Il vino rosato in Italia inizia a muovere numeri importanti, poco compreso da molti produttori e snobbato da altri, ma la verità è che non è semplice fare un ottimo rosato.
Questa breve introduzione per evidenziare un cambio produttivo, obbligato, dalla crescita dei consumi da parte di clienti che richiedono vini più leggeri e profumati, nonché briosi, e il rosato, fermo o spumantizzato risponde in pieno alle predette esigenze, che hanno portato una crescita, nell’ultimo triennio della produzione del 25%.
Concetto ribadito anche dall’assessore regionale Leonardo Di Gioia: «Il vino rosato sempre più prodotto strategico di qualità in grado di competere anche sui mercati internazionali».
Il 2015 promette bene in termine di crescita di produzione e se pur non esistono dati ufficiali, il rosato rappresenta il 5% della produzione totale del vino, con un promettente trend di crescita soprattutto nelle regioni come Puglia, Abruzzo e Veneto, che si confermano regioni leader (dati Assoenologi) con la Puglia – unica regione ad avere una specifica Docg di vino rosato (Castel del Monte Bombino Nero) – che rappresenta la culla di questo prodotto con la percentuale maggiore di produzione e con la tipologia “rosato” che compare in ben quattordici Denominazioni di origine e in sei Indicazioni geografiche.
Per questi popoli il rosato era ed è il vino della tavola, del contadino, sostentamento per il duro lavoro nei campi, e quindi il loro amore si ritrova in ogni bicchiere.
E proprio la Puglia che da alcuni anni organizza il Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia, promosso dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, su autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e realizzato in partenariato con Assoenologi, Accademia italiana della vite e del vino e Unioncamere Puglia.
Al termine delle valutazioni sono stati selezionati 159 vini (pari al 68% dei 235 partecipanti) che hanno conseguito il punteggio complessivo di almeno 80 centesimi, corrispondente a un giudizio ‘ottimo’. A tutti questi vini è stato assegnato un diploma di merito mentre le medaglie d’oro, argento e bronzo – che saranno consegnate ai vincitori entro la fine dell’anno in un evento di rilevanza nazionale – sono state aggiudicate ai primi tre vini delle sei categorie (quest’anno, per via di un bronzo ex-aequo, sono 19 le medaglie assegnate).
Dietro Veneto (due ori, due argenti e un bronzo) e Puglia (un oro, due argenti e due bronzi) è l’Emilia Romagna con le sue cantine a conquistare le tre medaglie di un intero podio (quello dei frizzanti DOC – DOP’) mentre l’Abruzzo brinda a un oro e un bronzo. Dopo anni di predominio delle regioni del Centro-Nord Italia e della Puglia, la grande novità della quarta edizione del Concorso,, è l’ingresso nel palmares di cantine di due regioni del Sud: la Sicilia con un oro e la Calabria con un bronzo. Completano il medagliere l’argento della Campania e il bronzo della Lombardia.
Qui il dettaglio delle medaglie
Per maggiori info http://www.concorsorosatiditalia.it/risultati-4-edizione/
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