di Roberto Giuliani
Se da un Brunello di Montalcino o un Carmignano, o ancora un Chianti Classico, puoi aspettarti di trovare una bottiglia del 2009 in grado di essere apprezzata, da un’IGT Colli Toscana Centrale fai un po’ più fatica, sebbene qui siamo a Montalbano, che non è proprio un posto qualsiasi in campo vitivinicolo.
Aggiungiamo che questo Gioveto è stato sì chiuso in confezione da 6 bottiglie nel sottoscala al buio, ma certamente gli sbalzi di temperatura in tutti questi anni li ha subiti, di estati torride ne abbiamo avute, soprattutto la 2017 e la 2022 non hanno scherzato dalle mie parti. Eppure eccolo qui, sangiovese 60%, merlot 20%, syrah 20%, 12 mesi in barriques di Allier, un anno in bottiglia e poi in vendita. Quindi era già in commercio da più di 10 anni.
In verità devo dire che ero abbastanza fiducioso di non rimanere deluso, in passato avevo già aperto vecchie bottiglie sia della Tenuta Cantagallo che di Le Farnete, ambedue di proprietà della famiglia Pierazzuoli, evolute molto bene, senza ossidazioni e cedimenti marcati.
E anche in questo caso è andata bene, il vino è nel calice da più di mezzora e non sembra temere l’ossigeno, non si spegne nei profumi e non accenna a terziarietà spinte. Anche il colore è ancora compatto con riflessi rubini e buona profondità, solo all’unghia accenna al granato, ma è davvero poca cosa.
All’olfatto esprime belle note di prugna matura, confettura di more, ribes nero, pepe, cacao, tabacco, leggero cuoio, sottobosco, legno di liquirizia, incenso, riesce ad esprimere ancora una piacevole vena balsamica, il tutto in equilibrio ed estremamente piacevole.
Al palato c’è un velo di maturità, si sentono in parte quelle note che ricordano il goudron, la cenere, la polvere da sparo, ma la carica fruttata e speziata è ancora dominante e c’è una buona freschezza a sostenere una materia sostanziosa e profonda, segno che nelle intenzioni dell’autore la longevità era stata contemplata, altrimenti un anno di barrique lo avrebbe ammazzato…
Un rosso a tratti austero ma pieno di calore, avvolgente, il sorso non stanca, il tannino è perfettamente integrato e setoso, non ci sono sensazioni amare, quindi ci si può sbizzarrire senza paura con una bella fiorentina alta almeno 5 centimetri, anche se a questo punto io mi orienterei più verso le carni cotte lungamente, con intingoli speziati e scuri, perché questo Gioveto ha le spalle per reggere quasi tutto lo scibile alimentare.
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