Klu Pizza Club, la pizza napoletana contemporanea nel quartiere Prati a Roma

Pubblicato in: Le pizzerie

Klu Pizza Club a Roma
Viale Giulio Cesare, 74
Telefono: 334 747 4390
Aperto dalle 18:00 – chiuso il lunedì

di Antonella Amodio

Situato nel cuore del quartiere Prati di Roma, precisamente in via Giulio Cesare, Klu Pizza Club, è un locale che ha saputo conquistare i palati romani sin dai primi otto mesi dalla sua apertura. Con una proposta di pizza napoletana contemporanea, preparata da un giovane pizzaiolo campano, il Pizza Club si sta affermando come un punto di riferimento per il lievitato con radici casertane.

L’atmosfera di Klu Pizza Club è accogliente e calorosa, con la musica in sottofondo che riveste un ruolo fondamentale in questo locale, contraddistinto da un arredamento moderno, con divani e sedie comode, che unisce eleganza e praticità. All’entrata, un bancone per cocktail invita all’assaggio di drink creativi prima di immergersi nell’esperienza della friggitoria e della pizza, mentre il forno e la cucina sono a vista. Con circa 50 posti a sedere disponibili e una rotazione notevole, il locale è sempre affollato, segno del grande successo ottenuto e i tavoli sono principalmente occupati da una clientela giovane e internazionale. Mice en place minimal e tovagliolo di lino e cotone, un dettaglio non da poco.

Tra i fondatori del Klu Pizza Club c’è un professionista del territorio di Piedimonte Matese, il che dona al locale un filone campano che si rispecchia nel menù, grazie anche alle origini beneventane dello chef e alle radici casertane del pizzaiolo.

Al timone del bancone e del forno c’è Alessio Zazzaro, pizzaiolo poco più che trentenne originario di Sessa Aurunca (CE), che ha portato con sé la tradizione della pizza “casertana” nel quartiere del Teatro Adriano. Il suo impasto idratato si presta a una cottura lenta e a temperature più basse. Nonostante il cornicione importante, il morso si rivela asciutto e ben bilanciato, sinonimo di una buona gestione del forno, rendendo la pizza anche piacevolmente masticabile. Per la friggitoria, i dessert e i topping delle pizze, Salvatore Ciaramella, chef del Castello di Faicchio e Alessio uniscono la tradizione culinaria campana e laziale.

Alessio, grazie alla sua esperienza in varie pizzerie italiane, da Klu elabora un menù caratterizzato da ingredienti freschi, tra cui alcuni provenienti dalla Campania, mixando la cucina romana con tocchi precisi. Nella selezione degli antipasti, ad esempio, spiccano la Frittatina alla Gricia (pecorino romano DOP, guanciale e pepe nero) e Amatriciana (pomodoro, pepe, pecorino romano e guanciale), insieme alla Crocchetta del Club (patate rosse, pecorino romano DOP e salame di maiale nero casertano), e ai classici fiori di zucca pastellati, farciti con acciuga.

La frittura assicura una buona croccantezza esterna alle pietanze, con una panatura ben riuscita, come ci si attenderebbe. Tra gli entrèe figura la pizza a padellino servita a tranci.

Il menù include 15 gusti di pizze, con la Margherita del Club con fior di latte di Agerola e pomodoro San Marzano, a 10 €, il prezzo più basso, e la Melodia Marina con mozzarella dei Monti Lattari, tartare e bottarga di tonno a 22,00 €, la pizza più costosa. Molto buono il pomodoro, in particolare il ramato impiegato insieme al fior di latte campano per la pizza Marghiklu a 13,00 €.

Tra i dolci, spiccano i tranci di pizza al cioccolato, e al caffè e pistacchio, la tartelletta al mascarpone, il babà al rum e i cannoli farciti di ricotta dolce.

La cantina del Klu Pizza Club è il punto debole, non tanto per la quantità di etichette disponibili, circa 15, ma per l’assenza di una selezione che si sposi bene con le pizze, e presentando un ricarico eccessivo. I cocktail offrono una scelta tra opzioni classiche e creative, con un’attenzione speciale per la tequila e il Mezcal. Riguardo all’acustica, potrebbe essere migliorata; la mancanza di pannelli fonoassorbenti rende l’ambiente rumoroso durante le ore di punta, compromettendo l’esperienza complessiva nonostante la qualità di pizza e fritti.

 


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