per ogni chef e 6 chef.

E anche qui una conferma, oltre che un caso unico in Italia. Si potrebbero ribattezzare “i fantastici 6”, gli stellati calabresi, giovani, uniti e pionieri di questa terra tutta nuova (ma ormai definita): Caterina Ceraudo, Luca Abbruzzino, Antonio Biafora, Luigi Lepore, Nino Rossi e Riccardo Sculli. E ancora a proposito di numeri, 4 portate:
-Gambero rosso, finocchietto marino, limone candito, ponzu calabrese ed emulsione di cozze;

-Riso, arancia, nduja, curcuma e triglia;

-Baccalà, curry verde e finocchietto selvatico, cetriolo marinato e menta;

-Croccante alla liquirizia con bisquit alle mandorle, cremoso amatika, gelatina al bergamotto, bavarese al mandorlato e gelatina al gelsomino, realizzato dal pasticcere Rocco Scutellà.

E infine i “numeri 1”. Tra i partner coinvolti e le tante aziende partecipi, tutte di pregio, voglio citarne 2, assoluti protagonisti di questa serata: lo chef Antonio Abbruzzino e l’azienda Librandi.

Due “padri” della Calabria enogastronomica. Due fari, due esempi per tutti.

Lo chef Antonio che ha sapientemente guidato e supportato “i big six” e che, spesso, in queste occasioni è il primo a mettersi in gioco, a prestare la sua opera e a gestire il dietro le quinte. Patron del ristorante Abbruzzino e di un’eccezionale impresa familiare, che voglio citare perché una delle sue attività, Brezza Fish and Cill, è il primo fish bar d’Italia inserito, nei giorni scorsi, nell’ultima Michelin.
E poi, lasciatemi il gran finale, la Librandi. Cantina che con i suoi vini ha accompagnato e sublimato i piatti e la cena. Le bollicine, Almaneti e Rosaneti, metodo classico tutto cirotano, rispettivamente da uve chardonnay e gaglioppo e due capolavori assoluti, il Megonio, già Magno Megonio, il primo magliocco in purezza calabrese, nella sua annata 2022, e l’Efeso, altro sigillo e precursore di grandi produzioni, mantonico cento per cento. Librandi, azienda “cellula primordiale” della viticoltura calabrese che, nelle persone di Raffaele e Paolo Librandi, ho avuto il grande piacere di “rivivere” ad un anno, ormai, dalla scomparsa del professore Nicodemo che, sempre, non posso fare a meno di ricordare.
Ma la cosa veramente straordinaria di questa serata è stata un’altra. È stato un fuori programma. Il terrore di tutti gli organizzatori di eventi: la pioggia. Temuta, inaspettata e puntuale, appena servito l’antipasto (dopo aver anche affrontato il vento)… che però non ha scoraggiato i presenti. Né gli chef, né il servizio, né l’organizzazione né, soprattutto, i commensali. Quello alla quale abbiamo assistito, la notte del 13 settembre 2024 a Catanzaro, è stato un atto di eroismo, quello che solo il cuore e la solidarietà può determinare.


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