La Cantina di Triunfo, la cucina della gioia festeggia trent’anni e voi non ve la potete perdere

La Cantina di Triunfo
La Cantina di Triunfo a Napoli
Riviera di Chiaia, 64
La storia è antica, quella della famiglia Triunfo da sempre impegnati alla Torretta prima con una salumeria, poi con la mescita. Trent’anni fa Carmine avviò anche un po’ di cucina e subito il locale divenne un luogo cult per Slow Food e tutti gli appassionati.
La storia recente ha riservato dure prove a questa attività: prima la scomparsa a soli 48 anni di Carmine, poi il crollo del palazzo provocato dai lavori della metropolitana e l’asfissia commerciale della zona.

Ma il vitalismo di Napoli non si piega di fronte a nulla. La riapertura con il figlio Antonio e il socio Gaetano Russo con una formula h 24. Infine negli ultimi mesi la voglia di fare un salto di qualità in sala e cucina. Gli ambienti sono stati ridisegnati senza tradire lo spirito accogliente degli antichi locali, la cucina messa a vista e alleggerita dalla mano di Gabriella Barbati, dotata di buona tecnica appresa, tra l’altro, anche con lunghi stage.

Ho sempre pensato che la formula assente a Napoli fosse quella di Casa del Nonno 13 o dell’Oasis di Vallesaccarda. Ossia un cucina semplice ma pulita e leggermente alleggerita, capace di esprimere in modo moderno la tradizione e l’incredibile forza dei prodotti campani. Dalla mozzarella al pomodoro, dalla pasta agli ortaggi. Un posto capace anche di richiamare la gente durante una pausa pranzo con un piatto ben eseguito, o trascorrere in modo tranquillo qualche ora con qualche salume, formaggi e mozzarella bevendo vino.

Ed è proprio questa l’impostazione data alla soglia dei 30 anni di attività. Dagli spaghetti alle vongole alle linguine con nocciola e colatura, ma anche genovese nei periodi meno caldi, pollo alla cacciatora, agnello, insalata di calamari, frittate di zucchine. Insomma, non basta una vita per pescare dal repertorio napoletano inserendo un poco di fantasia.

La semplicità è la grande parola d’ordine di questo locale storico. Per questo molti clienti abituali vengono qui per un pranzo veloce, mentre la sera si tira tardi tra una chiacchiera e l’altra. Un altro aspetto molto positivo è che qui non trilla il telefono, ma i wifi dipendenti hanno la loro dose abbondante di visualizzazioni senza problemi.

La cucina è, dicevamo, tarata sulla esaltazione del prodotto: reperito al mercato, in pescheria o da storici fornitori della famiglia. Si segue il principio della stagionalità.

___________
CONCLUSIONI
___________
Se la Cantina di Triunfo diventerà una biblioteca consapevole del patrimonio gastronomico cittadino, ossia il posto dove si mangiano i migliori piatti eseguiti come da nessuna parte con innesti ragionati. E se la sala sarà curata come la cucina, la cantina ancora più completa di campani e francesi, noi pensiamo che nessun traguardo e nessuna soddisfazione sarà preclusa a questo locale visti i tanti riconoscimenti che spesso si danno alla noia e agli sbadigli. Qui trovate la cucina della gioia e non salirete mai sopra i 40 euro.

Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version