L’unico motivo, ve lo assicuriamo dall’alto della frequentazione di innumerevoli fiere ormai alle nostre spalle. L’unico motivo per andare al Miwine è stato il Krug 1990: uno champagne da non perdere a cui il grande mercato campano darà sicuramente molte soddisfazioni perché i napoletani di champagne se ne intendono istintivamente grazie alla tradizione francofila dell’aristocrazia borbonica diventata purtroppo macchietta negli anni Ottanta nelle tavolate dei boss della camorra e della politica. Ora, nei grandi alberghi di Capri (al Quisi c’è proprio il Krug bar) e della Terra delle Sirene, nelle decine di winebar, nelle decine di ristoranti di alto livello in cui si celebra il rinascimento della ristorazione campana, è tornato il gusto del bere bene.Dunque Krug 1990, la leggenda: la brillantezza del colore, la finezza e la persistenza del perlage, il naso speziato ricco di frutta estiva come l’albicocca e la pesca gialla, la freschezza e l’equilibrio dell’ingresso, la storia e l’esperienza francese. In bocca lascia sensazioni di nocciola tostata, miele di acacia e frutta secca con un palato perfettamente ripulito e pronto a ricominciare. I tre vitigni tipici dello champagne, pinot noir, pinot meunier e chardonnay sono stati assemblati rispettivamente con il 40, il 18 e il 42 per cento. Durante la presentazione milanese al Bulgari i commenti sono andati oltre l’esagerazione, sarà stato il clima assolutamente modaiolo e un po’ astratto tipico di questi party all’americana dove per fortuna si beveva e si spizzicava francese. Ma c’è davvero poco da scherzare: il Krug 1990 era davvero atteso da tutti e molti lo paragonano alle storiche annate ormai trapassate nel mito, la 1955 e la 1985. Non solo, questo millesimo è il terzo di un crescendo senza precedenti perché anche la 1988 e la 1989 sono da incorniciare. Quanto costa? 170 euro al pubblico. Se pensiamo che alcuni vini campani senza storia e senza tipicità si trovano anche a cento euro allora ci rendiamo conto di come il sublime, la perfezione e la storia dei Krug, alla sesta generazione con una esperienza lunga dal 1843, sono le prime cose da comprare.