di Antonio Prinzo
La Spagna, quanto è grande, non finisci mai di percorrerla, da nord a sud, da est a ovest, tra il mediterraneo e l’oceano, tra i mari del nord e l’Africa. Ma c’è un angolo dove torno e ritorno, nella provincia di Cadice in un luogo magico dove il Guadalquivir incontra l’oceano e la luce del tramonto incontra le copas di manzanilla e il rosso dei langostinos.
Non distante da qui c’è Jerez de la Frontera una città ricca di storia e di tradizioni con La Real Escuela Andaluza , le Chiese, l’Alcazar e il Flamenco. Ma soprattutto Jerez è la capitale dello sherry e le sue bodegas testimoniano un passato grandioso fatto di mercanti britannici che hanno creato dinastie anglo-andaluse che ancor oggi e forse più di ieri, rappresentano un patrimonio di tradizione e di economia.
Tanti i nomi conosciuti, Gonzales Byass, Sandeman, John Harvey, cantine bellissime piene di storia, con bottaie o meglio pile di soleras che somigliano a templi profumati di legno e umidi sentori di vino.
Una cantina in particolare mi ha colpito: Bodegas Tradicion, una piccola cantina che produce circa 20.000 bottiglie all’anno ma che a mio parere rappresenta il meglio della produzione storica e appunto della tradizione. Tradizione che risale al 1650, si chiamava C.Z. -J.M. Rivero fornitore della casa reale portoghese e spagnola, poi le vicende della storia e dell’economia tra alti e bassi la portano quasi all’estinzione nel 1991, quando fu venduta. Ma subito dopo D. Joaquín Rivero pensa al recupero della tradizione familiare e alla rinascita di questa bodega. Nasce Bodegas Tradicion e i suoi vini immortali.
Fino, Amontillado, Oloroso, Palo Cortado, Pedro Ximenez una sequenza di emozioni, vini profondi che respirano del calore di questa terre, pieni di personalità e forza. Ci guida in questa visita Daniel Martinez Becerra responsabile della promozione e delle attività enoturistiche, ci accompagna e racconta la particolarità di questi vini, sempre con emozione e con quel filo di simpatia che unisce noi italiani agli spagnoli.
Dalla fila più alta alla più bassa, la soleras, dal vino più giovane al più vecchio, anche cinquanta e più anni, una discesa lenta, che piano piano porta al vino che ogni anno verrà imbottigliato. E in ogni bottiglia c’è un poco di madre, c’è il vino senza tempo. Senza tempo come questo lembo di terra appoggiato all’atlantico, terra gessosa verso il mare e calcarea verso l’interno.
L’odore che si respira qui e in tutta Jerez è strano, particolare, unico, un misto di legno, umidità, muffe, vino e vinagre. Inebriati dall’aria, inebriati dal racconto ecco le copite di Amontillado, Oloroso, Pedro Ximenes, confusi da questi vini che esasperano i nostri sensi e ci fanno sognare, proviamo prima il fino, poi l’amontillado e poi l’oloroso e avanti e indietro come passi di flamenco fino al Pedro Ximenez.
Il Fino: brillante, di un giallo pallido. Al naso pungente e delicato con ricordi di mandorle, erba fresca, camomilla e una mela appena appena matura. Al palato secco, sempre delicato e una bellissima sensazione di freschezza. Da bere molto fresco nel tardo pomeriggio quando il caldo lascia il passo alla sera e il tempo si perde sorseggiando e sgranocchiando frutta secca e magari una tapa di mariscos.
L’Amontillado: Eccolo il colore d’ambra che incanta, al naso elegante, rotondo, si sentono nocciole poco tostate, erbe aromatiche, fieno, un po’ di tabacco, in bocca è largo, riempie con una bella spinta alcolica, sapido, freschezza e acidità sorprendenti. Da bere fresco, con tonno, baccalà e anche qualche piatto piccante magari di cucina asiatica.
L’Oloroso: Rispetto all’amontillado che inizia la sua vita con la pratica del flor, l’oloroso procede la sua vita e la maturazione per ossidazione. Lo riassaggio adesso da una bottiglia che mi sono portato via e l’emozione continua, Ambra carico, quasi color mogano, untuoso. Al naso balsamico, note di cedro, cacao, anche cuoio e legno e una dolcezza particolare che ricorda i nostri castagni in fiore. In bocca potente, rotondo, pieno, mai aggressivo, completo, tornano le note di cuoio, legno e cioccolato amaro, il balsamico riempie di nuovo il naso. Lungo, persistente, alla fine non finisce e resta un calore eccitante, ci vorrebbe del buon formaggio di capra di media stagionatura ma chiama anche delle carne stufata o assoluto con un sigaro dolce magari domenicano.
Il Palo Cortado: Eccolo, letteralmente palo tagliato ed è proprio questo simbolo che segna con il gesso le botti che per la loro particolare delicatezza e particolarità sono destinate appunto a diventare Palo cortado. La prima sensazione è di soavità ed eleganza, all’occhio è simile all’oloroso, al naso colpisce per la complessità, mandorla amara, nocciole, note balsamiche e marine. In bocca si ritrova appieno la sua leggera eleganza e complessità, ritorna in mente il mare. Come sempre acidità e freschezza sorprendenti. Io lo berrei con tonno o baccalà affumicato o anche mi viene in mente un bel fegato alla cipolla.
Il Pedro Ximenez: Bello il nome di quest’uva, Spagna pura. Sole e graticci e sempre metodo soleras y criaderas. Profondo il colore, quasi drammatico, untuoso e ricco. Al naso complessità di cuoio, caffè, frutta secca che viene superata da balsamico, sensazioni marine e salmastre, il dolce appare piano piano anche in bocca, il vino si appoggia dappertutto e si mischia ad armonie saline, prolungato, lunghissimo. Un prisma di sensazioni che scalda e si rinnova. Eccolo con il gorgonzola di Novara, con formaggi di capra stagionati, ma anche solo con un buon sigaro e scaglie di cioccolata amara che aspettano impazienti su un bel tavolo di mogano scuro.
foto pedro ximenes 1 e 2
Si potrebbe parlare anche di due grandi brandy sempre da uve palomino, il Tradicion con un invecchiamento di 25 anni e il Platinum con un invecchiamento superiore ai 50 anni. Tutti e due all’altezza della qualità di questa cantina, il Platinum in particolare viene imbottigliato in poche centinaia di bottiglie all’anno, la bottiglia è realizzata su un antico modello da una storica fabbrica di cristalli.
Foto brandy
Il tutto si completa con la visita ad una galleria di quadri antichi, una collezione di proprietà della cantina che attraversa i secoli della produzione pittorica spagnola Goya, Zurbaran , El Greco solo per citare i principali.
foto cortile
Si esce pieni di emozioni che coinvolgono tutti i sensi, in questa cantina si concentra un grande mondo, di storia, cultura e arte. Daniel ci saluta con un sorriso largo, ha capito che amiamo questa terra e che ci rivedremo.
Foto tramonto Guadalquivir
Torniamo nel nostro rifugio dove il Guadalquivir si getta nell’atlantico, da qui Colombo partì alla ricerca del nuovo mondo.
Bodega Tradicion
Plaza Cordobeses, 3
11408 – Jerez de la Frontera (Cádiz)
Tel: +34.956.16.86.28
Fax: +34.956.33.19.63
Email: visitas@bodegastradicion.com
Latitudine: 36.685425 | Longitudine: -6.14589
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