di Ugo Marchionne
La creatura di Roberto Goretti nella nuova sede di Via Calabritto 7, con la sua rinascita offre tanti spunti di riflessione sul futuro del progetto e sulla volontà di non fermarsi mai, dal 2002. Il primo ristorante giapponese della città cambia pelle, ma non il suo successo. Nuova pelle, nuovo chef, stessa mentalità vincente, quella che ha rappresentato il discrimine fondamentale fra il Jap-One ed il resto dei competitors. Un menù rinnovato, una carta dei vini essenziale e completa,un rapporto qualità prezzo impeccabile.Nello stile del nuovo Riccio a Capri di Ermanno Zanini il Jap-One offre un elevatissimo standard qualitativo del servizio di sala, sempre costante e gestito perfettamente dal maitre Rap Sagara e da Daniela Pardo. La clientela è seguita e coccolata soprattutto ora, alla scoperta di un menù nuovo ed in costante elaborazione. L’innesto dello chef Tom Jefferson Silva nuovo alfiere nippo-carioca rappresenta sicuramente un motivo in più per scoprire le novità di un colosso della ristorazione nipponica d’Italia.
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Il Jap-One riparte da quì. Riparte da un ristorante veramente bello, il cui aspetto in total black è in linea con i gusti estetici della contemporaneità asiatica. Spazioso, luminoso pur nel suo colore, l’impiego del lucernario e delle tante luci di sala rende il Jap-One veramente moderno in fatto di estetica. Nuovi spazi da riempire ed un nuovo avamposto da conquistare nel centro dello shopping di lusso. Tra Gucci e Bottega Veneta, nei locali di quello che era lo store di Prada ora sorge il Jap-One, più bello che mai, in una location suggestiva e facilmente raggiungibile. Lo chef Tom Jefferson Silva che aveva cominciato la sua avventura in città da Nagairo, trova nel nuovo Jap-One il terreno perfetto per la sua creatività.
Si parte dalla nuova selection, meno statica, più vibrante e colorata. Un vero e proprio carnevale di colori e sapori stavolta meno barocchi, meno sovrapposizioni, meno generosità di gusto, maggiore pulizia. Uno stile sicuramente diverso rispetto alla precedente incarnazione del Jap-One. Affumcazioni, sperimentalismo, giochi di colore.
Lodevole la nuova linea di antipasti, imperdibile quella dei secondi. Due elementi poco sviluppati nella precedente versione del menù, adesso a mio avviso lo pongono sulla mappa in Italia, non solo a Napoli. Partirò dai secondi. Nel nuovo menù troviamo moltissime novità tra cui l’Astice alla Wellington, ma è sulle portate più inaspettate che il Jap-One ha raggiunto picchi alti in brevissimo tempo. Divina l’anatra ai frutti rossi, cottura francese, lieve laccatura nipponica e frutti rossi. Cottura della carne e del grasso perfetta. Passando per un ottimo maialino Kakuni cotto prima a bassa temperatura e dunque fritto in panatura Furai. Introvabile altrove il Filet Mignon laccato alla giapponese con verdure croccanti. Veramente squisito, da mia richiesta più cotto al fine di implementare la caramellizzazione degli zuccheri di glassa. Morbidissimo.
Delicati e conturbanti gli antipasti. Riccio di Mare, Caviale Volzenka e Wasabi fresco. Carpaccio di Wagyu, Foie Gras e Thai Chili Rosso, Tempura di branzino al latte di cocco e leche de tigre. La nuova wave di Roberto Goretti ha comportato una semplificazione delle portate. Più precise, più puntuali, più immediatamente riconoscibili le componenti dei singoli piatti. Lodevole il gioco sulla marinatura all’Olio Extravergine e sugli agrumi. Capasanta, Gambero Rosso, Ricciola. Impressionante la Ceviche di pesce bianco, leche de tigre e mais scoppiato.
Il nuovo corso di Jap-One parla di una grande evoluzione, un rinnovamento necessario, un successo che si consolida e continua, aprendosi nuovi margini di ricerca e di indagine gastronomica. La cifra gastronomica della creatura di Roberto Goretti ora è più lineare, più immediata votata a trasmettere quello che è lo stile iconico di un ristorante che da oltre quindici anni vince e convince. Il rinnovamento non fa paura, anzi, motiva la squadra a crescere e a far sempre meglio. In Via Calabritto è nata una stella, no in realtà già c’era, solo che ora brilla più forte.
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