Joaquin seconda stella a destra

Pubblicato in: Giro di vite, I vini da non perdere
Joaquin

di Monica Bianciardi

Montefalcione, nel cuore dell’Irpinia, Raffaele Pagano, mente e anima dell’azienda vinicolaJoaquin, forgia utilizzando i vitigni autoctoni, vini stellari, con il preciso intento di raggiungere le vette più alte del panorama enologico. Personaggio istrionico, dalla spiccata loquacità e battuta pronta Raffaele possiede la naturale capacità comunicativa tipica dei campani.

Una personalità esuberante, più incline al cambiamento che ad una rassicurante staticità, alla continua ricerca dell’eccellenza; queste sono le caratteristiche che inducono Raffaele a selezionare i migliori grappoli da viti centenarie, dalle quali estrarre il carattere stesso del territorio trasmettendolo dentro i suoi vini. Ogni cosa è accuratamente vagliata a partire dagli areali storici, a cui seguono raccolte manuali e vinificazioni rigorose, solo i migliori grappoli entrano a far parte dei vini della produzione aziendale. Stile mutevole ed un profilo qualitativo altissimo sono alcune delle varianti con cui i vini di Joaquin escono in commercio sempre con etichette diverse. Grazie ad un efficace marketing i vini di Joaquin essendo prodotti in un unica annata hanno l’unicità di un’impronta digitale per irripetibilità e la limitatezza del numero delle bottiglie, insomma una garanzia di successo.

Figlio d’arte, con il padre proprietario di una storica e rinomata cantina posta ai piedi del Vesuvio, Raffaele ha avviato l’impresa vitivinicola forte del supporto degli enologi Sergio Romano e Maurizio De Simone. Il nome dell’azienda “Joaquin”, fondata nel 1999, che vuole essere un omaggio ai Borbone, la famiglia reale che regnava durante il regno delle Due Sicilie. Raffaele Pagano per produrre i suoi vini inizia acquistando le sole uve, ma ben presto inizia a comprare i migliori areali per seguirne il percorso produttivo fin dalla vigna ed effettuando la prima vendemmia nel 2006. Le tenute sono dislocate in territori diversi, in Irpinia sono collocati nei dintorni della cantina di vinificazione di Montefalcione su terreni argillosi e calcarei, a Partenopoli, le vecchie vigne di Aglianico prefillossera poggiano su suoli vulcanici, infine a Capri si trovano nella zona di Anacapri e di  Migliera; ciò permette all’azienda di sperimentare su territori e terreni diversi. In cantina a Montefalcione design ed innovazione sono da contorno ad uno spazio enorme utile per gli affinamenti, affinché la permanenza dei bianchi e dei rossi, sia in legno che in vetro, risulti completata anche nelle fasi di maturazione ed imbottigliamento.

“Seconda stella a destra, questo è il cammino
E poi dritto fino al mattino…”

Tasting Notes 

Capri Joaquin dall’isola 2018

Greco, Falanghina, Biancolella.

Prima annata prodotta nel 2009 solo in poche bottiglie Magnum. L’uva arriva direttamente dai territori dell’isola di Capri nella zona di Anacapri e della Migliera da vecchie vigne preesistenti in disuso e successivamente ripristinate. Il vino esegue una macerazione in rosso per poi maturare vino in legno.

Colore trasparente da riflessi dorati e tratti olfattivi in cui si trovano tratti di maturità dati da intensi profumi di fiori gialli, mango, agrumi, erbe mediterranee e salinità marine. In bocca delicatezza e bevibilità vengono incalzate da una bella acidità che accompagna il finale pulito e sapido.

Fiano di Avellino 2013 Piante a Lapio JQN 203

Un vino che prende vita da vecchie viti di Fiano di Avellino centenarie individuate da Raffaele nei migliori Cru di Lapio. I grappoli sono concentrati e le rese bassissime ma quello che si ottiene dona ai vini caratteristiche organolettiche straordinarie. È vinificato e lasciato invecchiare in grandi botti di acacia rovere e castagno di secondo passaggio.

Un bel giallo dorato luminoso e intenso scalda il calice, dal quale profumi intensi vertono su sentori burrosi con richiami profondi di torba, nocciola, arachide, pepe bianco per poi aprirsi su energiche sensazioni di infuso di fiori gialli, agrumi succosi ed erbe spontanee. Avvolgente e intenso il sorso è dinamico e progredisce nella sua purezza verticale, lungo chiude su toni che rimandano alla nocciola tostata.

Joaquin i Viaggiatori 2016 Aglianico 

Le uve di questo Aglianico provengono da vecchie vigne situate a Montefalcione su terreni vulcanici. Vinificazione in vasche di vetroresina, ed affinamento per una anno in legno di rovere.

Rosso purpureo vivido, apre con input inizialmente austero ma che presto si dipana su toni di frutto rosso e nero, sentori di ciliegie, ribes mora, con vena erbacea rinfrescante e speziata. Scalpitante e teso dalla freschezza si distende su piacevoli note speziate e con un finale sapido e saporito.

Taurasi Riserva DOCG Della Società 2014

Aglianico in purezza provenienti da antichi vigneti situati a Paternopoli, che si trovano su terreni vulcanici ad un’altitudine di circa 550 metri. Raccolte manuali verso gli inizi di novembre e vinificazione con lunghe fermentazioni con lieviti indigeni. Affinamento in botti d’acacia per due anni e per un altro anno in bottiglia.

Colore vivo e bouquet ampio che presenta un’ampia dissertazione di piccoli frutti rossi, ribes, gelso, mora, dove tratti balsamici sono abbinati a fiori rossi e viola appassiti. Il palato infiltrante e profondo scandaglia tutte le combinazioni del frutto sinuoso ed elegante. Finale lunghissimo e cesellato.

Taurasi Riserva della Venerabile Confraternita della BM -Buona Morte- Assaggio di botte 2015

Il particolare nome deriva dalla dedica alla Confraternita omonima che si trova a Montefalcione dove, appunto ha sede anche la cantina di Joaquin. Le uve provengono da un vigneto centenario di Paternopoli nel cuore della denominazione Taurasi. La cura in cantina ed il lunghissimo affinamento contribuiscono a rendere questa riserva unica.

Raffaele Pagano pesca direttamente dalla botte dove il vino sosta in affinamento un assaggio dal colore rosso intenso con sfumature granato.
Una grande intensità ed ampiezza olfattiva anticipano un bouquet raffinato e composto che fonde a sentori di erbe mediterranee, una quantità di sensazioni di frutti rossi maturi intessuti in rivoli di fiori e speziature delicate. La bocca è sostenuta da acidità rigogliosa e frutto dolce in cui tannini vitali e ben fusi nel sorso si distendono su un finale vellutato profondo e polposo. Pochissime le bottiglie prodotte in pochissimi ed introvabili esemplari.


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