Kukai
Via Listrieri, 8, 80076 Capri NA
Tel. 081 837 0498
Prezzo: 30-50 Euro
di Ugo Marchionne
Ebbene si, la cucina giapponese è sbarcata anche a Capri. L’ avanzata del sushi e della cucina nipponica sembra ormai inarrestabile ed anche l’ Isola Azzurra è stata una facile terra di conquista. Merito di tutto ciò è del ristorante Kukai, già fortunata realtà della ristorazione giapponese a Napoli e progetto figlio dei viaggi di Massimiliano Neri e della mamma Silvana. Capresi d’ adozione, la famiglia Neri ha deciso di esportare il concept Kukai anche sull’ isola, aprendo così il primo ristorante di sushi. Il Kukai Capri è nascosto nel dedalo di stradine, viottoli e ristoranti alle spalle della piazzetta, precisamente a via Listrieri. La location è sicuramente una vetrina, un balconcino sul bianco delle vie di Capri. I Gadget, gli oggetti e le bottiglie di vino griffate Kukai completano il quadro di un ristorante sobrio e minimal con eleganza. Non mancano ovviamente gli accenti di blu profondo e di ceramiche nel decoro, tipico caprese. La famiglia Neri è riuscita nella difficile impresa di far trionfare il sol levante anche in un difficile ambiente, combattivo e competitivo come quello della ristorazione a Capri.
La linea del Kukai Capri è ovviamente quella di portare il sushi tra gli yacht e le ville, in versione take away, ma anche quella di dare ai giovani e agli appassionati la possibilità di mangiare sushi e perchè no di offrire ai turisti una possibilità di esperire una cena diversa dal solito.
Si comincia con un sashimi di capasanta leggermente marinata con olio di sesamo, salsa di soia e limone. Buono il taglio della materia prima, dal sapore fresco e pulito. Molto bella e accattivante la presentazione, anche se l’ esecuzione delle guarnizioni e degli accenti in finitura era decisamente grossolana. Fetta di limone macchiata dalla salsa di soia e dal dressing e insalata iceberg da letto assolutamente non necessaria. Come dicono gli anglosassoni, la prossima volta less is more.
Si prosegue con una combo, un sashimi di tonno e calamaro. Divertentissimo il secondo, arricciato intorno ad una sfoglia di alga nori a dare croccantezza ed una nota di salinità, davvero molto fresco. Una proposta diversa dal solito ed in particolar modo, molto intrigante Il tonno invece nonostante fosse di gran qualità, pescato peraltro nel canale di Procida e tagliato discretamente bene, denotava degli errori grossolani in abbattimento, un po’ troppo freddo e compatto. Del tutto manchevole in cedevolezza.
Azzeccata la diversificazione in carta tra sashimi e carpacci. I primi serviti senza alcuna sofisticazione, i secondi invece marinati in maniera molto leggera nella salsa ponzu e nella soia. Ingredienti che conferiscono quello sprint in più capace di rendere il crudo appetibile davvero a tutti. Il Primo dei carpacci marinati che ho assaggiato è stato il carpaccio di maguro, il tonno. Chi di tonno perisce di tonno ferisce. Stavolta ottimo. Marinato a puntino e servito a mo’ di composizione floreale. Lucente e vermiglio nel colore, stavolta la materia prima ha brillato appieno. A mio avviso una delle carte vincenti del Kukai Capri.
Di carpaccio in carpaccio si passa al butterfish, il pesce burro. Stessa marinatura, stesso taglio obliquo, stessa presentazione ed uguale risultato. Nulla di celestiale, ma come proposta ci sta e si lascia godere.
Il misto di sushi è ovviamente quello tipico di qualsiasi altro ristorante giapponese. Rolls e nigiri, con qualche sashimi quà e là a completamento scenico. California Roll, Rainbow Roll, Spicy Uramaki ed altro ancora. La presentazione è curatissima e singolarmente i pezzi non presentano alcun accento di negatività. Ciò che manca però è quel pizzico di personalità in più, quell’ elemento che grida Capri. Un pò più di connessione col territorio, ecco cosa manca per rendere il tutto ancor più completo.
Il nigiri set spesso può essere una ripetizione di materie prime e combinazioni già viste. La disponibilità del pesce a Capri è ovviamente un’ incognita con la quale è difficile fare i conti. Da provare sicuramente è l’ Unagi, l’ anguilla glassata con salsa di soia e salsa teriyaki dolce. Glassatura abbondante, grigliata come si deve. A giusto titolo è uno dei pezzi più consigliati del menù ai palati più esperti. La combinazione della nota dolce ed affumicata al contempo con la carnosità dell’ anguilla creano un nigiri tondo ed appagante.
Più familiare come proposta è il Sakè-Don, una ciotola di riso dolce da sushi al vapore insaporito con mirin e aceto di riso e condito con una tartare di salmone cotto, salsa di soia dolce, olio di sesamo e sesamo tostato. Ovviamente questo piatto è la risultante di un assemblaggio e nulla più ma il sapore complessivamente funziona ed è una proposta giustamente calzante se si vuole rendere la linea di cucina appetibile a 360° e per tutte le età. Inoltre la glassatura, la mollica del salmone e la cottura al vapore del riso erano tutte e tre centrate alla perfezione. Il Sakè-Don è storicamente un piatto da Izakaya, i bar giapponesi, che a Capri ha finalmente assunto un meritato posto al sole, una cornice decisamente più di livello.
Per concludere, i dolci, le proposte targate Kukai che anche a Napoli da oltre cinque anni hanno letteralmente spopolato. La mia scelta ha virato su quello che è il signature dessert a firma Kukai: il Matcha Keki. Un flan di ricotta al Tè verde giapponese Matcha con una glassatura solida di cioccolato fondente. Morbido all’ interno, aromatico, speziato. Un dessert di grande impatto che sicuramente riesce nell’ intento di ripercorrere il filo rosso dei viaggi di Massimiliano Neri, dal flan francese, alla ricotta tipicamente italiana fino al Giappone e alla tradizione della cerimonia del tè Matcha, ingrediente popolarissimo nel paese del sol levante.
Se avete voglia di sushi a Capri, sicuramente il Kukai Capri è il luogo ideale. Giovane, modaiolo, di tendenza ma soprattutto di grande sostanza.
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