di Dora Sorrentino
Un artigiano con gli artigiani, o meglio tanti artigiani per un artigiano, della pizza in questo caso: Enzo Coccia. La pizza napoletana, scardinata dagli stereotipi, è da alcuni anni in evoluzione grazie alla buona volontà ed alla voglia di mettersi in discussione di tanti giovani artigiani, che garantiscono attraverso il loro lavoro la qualità dei prodotti presenti nelle cucine dei ristoranti italiani e, da un po’ di tempo, anche sui banchi delle pizzerie.
Il primo a dare il “la” sulla pizza di Enzo è proprio Luciano Pignataro nel gennaio 2006, parlando di un “risultato davvero eccezionale”. L’evento-pizza tenutosi alla “PizzAria La Notizia” di via Caravaggio ha portato alla luce tante realtà territoriali consolidate, dai prodotti dell’orto alle birre artigianali.
La giornalista Monica Piscitelli, autrice della Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania, insieme a Slow Food Campania, Slow Food Napoli e alle Comunità del Cibo di Terra Madre della regione, è tornata in questa pizzeria, da cui sono partiti i primi Pizzalab nell’estate 2012, in occasione dell’uscita del suo libro, ideati dalla stessa autrice, che avevano lo scopo di improntare nel discorso pizza farciture diverse, utilizzando prodotti stagionali a chilometro 0.
Guardare al futuro, senza tralasciare gli insegnamenti dei propri predecessori: questo il motto dei giovani contadini campani. Come esprimere le potenzialità di queste ricchezze della natura? Enzo Coccia, pioniere della pizza gourmet, ce lo spiega attraverso le sue pizze: si parte con i “murzilli”, piccoli panini di pasta di pizza farciti con bresaola o pancetta, fior di latte e pecorino, in abbinamento “Terre di Gragnano” della Cantina Iovine. Ma è sulle pizze che Enzo si gioca i jolly, a partire da quella dai toni delicati con le zucchine San Pasquale della Comunità del Cibo Flegrea e fior di latte della Comunità del Cibo dei Monti Lattari, abbinata alla birra Syrentum del Birrificio di Sorrento.
In un crescendo di sapori sempre più spiccati si passa dalla pizza con salsiccia di bufala e fior di latte, accompagnata da una fresca e sgrassante Serro Croce del Birrificio Serro Croce di Monteverde (Av), alla margherita con salame di bufala del Consorzio Alba e ricotta, a quella conclusiva con il gorgonzola, accompagnata dalla Farhenheit di Maltovivo.
Per non farci mancare la nota dolce, il padrone di casa ci ha inteneriti con un ripieno con cioccolato fondente della cioccolateria Piluc.
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