di Adele Elisabetta Granieri
C’è chi leggerà il Decamerone e chi scriverà “Le mie prigioni”, noi abbiamo pensato di suggerirvi una ricetta e un vino al giorno, affinché la cucina, il buon cibo e il buon bere ci siano di conforto nel trascorrere qualche serata a casa. Le ricette saranno semplici, da realizzare con ingredienti facilmente reperibili andando a fare la spesa come previsto. Quanto al vino, saranno suggerimenti di massima, da sostituire con quello che avete già in casa, che trovate facendo la spesa ordinaria o che potete acquistare online.
Piatto iconico della tradizione napoletana il gattò (il cui nome deriva dal francese “gateau”) fu creato per il banchetto di nozze della regina Maria Carolina, che introdusse a Napoli il gusto francese e la consuetudine di affidare il servizio di cucina ai “monsieurs” (chiamati “monzù” dai napoletani). In abbinamento a questo nobile comfort food, ho scelto il Trebbiano d’Abruzzo ‘Castello di Semivicoli’ di Masciarelli, un bianco abruzzese di grande struttura e complessità.
Gattò di patate
1 kg di patate
100 g di burro
60 g di parmigiano reggiano grattugiato
150 g di provola affumicata
2 uova
un bicchiere di latte
100 g di salame
100 g di prosciutto cotto
250 g di mozzarella
pan grattato
sale
pepe
Preparazione
Lavate le patate e mettetele in una grande casseruola, copritele di acqua fredda e portate a ebollizione. Salate e fatele cuocere per circa 40 minuti, finché tenere. Scolatele e sbucciatele ancora calde, quindi passatele allo schiacciapatate raccogliendo la purea in una ciotola capiente. Unite il parmigiano grattugiato, il burro a dadini, le uova sbattute e il latte. Unite un pizzico di sale, mescolate bene quindi aggiungete la provola e il salame e il prosciutto tagliati a dadini e una generosa macinata di pepe.
Mescolate bene con un cucchiaio di legno, imburrate la teglia da forno prescelta e cospargetela di pangrattato. Trasferitevi metà del composto e adagiate sulla superficie la mozzarella e la provola tagliata a fettine. Coprite con il composto restante e spolverate con pangrattato, aggiungendo qualche fiocchetto di burro il superficie. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 30-40 minuti, fino a quando sulla superficie si sarà formata una crosticina dorata.
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Vino
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Trebbiano d’Abruzzo ‘Castello di Semivicoli’ Masciarelli: un grande Trebbiano d’Abruzzo in cui in profumi di cedro e mela cotogna di fondono ai richiami di fieno e fiori appassiti e a delicati accenni di nocciola e noce moscata. Un vino dal sorso pieno, verticale, di grande struttura e persistenza, che si chiude con piacevole finale speziato.
- Pasta e Patate con Fiano di Avellino
- Ribollita e Chianti Istine
- Pizza in teglia e Gragnano Ottouve
- Scammaro e Costa D’Amalfi rosato Tenuta San Francesco
- Polpo alla carbonara e “C” di Francesco Guccione
- Spaghetti con pomodoro grigliato e Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Spaghettini con acqua di limone e provolone e Marenevedi Federico Graziani
- Pizza di scarole, Kai di Paraschos e zeppole di San Giuseppe
- Spaghetti alla Puveriello e Fiorfiore di Roccafiore
- Carciofi ripieni e Lambrusco Spumante MC Rose di Cantina della Volta
- Carciofi ripieni di brodo di pollo e Lambrusco Spumante MC Rosé di Cantina della Volta
- Pancotto broccoli e fagioli e Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino di Tenuta I Fauri
- Brioscia col tuppo e Banana pancakes
- Pasta allo scarpariello e Artus di Mustilli
- Danubio salato e Pietrafumante di Casa Setaro
- Polpette alla napoletana e Ariapetrina di Masseria Felicia
- La gricia e Rosantico di Podere di Pomaio
- Pitoni messinesi e Vignammare di Barraco
- Uova in purgatorio e Idea di Varvaglione 1921
- Gnocco fritto e Lambrusco di Sorbara Rito di Zucchi
- I taralli e il Prosecco Colfondo di Bele Casel
- Il gattò di patate e il Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli di Masciarelli
- Il frico di patate e Sacrisassi bianco le Due Terre
- Cavatelli ai fagioli borlotti e Maschitano rosato di Musto Carmelitano
- Focaccia di Recco e L’Amiral di Maccario Dringenberg
- Pizza rustica napoletana e Moscato d’Asti Vite Vecchia Ca’d’gal
- Tortano napoletano e Pashkà di Casebianche
- Cacio, pepe e carciofi croccanti e Trebbiano d’Abruzzo Vigneto di Popoli di Valle Reale
- Fiadoni abruzzesi e Pecorino di Tiberio
- La zuppa di cozze del Giovedì Santo e il Piedirosso dei Campi Flegrei di Agnanum
- La pastiera e il fior d’arancio passito Alpianae di Vignalta
- Nepitelle calabresi e Greco di bianco passito di Cantine Lucà
- I crocchè senza panatura e il Brut contadino di Ciro Picariello
- Baccalà in cassuola e Piedirosso Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Seppie e piselli e Vigna Lapillo rosato di Sorrentino
- Farinata di ceci e vermentino Solosole di Poggio al Tesoro
- Alici in tortiera e Greco di Tufo Torrefavale di Cantine dell’Angelo
- Carciofi in cassuola e Lacryma Christi bianco Territorio de’Matroni di Cantine Matrone
- Sfogliatelle e Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata
- Bombette pugliesi panate ed Es di Gianfranco Fino
- Calamari ripieni e Vermentino di Gallura Clos di Atlantis
- Mezzi paccheri fave, guanciale e pecorino e Cerasuolo d’Abruzzo Giusi di Tenuta Terraviva
- Torta di rose e “Regina di felicità” di Cascina Baricchi
- Pastiera montorese e Aglianico Magis di Antico Castello
- Braciole ripiene al sugo e Aglianico del Taburno Vigna Cataratte di Fontanavecchia
- Ravioli capresi e Costa d’Amalfi Rosato di Tenuta San Francesco
- Spaghettoni burro e lievito di Riccardo Camanini e Chardonnay di Isole E Olena
- Pasta ricotta e ‘nduja e Cirò Rosato di Cataldo Calabretta