di Francesco Aiello
«La gastronomia della Campania, ed in particolare quella della Penisola Sorrentina, pur dando lustro all’intero Mezzoggiorno è costretta a fare i conti con mille difficoltà, dovute soprattutto alla mancanza di servizi e di infrastrutture che di fatto ne limitano fortemente le potenzialità». Questo lo sfogo di Alfonso Iaccarino, titolare con la moglia Livia ed i figli Ernesto e Mario del don Alfonso 1890, il ristorante di San’Agata sui due Golfi che ha fatto conoscere ai gourmet di tutto il mondo i profumi ed i sapori della cucina del sud. E il padre nobile della moderna cucina mediterranea, oggi presente con propri ristoranti a Macao ed a Marrakech, non ha dubbi nel puntare il dito contro le istituzioni che fanno poco per valorizzare adeguatamente gli sforzi di coloro che lavorano per promuovere i prodotti e piatti della tradizione italiana.
In queste condizioni gli spazi per un ulteriore sviluppo del turismo gastronomico sembrano davvero stretti …
«Nonostante tutto sono fiducioso e spero sempre che ci sia una presa di coscienza di quanti operano in questo settore per superare le gelosie e presentarsi come interlocutori forti della classe politica. D’altra parte la nostra storia aziendale dimostra che nonostante le difficoltà quotidiane, continuiamo a raccogliere soddisfazioni sia in Campania sia nel resto del mondo»
In questa lunga esperienza professionale ricca di tanti successi e gratificazioni in tutto il mondo, c’è qualche rimpianto?
«La nostra grande amarezza è quella di aver messo in discussione l’amicizia con Enzo Vizzari, il direttore delle guide dell’Espresso che per tanti anni ci è stato vicino sotto il profilo umano e professionale e che ha fatto moltissimo per la gastronomia della Campania. Purtroppo le pressioni ed i ritmi ai quali questo lavoro ci sottopone, uniti ad interventi esterni non sempre disinteressati, ci hanno portato ad esprimere giudizi che sono al di là delle intenzioni e che hanno compromesso un rapporto personale che speriamo di recuperare»
Parlare di gastronomia e di cucina vuol dire inevitabilmente affrontare la questione delle Guide e delle pubblicazioni di settore …
«La critica gastronomica ha fatto molto per far conoscere il nostro lavoro ed i prodotti del territorio. Oggi è necessario fare i conti con i nuovi mezzi attraverso i quali si esprime il giornalismo del settore e come sempre a fare la differenza è la professionalità di coloro che si occupano di cibo e vino, senza mai dimenticare che si ci confronta con aziende, talvolta di dimensioni considerevoli, che danno lavoro e creano ricchezza. In questo caso competenza e responsabilità sono quanto mai indispensabili strumenti del mestiere»
Cosa rischia di minare il successo della grande gastronomia concentrata in Penisola Sorrentina?
«L’elenco sarebbe lungo. Partiamo dai collegamenti e dai trasporti. In tutte le località del mondo di grande tradizione turistica si costruiscono strade, parcheggi e porti. L’esempio della Costa Azzurra è sotto gli occhi di tutti. Qui no. E così per spostarsi bisogna fare i conti con strade dissestate, centri storici congestionati, senza dimenticare l’impossibilità di ospitare adeguatamente coloro che si spostano via mare a bordo di barche di notevoli dimensioni. In questo modo si perde la quota di turismo gastronomico di fascia alta»
Anche le strutture dedicate all’accoglienza sono inadeguate?
«Qui l’ospitalità alberghiera vanta un’antica tradizione ma purtroppo mancano i servizi ed i comfort che chiedono i turisti contemporanei. Basti per tutti l’esempio del campo da golf. L’assenza di una struttura del genere costituisce un vero handicap, considerato che oggi i grandi viaggiatori, quelli che frequentano i resort del mondo e che si spostano per provare le cucine più importanti, programmano le loro vacanze anche per usufruire di strutture del genere. Senza contare poi, l’indotto in termini di posti di lavoro, che si creerebbero grazie a porti turistici e impianti dedicati al tempo libero»
Dai un'occhiata anche a:
- Polemiche estive. Dieci punti di vista, da leggere sotto l’ombrellone
- Luigi Iapigio, il cuoco di successo che ha capito tutto sulla Michelin prima dei ragazzi di Lucca
- La dittatura degli ignoranti nel food. Mio Dio come siamo arrivati a questo?
- Cilento: le dieci cose belle dell’estate di Marco Contursi
- Luca Ferrua si è dimesso daI Gusto. La lezione da mandare a memoria
- La birra ignorata: scarsa presenza delle birre artigianali campane nei ristoranti della regione
- La prima polemica inutile dell’anno: Langone versus Romito
- Luigi Tecce: Il vino naturale è fascista… Cosa penso della frase di Farinetti? Chiedilo a Sgarbi