JACOPA
Via Jacopa de’ Settesoli, 7 (presso Hotel San Francesco, Trastevere)
Tel. 06 580 9075
Aperto solo la sera, la domenica anche a pranzo
Chiuso: lunedi
jacopa.it
di Virginia Di Falco
Ritorniamo volentieri da Jacopa a Trastevere, a maggior ragione se si puo’ godere del fresco piacevole di questa fine estate più che prolungata. La terrazza panoramica è infatti sempre attrezzata per l’aperitivo e la cena, fino a che freddo non ci separi.
Un bel servizio giovane e aggiornato, carta dei vini ogni volta più spinta sul naturale, con il sommelier ben disposto al racconto, per chi ama ascoltare. Altro particolare da segnalare: cestino di ottimo pane.
Della carta ci piace soprattutto la vivacità: pochi piatti che ruotano spesso, con un’idea di cucina stagionale più vicina alle tapas che alle classiche portate alle quali siamo abituati. Assaggiare, spizzicare, bere: alla luce della notte e senza un ordine preciso (tranne che per il dessert in coda: qui la pasticceria vale sempre il peccato).
Ci siamo dunque goduti l’ultimo gazpacho estivo, fresco e aromatico; così come la tartare di tonno rosso, con menta e melone.
La zucca hokkaido cotta al forno è in buon equilibrio con la crema di bufala affumicata, mentre lo spiedo di agnello con yogurt e lattuga arrosto ricorda piacevolmente un kebab.
Notevole lo ‘stecco’ gelato, con mousse di ricotta di bufala, bisquit e pralinato alla nocciola, un po’ meno efficace l’altro dessert, una sorta di nuvoletta di panna.
Un indirizzo utile se si vuole fuggire via dalla pazza folla. Nonostante ci troviamo a Trastevere, infatti, qui siamo a san Francesco a Ripa, dunque in un angolo tra i meno stravolti dal caos turistico (consigliabile, per questo, anche l’hotel omonimo, che ospita Jacopa).
Conto medio sui 50 euro.
Qui di seguito la nostra prima recensione del 29 luglio 2021:
Jacopa dell’Hotel San Francesco a Trastevere è l’emblema di un antico detto cinese: quando c’è tempesta, non bisogna essere quercia ma bambù. Perchè è meglio piegarsi per poi riprendere posizione piuttosto che essere spazzati via.
Partito e rilanciato con grandi ambizioni, il progetto food di questo caratteristico alberghetto del rione con 24 camere, ha quasi immedatamente impattato con la Pandemia.
Alcuni temi come la sosteniblità, l’attenzione ai prodotti sani e ai vini naturali, erano già presenti in partenza e sicuramente hanno aiutato nel rapido ed efficace riposizionamento.
Risultato una formula democratica che fa girare i tavoli del roof almeno due volte, dalle 18,30 alle 20,30 con un aperitivo a 25 euro (formula champagne per due a 95) e cena a 45 euro che comprende drink, quattro tapas e due piatti a scelta.
L’ambiente è pimpante, il personale colto e motivato sul cibo, sul vino e su cocktail. La terrazza rapidamente si svuota e si riempe, soprattutto di coppie ma anche di qualche gruppetto di amici e famigliola.
Piatti da bistrot, senza grilli per la testa, un’ottima pasticceria di scuola francese ci presenta un fne pasto leggero come una piume e non zuccherino. Tutto ciò grazie ad un punto cottura di emergenza che si è riusciti a portare sino in terrazzo in attesa di completare il progetto con una brace.
Ma, possiamo dire?, evviva, tanto meglio così. Siamo sempre più esasperati dai rituali barocchi del fine dining e non ci pare vero goderci il fresco serale della Capitale su questa bella terrazza, spiluccando di qua e di la e scegliendo tra la carta dei vini talebana un fresco merlot del Garda che ci accompagna per tutta la cena, buono anche per le fritture.
Una formula molto semplice e già in parte collaudata la scorsa estate. Fortissimo, per gli amanti del genere, il reparto cocktail e i vini hanno un ricarico da enoteca più che da ristorante.
Insomma il giusto equilibrio fra buon cibo, a Roma l’ossessione per i prodotti biologici e biodinamici nn trova eguali nel resto d’Italia, una proposta giovanile ma già di lunga esperienza (i cuochi sono stati a bottega dal Pagliaccio) che ti consente di tenere sotto controllo la spesa e alzarti soddisfatto e rinfrancato dal fresco.
IMPERDIBILE!
Cosa si mangia al ristorante Jacopa a Trastevere
Ecco dunque una formula di successo che consente di attraversare a testa alta la tempesta pandemica ancora in corso.
Bravi, colti e intelligenti.
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