Dopo le dimissioni del Papa pensavamo di aver visto davvero tutto. In fondo l’ultimo cronista di una cosa del genere era stato un certo Dante.
Ma noi possiamo testimoniare di una cosa ancora più clamorosa: il crollo del mito del Noma, ritenuto dalla Best50 il miglior ristorante del mondo, quello che ha aperto la strada al vento del Nord nella gastronomia mondiale.
Ebbene, cosa è successo? Un incidente classico dei ristoranti da banchetto negli anni ’80 che facevano la gioia di noi giovani cronisti a cui seguiva puntuale la lettera di precisazione dell’avvocato: una sessantina di persone sono state male dopo aver mangiato nel locale del bel René.
I funzionari del Dipartimento dell’Alimentazione danese, il Fødevarestyrelsen, hanno ispezionato nei giorni scorsi il ristorante stellato dopo che almeno 63 clienti, che avevano pranzato a metà febbraio, sono stati colpiti da un norovirus conosciuto anche come virus di Norwalk.
L’agenzia sanitaria avrebbe inoltre riscontrato dei «problemi d’igiene».
«Si è ammalato anche parte del personale venuto in contatto col cibo», scrive l’agenzia nel suo rapporto molto critico. Il Fødevarestyrelsen imputa al Noma di non aver disinfettato per tempo le cucine così da evitare un’ulteriore diffusione del contagio. Di più: i funzionari hanno poi scoperto che non c’era acqua calda nei rubinetti utilizzati dal personale per lavarsi le mani.
Insomma, per la legge del contrappasso, ad essere colpiti da virus e batteri sono proprio quei posti dove questa ossessione sponsorizzata dalle multinazionali ha dettato leggi e proibizioni (ricordiamo quella paradossale che voleva chiudere i forni a legna per pane e pizza in Italia).
Un incidente nulla toglie alla grandezza del Noma e al movimento culturale, sia chiaro.
Ma qualcosa di simile non mi sembra sia mai successa da Ferran Adria. E’ questa la differenza tra movimento e rivoluzione di cui ci ha parlato?
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