“Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera” diceva una famosa canzone di Enrico Ruggieri che ha spopolato negli anni Ottanta. Eppure, fortunatamente a beneficio delle aree interne, i lungomare, le coste e le isole si svuotano nella stagione fredda. Uno strano tocco di campana, intorno al 25 agosto, diffonde la parola fine sulle vacanze, ormai da alcuni anni. In questa fortunata stagione 2011, ancora a ottobre sparuti turisti frequentano le località balneari del Golfo di Napoli. In questo week end grigio, che fa pensare alle caldarroste e al vino rosso, il mare offre un’opportunità: la visita di Ischia.
L’appuntamento:
Vinischia, promossa dal neonato Consorzio Borgo Ischia Ponte sarà in svolgimento, tempo permettendo, fino a questo lunedì. La manifestazione punta alla valorizzazione non solo dei prodotti ma anche di questo angolo orientale dell’isola verde il cui simbolo architettonico è il fantastico castello aragonese di proprietà privata. Qui il dettaglio sul programma: http://www.borgoischiaponte.it/#I%20EDIZIONE%202011.
Per chi è sempre a caccia dei vini dell’isola, una visita a Sant’Angelo è d’obbligo. Siamo sul versante sud dell’isola in quello che molti considerano il borgo più bello che lschia può vantare, e anche il più appartato e tranquillo. Qui, con un tocco in più di stile rispetto a Ischia Porto, sono numerosi i localini in riva al mare e le boutique che contribuiscono alla creazione della magica atmosfera del paesello bianco e curatissimo.
Il posto:
Una volta qui non potete fare a meno di ritrovarvi, come ho fatto io lo scorso week end, all’Enoteca La Stadera (tel. 081999893): uno dei pochi luoghi dove potrete degustare le migliori etichette dell’isola accompagnandole con grandi prodotti della Campania e della Lucania. Selezionatissimi e per lo più di piccoli laboratori.
Tra i tavoli disposti nel caratteristico cortile (in attesa che sia pronta, mi racconta il titolare. “la sala con cucina superiore i cui lavori inizieranno questo inverno”) Ivo Iacono, oste, enotecario e sommelier di rara passione e professionalità, accompagna i suoi ospiti accogliendoli con cortesia e suggerendogli con competenza percorsi attraverso vini selezionati, salumi e formaggi (in particolare quelli campani e lucani), snack (ottimi i “chips” di Peperone di Senise o i grissini artigianali al sesamo) e dolcezze (tra le altre il vin cotto, la “fruttolata” ischitana e i mieli che abbina con perizia ai formaggi di varie stagionature). E ancora: cioccolatini, frutta secca ricoperta e liquori artigianali (13 tipi distinti, tra cui il limoncello, il finocchietto e il rum babà).
Ogni prodotto è scelto da Ivo, con l’aiuto di sua moglie Angela, lucana, e da un ristretto gruppo di talent scout enogastronomici appartenenti alla famiglia che vive tra Vulture e Campania. “Non ho tutte le etichette ma tutte quelle che, di anno in anno, mi convincono. Provo tutto personalmente anche a costo di macinare centinaia di chilometri nel mio giorno libero. L’ultima volta sono andato a prendere i salumi dal mio fornitore di fiducia percorrendo in poche ore 800 chilometri” racconta Ivo mentre sbicchiera per me una notevole Biancolella, il Vigna del Lume 2010 di Mazzella.
L’assaggio del Vigna del Lume 2010 (88/100):
L’azienda con vigneti nella zona di San Pancrazio è stata fondata nel 1940 da Nicola Mazzella ed è oggi portata avanti da Antonio. Le uve, raccolte leggermente surmature, per questa bella etichetta sono prodotte a sud-est dell’ isola a circa 150 metri sul livello del mare nell’omonima località Punta del Lume.
Vigna del Lume è un vino che, in una serata fresca ma non ancora fredda, risulta davvero azzeccato: dorato, di gran struttura, si muove sinuoso nel bicchiere lanciando i suoi strali luminosi. Naso complesso di frutta matura, fiori di ginestra e delicati toni di miele di millefiori su uno sfondo minerale.
In bocca gradevolissimo: polposo di frutta matura (albicocca, arancia candita) ma anche rinfrescato da qualche battuta fresca di finocchietto selvatico e mango acerbo. Risulta alla beva succoso, sostenuto dalla giusta acidità e veramente lungo e pieno, esaltato da un’uscita salmastra gradevolissima che è tutt’uno con l’allungo finale di frutta.
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