di Marco Contursi
Lesina di inverno, acque placide ma quasi tutto chiuso. Dove pranzo, in una giornata di metà febbraio con un sole che sembra giugno? Consulto guide, blog, pagine e pagine di consigli, scritti da “esperti” o presunti tali. Niente mi sta bene, vabbè, il buon vecchio metodo del cronista di strada, camminare a piedi, chiedere a quelli del posto e soprattutto recarmi fuori ai locali per vedere se hanno un menù esposto. Pratica civilissima, spesso desueta, quella di mettere fuori una lista di piatti e prezzi, così chi decide di entrare non ha sorprese.
Lungolago, trovo una chiatta galleggiante (ben ancorata) con sopra un localino piccolo ma carino. Praticamente siamo sull’acqua. Menù esposto, convincente per piatti e prezzi. Ma sì, entriamo. Scelta felice, l’intuito non fa cilecca.
Siamo i primi clienti e ci posizioniamo vicino all’acqua, ci divide un telo di plastica che coi primi caldi continuativi, andrà via. Ci accoglie Matteo Di Nauta che a fine pranzo scoprirò essere il titolare, garbato, empatico, spiega il vino con competenza, anche a noi che sembriamo solo due innamorati in cerca di qualcosa da mangiare, mi presenterò solo dopo aver pagato.
Pochi piatti, poche bottiglie, minuscola cucina, affidata a Daniele Leggieri, mano felice, pure in spazi ristrettissimi. Il primo è un must, troccoli, aglio, olio e salicornia, più tarallo sbriciolato.
La salicornia cresce sulle sponde e la zia di Matteo la trasforma sott’olio. Daniele fa forse la migliore aglio e olio della mia vita, incredibilmente saporita, senza bruciare l’aglio, inaspettatamente leggera, infatti non avrò una stilla del suo aroma nella bocca nelle ore a seguire. Come è possibile, non me lo chiedete. Bravo davvero Daniele.
Scelgo il vino, il bombino di Valle dell’Elce, a cui una vendemmia tardiva, regala note morbide e fruttate, ancora più buono se sorseggiato all’esterno, coi raggi del sole che riluccicano nel bicchiere e sul lago.
Scende giù che un piacere sulla frittura mista, che mista lo è davvero, e su una delle migliori anguille alla brace da me degustate negli ultimi 20 anni, accompagnata dalla sempre piacevole salicornia, della zia di Matteo.
Lo chef mi dice che l’anguilla locale non ha eguali, molto più saporita delle sorelle del nord Italia, non ho una esperienza tale da confermare questa affermazione, ma questa è stata veramente superba, merito di una cottura millimetrica che l’ha serbata umida, ma con quella crosticina esterna irresistibile.
Il sole mi bacia, Lei mi bacia, e un cigno nero mi guarda affamato. Ho il cuore buono e due fette di pane del mio cestino finiscono nel suo becco, a piccoli pezzi, mentre altri uccelli si avvicinano per vedere se pure a loro tocca qualcosa.
Acque placide, aria tersa, sole di quelli che scaldano senza scottare, cosa vuoi più dalla vita? Se fossi una gallinella d’acqua in cerca di baci intimi, direi….“un Tucano”, non lo sono e quindi…..un Lucano. Con cui affogare un tartufo bianco gelato, simbolo della ristorazione anni ’80 che ancora va alla grande.
I tavoli sono tutti occupati, e c’è chi mangia all’esterno coccolato dal sole. Bene. E bene sarà pure il conto, 35 euro a persona vino compreso (12 Є il primo, 13 Є il secondo).
Oggi si sta da favola alla Bodeguita del Lago. Fra un paio di mesi, in primavera, con la laguna che si popolerà di uccelli, dovrà essere proprio uno spettacolo. Per non parlare al tramonto…..due buone scuse per tornare.
Se mangiare quella splendida anguilla con salicornia, non fosse già sufficiente….
p.s. Ultime due note, un plauso e una tiratina di orecchie. Benissimo l’appendiabiti nel bagno, attenzione al cliente utilissima, che molti ristoranti, anche blasonati ignorano.
Non bene l’olio che, come spesso succede, non si rivela all’altezza, quando lo chiedo a tavola per rifinire, a crudo, un piatto. L’olio è e deve essere ottimo poiché cambia completamente il sapore di un piatto, altra cosa ignorata da molti ristoranti, anche balsonati.
La Bodeguita del Lago
via Caboto 11 Lesina (FG) tel 3343348009
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