Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 26/30. Non Omologazione 32/35.
Uno degli insegnamenti del vissuto quotidiano è che la stupidità fa molto più male della cattiveria. Per essere più precisi, la stupidità è il male, ossia la incapacità di avere fiducia in se stessi e dunque cercare scorciatoie.
Basterebbe un poco di fiducia e altrettanta lungimiranza per chiedersi cosa fare quando si è una piccola azienda. Semplice: specializzarsi, specializzarsi e ancora specializzarsi.
Purtroppo questo concetto elementare non si afferma facilmente nel giovane mondo del vino italiano, eppure la crisi dimostra che resiste e vende solo chi ha una buona caratterizzazione, un progetto enologico coerente con se stesso.
Per esempio: non è strano che in Campania non esiste neanche una azienda, dico una, specializzata nel produrre solo Falanghina nonostante questo vitigno sia coltivato da non meno di 200 cantine?
Alcune aziende però si stanno orientando lentamente verso una riduzione della offerta e sono sicuramente quelle che avranno qualcosa da dire nei prossimi anni. Una di queste è, con nostra grande gioia, Bambinuto che ha eliminato il Taurasi e il Fiano per dedicarsi soprattutto al Greco per cui è indiscutibilmente nata essendo a Santa Paolina e alla Falanghina. Attenzione, alla sua Falanghina, piantata e coltivata in Irpinia e dunque vera doc. Non acquistata nel Sannio.
Contrade di Taurasi con l’Aglianico, Maura Sarno con il Fiano e Marilena Bambinuto con il Greco rappresentano il trittico ideale di chi non gioca ma ha solo voglia di affrontare il mercato con quella serietà che rende tutto più difficile alll’inizio, soprattutto in una regione di una nazione che adora il pressapochismo televisivo, ma che alla lunga paga sicuramente.
Così questa Falanghina è un inno alla intelligenza produttiva, ben eseguita da Antonio Pesce, figlio d’arte, tanto mestiere e decine di chilometri macinati ogni giorno da tanti anni, da quando sin da piccolo seguiva il padre Amodio.
Da allora ne è passato di vino nelle vasche di acciaio, l’enologo non è più che quello aggiusta i guai della campagna in cantina, ma colui che imposta il vino come progetto.
Questa Falanghina ha l’energia tipica dei bianchi irpini, alle sue prima battute, certamente destinata alla longevità, ma che intanto si presenta con una frutta precisa e appagante, un agrumato composto e in buon equilibrio, grande la spinta acida, decisa e pulita la chiusura di un vino che chiede soprattutto di essere abbinato al cibo.
Ecco allora, siete avvertiti: se cercate Falanghina da una piccola azienda in provincia di Avellino, questa ha avuto la serietà di piantarla e coltivarla per poterla vinificare. Basterebbero trenta, dico trenta non trecento, cantine così per traghettare l’Irpinia dalla vocazione vitivinicola alla maturità enologica.
Sede a Santa Paolina. Via Cerro, 18. Tel. 0825.964634. www.cantinabambinuto.com Enologo: Antonio Pesce. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 18.000. Vitigni: greco falanghina, aglianico.
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