di Adele Elisabetta Granieri
C’è chi leggerà il Decamerone e chi scriverà “Le mie prigioni”, noi abbiamo pensato di suggerirvi una ricetta e un vino al giorno, affinché la cucina, il buon cibo e il buon bere ci siano di conforto nel trascorrere qualche serata a casa. Le ricette saranno semplici, da realizzare con ingredienti facilmente reperibili andando a fare la spesa come previsto. Quanto al vino, saranno suggerimenti di massima, da sostituire con quello che avete già in casa, che trovate facendo la spesa ordinaria o che potete acquistare online.
Una rivisitazione di uno dei piatti cult della tradizione romana, che lo rende perfetto per la tavola di Pasqua. Come vino in abbinamento ho scelto il Trebbiano d’Abruzzo “Vigneto di Popoli” di Valle Reale, un bianco di grande carattere e complessità.
Cacio, pepe con carciofi croccanti
400 g di spaghetti alla chitarra (o altri formati di pasta secondo i gusti)
2 carciofi
150 g di pecorino romano grattugiato
Abbondante pepe nero macinato al momento
Olio extravergine di oliva qb per friggere i carciofi
Preparazione
Pulite i carciofi eliminando il gambo e iniziate e le foglie esterne per qualche giro, finché non arrivate a quelle più tenere, quindi tagliate la parte superiore.
Tagliate il carciofo a metà ed eliminate la peluria. Tagliatelo quindi a fettine il più sottili possibile.
Nel frattempo mettete sul fuoco una piccola padella con un dito di olio e, quando è ben caldo, friggetevi i carciofi per un paio di minuti, girandoli spesso. Vedrete che le foglie si arricceranno e diventando dorate e croccanti. Scolateli e fateli asciugare su un foglio di carta da cucina.
Mettete a lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata. In una ciotola capiente mescolate il pecorino con un’abbondante macinata di pepe. Quando la pasta è quasi cotta prelevate un bel po’ di acqua di cottura e aggiungetevi un cucchiaio o due di acqua fredda del rubinetto, in modo che diventi tiepida e non fonda il pecorino. Versatela poco a poco nella ciotola, sbattendo immediatamente con una forchetta o una frusta, in modo da amalgamare bene il formaggio e formare una cremina ben omogenea. Scolate la pasta al dente e trasferitela nella ciotola; giratela subito per mantecarla e aggiungete metà dei carciofi fritti. Impiattate e terminate con i restanti carciofi fritti e una macinata di pepe.
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Vino
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Trebbiano d’Abruzzo “Vigneto di Popoli” Valle Reale: un Trebbiano di grande carattere e complessità, in cui le sfumature di agrumi e fiori di campo si mescolano ai richiami di pietra focaia e ai soffusi accenni di muschio e sottobosco. Un vino dal sorso carnoso e sfaccettato, coinvolgente per sapore e ritmo, sostenuto da una verve acida di incredibile energia.
- Pasta e Patate con Fiano di Avellino
- Ribollita e Chianti Istine
- Pizza in teglia e Gragnano Ottouve
- Scammaro e Costa D’Amalfi rosato Tenuta San Francesco
- Polpo alla carbonara e “C” di Francesco Guccione
- Spaghetti con pomodoro grigliato e Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Spaghettini con acqua di limone e provolone e Marenevedi Federico Graziani
- Pizza di scarole, Kai di Paraschos e zeppole di San Giuseppe
- Spaghetti alla Puveriello e Fiorfiore di Roccafiore
- Carciofi ripieni e Lambrusco Spumante MC Rose di Cantina della Volta
- Carciofi ripieni di brodo di pollo e Lambrusco Spumante MC Rosé di Cantina della Volta
- Pancotto broccoli e fagioli e Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino di Tenuta I Fauri
- Brioscia col tuppo e Banana pancakes
- Pasta allo scarpariello e Artus di Mustilli
- Danubio salato e Pietrafumante di Casa Setaro
- Polpette alla napoletana e Ariapetrina di Masseria Felicia
- La gricia e Rosantico di Podere di Pomaio
- Pitoni messinesi e Vignammare di Barraco
- Uova in purgatorio e Idea di Varvaglione 1921
- Gnocco fritto e Lambrusco di Sorbara Rito di Zucchi
- I taralli e il Prosecco Colfondo di Bele Casel
- Il gattò di patate e il Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli di Masciarelli
- Il frico di patate e Sacrisassi bianco le Due Terre
- Cavatelli ai fagioli borlotti e Maschitano rosato di Musto Carmelitano
- Focaccia di Recco e L’Amiral di Maccario Dringenberg
- Pizza rustica napoletana e Moscato d’Asti Vite Vecchia Ca’d’gal
- Tortano napoletano e Pashkà di Casebianche
- Cacio, pepe e carciofi croccanti e Trebbiano d’Abruzzo Vigneto di Popoli di Valle Reale
- Fiadoni abruzzesi e Pecorino di Tiberio
- La zuppa di cozze del Giovedì Santo e il Piedirosso dei Campi Flegrei di Agnanum
- La pastiera e il fior d’arancio passito Alpianae di Vignalta
- Nepitelle calabresi e Greco di bianco passito di Cantine Lucà
- I crocchè senza panatura e il Brut contadino di Ciro Picariello
- Baccalà in cassuola e Piedirosso Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Seppie e piselli e Vigna Lapillo rosato di Sorrentino
- Farinata di ceci e vermentino Solosole di Poggio al Tesoro
- Alici in tortiera e Greco di Tufo Torrefavale di Cantine dell’Angelo
- Carciofi in cassuola e Lacryma Christi bianco Territorio de’Matroni di Cantine Matrone
- Sfogliatelle e Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata
- Bombette pugliesi panate ed Es di Gianfranco Fino
- Calamari ripieni e Vermentino di Gallura Clos di Atlantis
- Mezzi paccheri fave, guanciale e pecorino e Cerasuolo d’Abruzzo Giusi di Tenuta Terraviva
- Torta di rose e “Regina di felicità” di Cascina Baricchi
- Pastiera montorese e Aglianico Magis di Antico Castello
- Braciole ripiene al sugo e Aglianico del Taburno Vigna Cataratte di Fontanavecchia
- Ravioli capresi e Costa d’Amalfi Rosato di Tenuta San Francesco
- Spaghettoni burro e lievito di Riccardo Camanini e Chardonnay di Isole E Olena
- Pasta ricotta e ‘nduja e Cirò Rosato di Cataldo Calabretta
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