Uva: coda di volpe
Fermentazione e maturazione: acciaio
Certi vini non c’è dubbio sono un atto d’amore. Magari compiuto spontaneamente, non ragionato, spinto però da un impulso che brucia e morde fino ad indurti a curare la vigna come fosse il bene più prezioso che la vita potesse farti. Non so mai se definire eccezionali o di estrema semplicità gli elementi che concepiscono vini come questo. Nel senso che è difficile stabilire se siano semplicemente frutto di un territorio particolarmente vocato per la viticoltura o se oltre a ciò ci sia un progetto preciso e ben ragionato. Ma credo che in entrambi i casi si possa stabilire che non è un fatto puramente naturale che in Irpinia si producano vini strepitosi, sia in caso di bianchi che di rossi.
Evidentemente la gente di questi luoghi ha una profonda anima vignaiola, da sempre, che li ha spinti a selezionare quei vitigni e quelle tecniche di produzione che meglio si adattassero al territorio. Già perché su un territorio, nell’arco della propria storia, sono numerosissimi i vitigni che si sono alternati, incrociando spesso i propri dna fino a prendere altre forme e umori. In Irpinia l’uomo ha selezionato i fantastici tre, greco di Tufo, fiano di Avellino e aglianico, che solo in questo areale raggiungono livelli espressivi così alti. C’è anche la timida coda di volpe che lentamente ha ceduto il suo spazio in vigna ai fantastici tre che riescono ad avere più successo sul mercato. E’ un vitigno a bacca bianca tipico dell’areale taurasino che qualche azienda sta cercando di rilanciare sulla spinta del forte legame con la propria terra che qui prende inevitabilmente le forme della vigna. Questo vino bianco da giovane esprime soprattutto semplicità di approccio e ampia possibilità di abbinamenti con il cibo. Nei tempi lunghi diventa invece un vino estremamente interessante.
Il clima freddo di questi luoghi, la sua terra ricca di ceneri vulcaniche, le spinte altitudini danno piena energia ad ogni singolo chicco d’uva. E l’uomo o la donna che vi si dedicano, ne hanno profondo rispetto, consapevoli della grande materia prima che hanno a disposizione. Così nasce questa sorprendente coda di volpe dell’azienda Amarano: dal rispetto devoto per l’altissima qualità delle uve e della importante tradizione vignaiola di famiglia. La piccola azienda è a Montemarano dove a 500 metri di altitudine cura i suoi 7 ettari di vigneto. Ho avuto il privilegio di degustare di recente l’annata 2005, tra l’altro insieme ad un fiano del 1990. Mi ha sorpresa non poco e, anche se è del tutto fuori luogo il paragone tra i due vini, la coda di volpe mi ha affascinato molto di più. Sia per i profumi insoliti che per il corpo agile e scattante che prediligo sempre.
E’ vestita di oro lucente e al naso si racconta lungamente esordendo con note fumè che lentamente lasciano spazio ai toni balsamici, alle castagne essiccate e ad un piacevolissimo vezzo di lavanda. Si fa bere con pienezza ed avidità per il suo corpo sinuoso e sottile, a tratti ruvido, di vivace energia fatta di acidità spinta e di quella sapidità che lo rende così saporito.
Sede a Montemarano. Contrada Torre. Tel 082763351
Questa scheda è di Marina Alaimo