di Bruna Sapere
Buone notizie per gli appassionati di pizza che non hanno ancora terminato gli acquisti relativi ai regali di Natale.
La Hasbro, brand statunitense che produce giochi e giocattoli – secondo solo alla Mattel – da pochissimi giorni ha lanciato una nuovissima versione del Monopoli (probabilmente il suo gioco più famoso). Dimenticate Largo Augusto e Parco della Vittoria perché questa volta ad essere vendute, acquistate o cedute non saranno strade, piazze, case o alberghi, bensì fette di pizza. Si, perché il nuovissimo Monopoly Pizza Game, al momento disponibile su Amazon e Walmart al prezzo di 19,99 dollari, ha uno scopo diverso: non più gettare gli avversari sul lastrico, ma guadagnare più fette di pizza possibili o, come recitano le istruzioni, rack up the dough. Il nuovo obiettivo sarà raccogliere un set completo di colori (ogni colore corrisponde ad un tipo di pizza) per ottenere una pizza intera, ad esempio la vegetariana, quella al formaggio, la classica pepperoni, pollo al barbecue, spinaci e funghi.
Dimenticate anche le solite pedine, perché ora si potrà optare per una grattugia, una bici da consegna, una pizza sulla pala, un’affettatrice, un pizzaiolo, una saliera. La scatola stessa del gioco ricorda una scatola per pizza. Mentre restano i gruppi di carte Chance e Community (i nostri Imprevisti e Probabilità) e la possibilità di finire in prigione. Il gioco è consigliato dagli otto anni in su ed è possibile giocare da due a quattro giocatori per volta.
Per celebrare il lancio, la Hasbro ha realizzato una versione commestibile del gioco, ossia una vera pizza a forma di Monopoly Pizza Game.
Secondo la CNN, la società statunitense avrebbe lanciato, nel corso degli anni, oltre 300 edizioni speciali del famoso gioco, usando grande creatività e spaziando dai personaggi Disney a quelli di Star Wars, ma con il tema pizza si è davvero superata.
Pare che il precursore del Monopoli sia stato inventato nel 1904 da Elisabeth Magie, imprenditrice e autrice di giochi, e si chiamasse The Landlord’s Game, concepito come uno strumento didattico per insegnare la teoria dell’imposta unica.
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