di Adele Elisabetta Granieri
Oltre 5000 appassionati del “bere rosa” hanno affollato il Castello di Moniga del Garda, che dal 5 al 7 Giugno ha ospitato Italia in Rosa, il festival dei rosati italiani, giunto alla sua ottava edizione. L’ormai tradizionale manifestazione gardesana ha visto la partecipazione di 118 cantine da tutta la penisola: in prima fila i Chiaretto della Valtènesi, padroni di casa, ma con una buona rappresentanza delle grandi aree tradizionali rosatiste, quali il Salento e l’Abruzzo, accompagnate da etichette di produttori provenienti da Trentino, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. “Siamo riusciti anche quest’anno a centrare l’obbiettivo di realizzare una manifestazione davvero importante per la valorizzazione del territorio” – ha commentato Luigi Alberti, presidente di Italia in Rosa – “dobbiamo continuare su questa via, insistendo sulle sinergie tra realtà istituzionali per costruire un tessuto capace di promuovere al meglio i nostri prodotti”.
Di particolare interesse il convegno di apertura, dal titolo “Valtènesi: dalle radici del rosé il futuro di un territorio”, svoltosi nella sede del Consorzio Valtènesi a Villa Galnica di Puegnago, al quale è intervenuto Gilles Masson, direttore del Centre de Recherche e d’Experimentation sur le vin rosé di Vidauban, che ha presentato i risultati del primo anno di studi del progetto di caratterizzazione del Chiaretto. Nell’ambito del convegno è stato consegnato il Trofeo Pompeo Molmenti, il tradizionale riconoscimento riservato al miglior Chiaretto, quest’anno aggiudicato dal Valtènesi Chiaretto 2014 delle Cantine Scolari di Raffa di Puegnago.
Gli obbiettivi perseguiti dal Consorzio Valtènesi, come hanno spiegato il presidente Alessandro Luzzago ed il direttore Carlo Alberto Panont, sono: arrivare ad una sintesi unica per le denominazioni che insistono sullo stesso territorio; difendere il vitigno autoctono Groppello, incentivandone la coltivazione; comunicare un’identità produttiva più certa.
Dalle degustazioni di Chiaretto è risultata una significativa diversità identitaria delle differenti etichette, dovuta si alla composizione dei suoli estremamente variabile, ma anche agli uvaggi utilizzati ed alle relative proporzioni, nonché alle diverse tecniche produttive.
Ottimi risultati sono stati ottenuti con l’utilizzo del Groppello in purezza, che dà vita a vini particolarmente equilibrati ed eleganti, dai piacevoli sentori speziati.
Interessante il punto di vista dei produttori riguardo questo territorio particolarmente vocato alla produzione “in rosa”i: “Molti rosati prodotti in altre parti d’Italia nascono come completamento di gamma.” – ci spiega Paolo Pasini, dell’azienda Pasini San Giovanni – “Il rosato qui nasce come primo vino, grazie ad una lunga storia e tradizione”.
Potremmo concludere che è proprio per questo che questo piccolo spicchio di Garda si conferma grande terra di rosati, grazie a quei produttori che per i loro “rosati di una notte” rinunciano ad importanti denominazioni ad impronta gardesana per identificarsi con il nome e la mission rosa della Valtènesi.
Dai un'occhiata anche a:
- Lo spirito giusto a “Tuscany Spirit Festival 2024”
- Anteprima Montefalco 2024: i migliori assaggi dal Sagrantino al Trebbiano Spoletino
- Irpinia Mood viaggia sul treno del tempo sospeso
- A Cantina di Venosa il premio “Agricoltura etica”
- Roma – Vico Pizza & Wine: la pizza di Enzo Coccia, le carni di Fattoria Carpineto e i vini della Famiglia Cotarella per il primo incontro di “Ti presento i miei”
- L’ Etna a Sicilia En Primeur in cinque etichette imperdibili
- Chianti Classico Collection #CCC2024
- Dom Ruinart 2013 incontra la cucina di Domenico Stile. Matrimonio d’amore a Villa Laetitia