Il precedente articolo sulla storia di Madame Leroy
Uscita dalla DRC, Madame Lalou si mise all’opera per acquistare un insieme di prestigiosi Terroir che rispecchiassero il più possibile la vera anima dei diversi comuni e dei diversi cru della Cote D’Or.
Il suo sogno non troppo nascosto? Rivaleggiare a pari livello con la produzione DRC.
E in particolare, riuscire a produrre un vino migliore di quello proveniente da La Tache.
Un Terroir d’elezione che glielo poteva consentire lo identificò con certezza: Richebourg!
Degustatrice impareggiabile, la più esigente e la più sapiente di Borgogna, realizzò il suo sogno. Assaggiare oggi un Richebourg Leroy è esperienza mistica per ogni appassionato. L’applicazione quasi integralista della Biodinamica, le rese infime in vigna, il savoir faire in cantina, la lunghissima esperienza maturata negli anni, hanno portato ad una visione architetturale del sapore e del profumo che ogni cru può esprimere. Preziosi valori propri ad ogni cru, imprigionati dentro ogni bottiglia.
Non importa se prodotti in poche centinaia di pezzi, o in poche migliaia per gli appezzamenti più grandi, comunque grandi vini identificativi di una filosofia che si esprima coerentemente ad ogni stadio, ad ogni età del vino.
Nove Grand Cru, dove ogni peculiarità è scolpita: Corton-Charlemagne (l’unico bianco Grand cru) , Corton-Renardes, Richebourg , Romanée-Saint-Vivant, Clos de Vougeot, Musigny, Clos de la Roche, Latricières-Chambertin, Chambertin .
Dalla potenza inaudita di un Corton Renardes al ricamo gentile di Musigny. Ancora un bouquet di fiori per Romanèe St.Vivant, oppure un virile e complesso Chambertin.
Otto i premier cru, due in Cote de Beaune : Volnay-Santenots Les Santenots du Milieu e Savigny-les-Beaune Les Narbantons, e sei in Cote de Nuits: Nuits-Saint-Georges Les Vignerondes, Nuits-Saint-Georges Les Boudots , Vosne-Romanée Aux Brûlées , Vosne-Romanée Les Beaux Monts, Chambolle-Musigny Les Charmes , Gevrey-Chambertin Les Combottes.
Ma è sui cru village, sui lieux dits, che salta all’occhio la differenza con la concorrenza. Vini di una piacevolezza estrema ed immediata come il Vosne Genaivrieres e lo Chambolle Fremieres, affiancano cavalli di razza come il Pommard Vignots o le singole espressioni di diversi terroir di Nuits St.Georges.
L’altro bianco del Domaine deriva dall’umile cepage Aligotè, spesso relegato al ruolo di bianchetto da osteria da mischiare con liquore di Cassis per farne un modesto kir-cassis, quello targato Le Roy è in grado invece di esprimere eleganza e finezza inusuale per la tipologia.
Si tratta della massima espressione complessiva odierna in Borgogna sul tema del pinot noir. E i prezzi, spesso scoraggianti sui premier cru e grand cru, possono inizialmente far tremare i polsi, ma alla fine di ogni degustazione nessun pentimento offusca la mente.
Il Domaine ha sede a Vosne Romanèe.
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