di Giulia Gavagnin
Siamo a nord di Torino, nel Canavese. Le strade alberate conducono a una stradina stretta, con una targa di nuovo conio ove è impressa la via, intitolata a: “Luigi Massucco, forgiatore”. In fondo alla strada, quella che un tempo era proprio una forgia, poi convertita in impresa metalmeccanica, oggi è una Maison du Champagne.
Sì, chi mai l’avrebbe detto. Non una cantina per la maturazione del nebbiolo o altro vitigno autoctono, bensì la prima Maison di Champagne italiana, incastonata tra le valli del Piemonte.
Di Alberto Massucco (figlio di Luigi, ca va sans dire) abbiamo già parlato. Torinese, imprenditore nel settore metalmeccanico, in età matura ha riscoperto e nobilitato un’antica passione giovanile, quella per lo champagne. Dopo aver portato avanti con successo l’impresa di famiglia a Castellammonte, decide di tirare il famoso cassetto in cui sono custoditi i sogni e di dedicarsi all’attività di vigneron, sebbene non in prima persona. Grazie all’intercessione di un grande esperto come Alberto Lupetti, entra in contatto con uno dei più blasonati “Rècoltant”, Erick de Sousa, colui il quale –secondo le parole dello stesso Lupetti- con Selosse e Agrapart costituisce “il terzetto magico di Avize”.
Siamo nel cuore della Cote des Blancs, e il grande (e compianto) viticoltore di origine portoghese vinifica per Massucco le prime cuvèe. Tuttavia, prima che queste siano pronte per il commercio, Massucco si dedica anche all’importazione in esclusiva per l’Italia di alcune etichette di piccoli Rècoltant-Manipulant: Jean-Philippe Trousset, Roche-Bocart, Gallois-Bouche, Bonnevie Bocart e Fa’Bullouses, un progetto tutto al femminile.
Dopo l’ingresso ufficiale nel mondo degli Champagne d’autore, escono le prime bottiglie griffate Alberto Massucco: gli “AMC” a prevalenza chardonnay contraddistinti dai numeri 00; 02; 05 a seconda del dosaggio; la cuvèe “Mirede” dedicata alla moglie; il “Mon idèe de Cramant” con uve 100% Chardonnay provenienti dal villaggio di Cramant; Il Grand Cru de Mesnil con uve 100% Chardonnay provenienti dal villaggio di Mesnil sur Oger, sempre Cote des Blancs. Alcune di queste etichette sono state personalizzate per prestigiosi ristoranti italiani, come Del Cambio di Torino, con cui l’imprenditore ha iniziato un autentico sodalizio professionale, e Il Pagliaccio di Roma.
Ma Massucco non si è fermato qui, ha acquistato un vero e proprio vigneto ad Avize, che probabilmente lo rende uno dei pochissimi produttori di Champagne “italiano al 100%” insieme a Encry.
Nei giorni scorsi ha inaugurato la Maison Massucco, uno spazio di 2000 mq esitato dalla riqualificazione della sua prima impresa (oggi, la vera e propria sede di produzione è a pochi chilometri da lì), un edificio unico nel suo genere, con spazi per pranzi, ricevimenti, degustazioni, stoccaggi. Una mega-cantina dove risiedono migliaia di bottiglie, sia firmate Massucco che oggetto della sua importazione, la “cave du proprietaire” dove risiedono le bottiglie dello stesso imprenditore, che nella selezione mostra un indubbio buon gusto, tra prestigiose etichette borgognone, i migliori vini del Carso e i toscani che proprio non possono mancare..
Il salone delle feste può ospitare fino a trecento persone; la sala degustazione è allestita con una cucina studiata insieme a Matteo Baronetto del Cambio, che a questo punto può dirsi “primo officiante” di casa Massucco. Ovviamente all’inaugurazione, non poteva mancare proprio lo stesso Baronetto che ha allestito un buffet studiato per il lancio di una nuova etichetta di Massucco chiamata – non a caso – “Ouverture”. Trecento Magnum di Blanc des Blancs, 100% Chardonnay create per la serata, che il patron s’è augurato di non dover consumarle tutte perché sarebbe stato un peccato.. ma non siamo certi che all’auspicio siano seguiti i fatti.
Gli champagne di Massucco sono tutti complessi: durante la serata con il famoso degustatore Alessandro Scorsone abbiamo riscontrato piacevoli differenze tra bottiglia e bottiglia, con significative e mai banali variazioni tra sentori di fiori bianchi, crosta di pane bianco, zest di bergamotto, pesca e lontani tocchi di china, laddove presenti.
Alberto Massucco ha annunciato che l’anno prossimo aprirà una “maison” analoga proprio in Champagne, dove ha acquistato i vigneti.
Il suo sogno visionario sarà allora davvero completo.
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