La Cantina di Spello, cucina umbra low cost

SPELLO INSEGNA

La Cantina di Spello
Via Cavour, 2
Tel. +39 0742 651775
Cell. +39 339 1619624
Aperto solo la sera (anche a pranzo in estate)
www.lacantinadispello.com
Conto sui 35 euro

di Virginia Di Falco

Spello, in provincia di Perugia, è senza dubbio uno dei centri più belli dell’Umbria. L’Umbria più curata ma anche più autentica, nonostante il turismo mordi e fuggi sia sempre in agguato. Si prediligono ancora i tempi lenti, la cura certosina dei fiori in vaso davanti alle case, il piacere di una tavola dai sapori robusti ma ingentilita fortemente da un olio extravergine di oliva tra i più rinomati d’Italia.

Nata come cooperativa di amici con l’idea di diffondere i prodotti tipici del territorio, la Cantina di Spello è diventata ormai da diversi anni un punto di riferimento della ristorazione umbra.
Un locale molto ben fatto, dall’atmosfera suggestiva, con bottiglie e oggetti della cultura contadina a completare un arredamento tutto basato su legno e pietra. All’ingresso, la bottega dove è possibile acquistare una bella selezione di prodotti locali, dal vino alle ceramiche.

Il menu è ampio ma di facile lettura: piatti riconoscibili, ricette antiche, prodotti regionali. E anche i vini proposti, circa una cinquantina di etichette, coprono i vitigni più conosciuti, a prezzi che invitano alla degustazione. Sulla carta, insomma, c’è davvero tutto quel che ci si aspetta da un avanposto della cultura umbra. Forse proprio per questo, però, le sbavature nel servizio e nei piatti lasciano alla fine un po’ di amaro in bocca.
In un posto che a partire dal nome – e giustamente – si richiama all’importanza del vino a tavola, non si può assolutamente prendere la comanda chiedendo «bianco o rosso?» contestualmente a se l’acqua la si preferisce naturale o gassata, e prima di aver ordinato!
Nel complesso la sala gira, ma il servizio è distratto e lento nel ritirare i piatti vuoti. Anche un po’ più di attenzione nel descrivere piatti e prodotti tipici e dare spiegazioni ai turisti curiosi (soprattutto se stranieri) non guasterebbe.

E veniamo alla cucina. Tra gli antipasti, oltre al misto della Cantina, ricco e vario, che permette una carrellata delle diverse pietanze in carta, una zuppetta di baccalà con cipolla di Cannara, dove l’eccessiva sapidità, purtroppo, non consente di assaporare una tra le varietà di cipolle più buone d’Italia. Robusti come ci si aspetta gli ottimi fagioli con prosciutto e cotica, mentre nello sformatino di porcini la sovrabbondante fonduta di formaggio finisce per coprire completamente tutti gli altri sapori, persino quello dei funghi.

 

Tra i primi piatti, gradevole uno dei must della casa: gnocchi di patate al tartufo, dalla giusta consistenza e ben conditi.
Tenera e saporita la carne di cinghiale, servita in una sorta di gulash.

A chiusura, un crème caramel che sostituisce la panna cotta, perché non disponibile. Peccato, avremmo voluto provarla su consiglio degli amici delle Osterie Slow Food, che la segnalano come loro specialità. Sarà per la prossima volta, sperando di aver solo beccato una giornata sfortunata.

 

 


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