Cantina di Solopaca, il progetto Identitas presentato a Palazzo Petrucci

Pubblicato in: I vini da non perdere
Vincenzo Mercurio, Carmine Coletta e Luciano Pignataro -Progetto Identitas Cantina di Solopaca

di Antonella Amodio

Nasce nel 1966 la Cantina di Solopaca, con soli 25 soci – racconta Carmine Coletta, Presidente della cantina – per arrivare al 1973 al riconoscimento della DOC, la prima della provincia di Benevento. Oggi con i 1100 ettari di superficie vitata e con 600 conferitori che coprono il territorio di 16 comuni ubicati nella zona del parco del Taburno- Camposauro e nella valle Telesina, è una realtà importante e di valore per la produzione del vino campano, reso ancora più rilevante con la collaborazione dell’ enologo Vincenzo Mercurio che da due anni firma i vini della Cantina di Solopaca.

Ed è proprio da questa sinergia che nasce il Progetto Identitas, che riguarda la zonazione del territorio della Cantina di Solopaca per lo studio e la valorizzazione della viticoltura locale diretto e coordinato da Vincenzo Mercurio con la collaborazione dell’enologo aziendale Raffaele Di Marco. Un progetto che vede la macro- zonazione dei 1100 ettari di vigneti dei soci per analizzare i singoli appezzamenti, evidenziando le variabili genetiche e ambientali che presiedono la qualità dell’uva nei vigneti e che emergono in bottiglia attraverso la vinificazione separata delle uve di alcuni di essi. Tutto ciò serve per studiare le potenzialità espressive, la longevità del vino e le caratteristiche peculiari delle uve, attraverso l’utilizzo di ceppi di “lieviti territoriali”, come ha più volte sottolineato Vincenzo Mercurio durante la presentazione avvenuta in anteprima dei soli vini bianchi a Palazzo Petrucci, moderata da Luciano Pignataro. La microvinificazione consente di realizzare vini con caratteristiche di territorialità molto forti, con una identità precisa e riconoscibile. Ed è quello che emerso alla degustazione delle tre etichette targate “ Identitas”, più una della linea dei Viticoltori San Martino, un progetto speciale che vede la Cantina di Solopaca realizzare vini sotto il disciplinare Taburno DOCG ( Riserva per l’aglianico ) e Falanghina sottozona Taburno, tutto in biologico.

IDENTITAS

Falanghina del Sannio Dop 2021

Ottenuta da una selezione di uve nell’ambito del progetto di mappatura in cui sono state selezionate vigne in base alla matrice geo-pedologica che va da una componente tufacea di origine vulcanica nel comune di Castelvenere (Località Bosco Caldaia), passando poi a suoli caratteristici del comune di Solopaca. Il colore giallo paglierino/verdolino è ottenuto grazie alla macerazione pellicolare. Ampio spettro aromatico di note di agrumi, finocchietto, albicocca e ananas. Al sorso è fresca e verticale, con una chiusura elegante e lunga che regala una nuance affumicata.

 

ORIA

Fiano Sannio Dop 2021

Selezione di uve raccolte a mano che arrivano prevalentemente da terreni collinari, dove appunto c’è una leggera e piacevole brezza (òria) al mattino. Giallo paglierino intenso, brillante. Profumi netti di frutta bianca, come la pera e la pesca. In seconda battuta emergono la mandorla e la liquirizia. Bocca serrata, calda e articolata, con ottima persistenza e lunga chiusura.

 

FOJA

Greco Sannio Dop 2021

Da uve provenienti dai comuni di Solopaca, Guardia Sanframondi, Vitulano, Castelvenere, Telese Terme, Melizzano, Casalduni, San Lorenzo Maggiore, San Nazzaro, Amorosi, Ponte e Benevento. Dopo una decantazione statica di 24h la parte chiara del mosto viene travasata e inoculata con ceppi di lievito dell’aroma varietale del greco. Giallo paglia con riflessi dorati. Note di ginestre, mimosa, pesca gialla, nocciola e torba. Sorso pieno, con acidità evidente e sapidità in primo piano. Chiude con una piacevole nuance di miele.

 

ARMUNIA

Falanghina del Sannio DOP BIO Taburno 2020

Ottenuto da uve falanghina coltivate con metodo di conduzione biologico su terreni argillosi di medio impasto ad una altitudine di 320 m slm nel comune di Torrecuso. Giallo paglierino luminoso. Al naso si colgono i profumi di erbe mediche, mela annurca e ananas. All’assaggio emergono sapidità, freschezza e armonia generale del vino. Chiude lungo su una personale nota di malva.


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