Una vera e propria rivoluzione per chi mangia la pizza da asporto: ora è possibile averla anche dopo dieci, quindici minuti come appena sfornata godendo della stessa fragranza. Un risultato non da poco per la pizza napoletana che perde rapidamente le sue qualità. Una buona notizia da La Notizia, il locale di Enzo Coccia a via Caravaggio dove ieri è stata presentata l’iniziativa, per chi, come me ad esempio, è un grande consumatore di pizza in ufficio.
Così anche la pizza incontra la tecnologia, per garantire la fragranza del prodotto consegnato a domicilio e aiutare la raccolta differenziata del cartone da imballaggio.
La nuova scatola ha un sistema con una camera d’aria che permette al calore e all’umidità di uscire, evitando così che la pizza perda la sua fragranza.
Contemporaneamente evita che entrino nell’involucro agenti atmosferici durante il tragitto per la consegna.
Pizza a casa e in ufficio come se fosse appena uscita dal forno a un prezzo non esorbitante, visto che la nuova scatola costa il 25% in più rispetto a quello vecchio ma saprà accontentare i palati dei più pigri che, pare, siano davvero tanti.
Può essere considerata quasi la rivoluzione copernicana delle scatole per la pizza, quella da Arzano, siamo vicino Napoli, dove Salvatore Rocco, un ingegnere della Seda, azienda che fa capo all’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato, si è inventato un nuovo tipo di imballaggio. Rocco, dopo anni passati a inventare contenitori per i fast food («McDonalds è tra i nostri principali clienti», racconta) ha finalmente potuto concentrarsi sulla pizza napoletana, la sua passione: «L’idea è nata – spiega – per cercare di garantire la fragranza della pizza anche dopo 10-15 minuti dall’uscita dal forno».
Il 93,7% degli italiani maggiorenni consuma infatti la pizza da asporto più volte all’anno: sono quindi 36 milioni di italiani che la mangiano a casa o in ufficio, gettando via diverse decine di milioni di cartoni per pizza. I dati vengono da una ricerca di Comieco, il consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosa. Sono stati proprio loro, infatti, a dare l’impulso all’iniziativa della Seda di Arzano, chiedendo un imballaggio innovativo per le pizze. Infatti il nuovo cartone aiuterà un corretto riciclo della carta. Grazie a una riga è possibile separare facilmente la parte inferiore dell’imballaggio, sporca di pizza, che non va riciclata, da quella superiore, pulita.
Infatti il cartone sporco di pizza va buttato nell’umido o nell’indifferenziato.
La nuova scatola ecologica per pizza fragrante è già pronta a invadere il mercato: si comincia dalla pizzeria “La Notizia” di via Caravaggio a Napoli, dove il pizzaiolo Enzo Coccia ha sposato con entusiasmo il progetto, ma «siamo sicuri che le richieste arriveranno da tutta Italia», conclude Rocco che sa bene come la margherita sia amata a tutte le latitudini.
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