di Adele Elisabetta Granieri
C’è chi leggerà il Decamerone e chi scriverà “Le mie prigioni”, noi abbiamo pensato di suggerirvi una ricetta e un vino al giorno, affinché la cucina, il buon cibo e il buon bere ci siano di conforto nel trascorrere qualche serata a casa. Le ricette saranno semplici, da realizzare con ingredienti facilmente reperibili andando a fare la spesa come previsto. Quanto al vino, saranno suggerimenti di massima, da sostituire con quello che avete già in casa, che trovate facendo la spesa ordinaria o che potete acquistare online.
I pitoni (o pidoni) sono un must dello street food messinese, una pasta lievitata molto sottile e farcita con scarola, pomodorini, tuma e acciughe. Come vino in abbinamento ho scelto “Vignammare” di Nino Barraco, un Grillo di grande impronta territoriale, che nasce affacciato sul mare di Marsala.
Pitoni Messinesi
Per l’impasto:
1 kg di farina
7 g di lievito di birra
1 cucchiaio di olio o di sugna
2 cucchiaini rasi di sale
1 cucchiaino di zucchero
80 ml di vino bianco
acqua q.b.
Per il ripieno:
50 g di acciughe salate
2 cespi di scarola riccia
250 g di tuma o scamorza
pepe nero
½ kg di pomodori (facoltativo)
olio extravergine d’oliva
sale
Per friggere:
olio di arachidi
In una ciotola diluite il lievito in un po’ di acqua tiepida. Sulla spianatoia formate la fontana con la farina mescolata al sale e allo zucchero. Versate poco per volta il vino e l’acqua a piccole quantità, unite l’olio e amalgamare il tutto con le mani, sino ad ottenere una pasta elastica e morbida, che non attacchi alle mani.
Lavorate l’impasto per circa 10-15 minuti, battendolo sul piano di lavoro più volte.
Riponete il panetto ottenuto in un tovagliolo infarinato e fatelo riposare in luogo caldo, finché non avrà raddoppiato il suo volume (si può accelerare il procedimento mettendo l’impasto il forno riscaldato a 100°C, ma spento)
Tagliate cubetti la scamorza e sminuzzare la scarola riccia. Formate 10 panetti di uguale peso senza impastare ulteriormente. Spianate con un matterello un panetto per volta e stendetelo ad uno spessore di 2/3 mm, dandogli la forma di un disco. Disponete al centro di ogni disco alcuni pezzettini di acciughe, qualche pezzetto di pomodoro (facoltativo), un po’ di scarola riccia, condita con olio, sale e pepe nero, un po’ di tuma o scamorza tagliata a cubetti. Piegate a mezzaluna e pressate il bordo con le dita o con i rebbi di una forchetta, in modo da sigillarne i lembi. Friggete i pitoni in abbondante olio di semi bollente fino alla doratura. Fate assorbire l’eccesso d’olio dei pitoni fritti su carta assorbente e servite caldi.
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Vino
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“Vignammare”, Barraco: uno Grillo in purezza che nasce affacciato sul mare di Marsala e profuma di cedro e salsedine, con profondi richiami di capperi e macchia mediterranea. Il sorso vibrante e salino definisce questo bianco di grande identità territoriale.
- Pasta e Patate con Fiano di Avellino
- Ribollita e Chianti Istine
- Pizza in teglia e Gragnano Ottouve
- Scammaro e Costa D’Amalfi rosato Tenuta San Francesco
- Polpo alla carbonara e “C” di Francesco Guccione
- Spaghetti con pomodoro grigliato e Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Spaghettini con acqua di limone e provolone e Marenevedi Federico Graziani
- Pizza di scarole, Kai di Paraschos e zeppole di San Giuseppe
- Spaghetti alla Puveriello e Fiorfiore di Roccafiore
- Carciofi ripieni e Lambrusco Spumante MC Rose di Cantina della Volta
- Carciofi ripieni di brodo di pollo e Lambrusco Spumante MC Rosé di Cantina della Volta
- Pancotto broccoli e fagioli e Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino di Tenuta I Fauri
- Brioscia col tuppo e Banana pancakes
- Pasta allo scarpariello e Artus di Mustilli
- Danubio salato e Pietrafumante di Casa Setaro
- Polpette alla napoletana e Ariapetrina di Masseria Felicia
- La gricia e Rosantico di Podere di Pomaio
- Pitoni messinesi e Vignammare di Barraco
- Uova in purgatorio e Idea di Varvaglione 1921
- Gnocco fritto e Lambrusco di Sorbara Rito di Zucchi
- I taralli e il Prosecco Colfondo di Bele Casel
- Il gattò di patate e il Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli di Masciarelli
- Il frico di patate e Sacrisassi bianco le Due Terre
- Cavatelli ai fagioli borlotti e Maschitano rosato di Musto Carmelitano
- Focaccia di Recco e L’Amiral di Maccario Dringenberg
- Pizza rustica napoletana e Moscato d’Asti Vite Vecchia Ca’d’gal
- Tortano napoletano e Pashkà di Casebianche
- Cacio, pepe e carciofi croccanti e Trebbiano d’Abruzzo Vigneto di Popoli di Valle Reale
- Fiadoni abruzzesi e Pecorino di Tiberio
- La zuppa di cozze del Giovedì Santo e il Piedirosso dei Campi Flegrei di Agnanum
- La pastiera e il fior d’arancio passito Alpianae di Vignalta
- Nepitelle calabresi e Greco di bianco passito di Cantine Lucà
- I crocchè senza panatura e il Brut contadino di Ciro Picariello
- Baccalà in cassuola e Piedirosso Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Seppie e piselli e Vigna Lapillo rosato di Sorrentino
- Farinata di ceci e vermentino Solosole di Poggio al Tesoro
- Alici in tortiera e Greco di Tufo Torrefavale di Cantine dell’Angelo
- Carciofi in cassuola e Lacryma Christi bianco Territorio de’Matroni di Cantine Matrone
- Sfogliatelle e Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata
- Bombette pugliesi panate ed Es di Gianfranco Fino
- Calamari ripieni e Vermentino di Gallura Clos di Atlantis
- Mezzi paccheri fave, guanciale e pecorino e Cerasuolo d’Abruzzo Giusi di Tenuta Terraviva
- Torta di rose e “Regina di felicità” di Cascina Baricchi
- Pastiera montorese e Aglianico Magis di Antico Castello
- Braciole ripiene al sugo e Aglianico del Taburno Vigna Cataratte di Fontanavecchia
- Ravioli capresi e Costa d’Amalfi Rosato di Tenuta San Francesco
- Spaghettoni burro e lievito di Riccardo Camanini e Chardonnay di Isole E Olena
- Pasta ricotta e ‘nduja e Cirò Rosato di Cataldo Calabretta