Ceraudo
Uva: chardonnay
Fascia di prezzo: 25,00
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 27/30 – Non omologazione 28/30
Roberto Ceraudo è un uomo che sa amare la terra, le parla, la rispetta, la cura, la coccola come un proprio figlio e vive in simbiosi con essa. Fin da quando nel 1973 si è insediato nella fertile campagna calabrese di Strongoli (Kr) affacciata sul mar Ionio e da dove è partita la sua avventura. Da molti anni fa biologico e per questo è ampiamente ripagato con frutti sani ed abbondanti. Insieme con lui collaborano nella gestione aziendale i tre figli Susy, Giuseppe e Caterina.
Al centro della proprietà campeggia un rustico caseggiato baronale del 1600, completato dalla moderna cantina, dal frantoio, dal complesso agrituristico, dallo stellato e raffinato ristorante Dattilo e da una suggestiva e graziosa chiesetta. Tutto intorno, in un territorio unico ed altamente vocato, si estendono sessanta ettari coltivati a vigneti ed uliveti, da cui si ricavano superpremiati e straordinari vini ed oli.
Per quanto riguarda la produzione dei vini, curati dall’enologo Fabrizio Ciufoli, ovviamente si dà preferenza all’allevamento di vitigni locali come il gaglioppo, il magliocco, il greco nero e bianco, il pecorella ed il mantonico, ma senza trascurare varietà internazionali come il cabernet e lo chardonnay.
Ed è stato appunto con la bottiglia di Chardonnay Imyr Val di Neto Igt Bianco 2012 che ho voluto testare la validità di questo vitigno insolito per le lande calabresi, pensando anche al clima non propriamente simile al dipartimento di Yonne, così fresco, ventilato e ricco di terreno calcareo Kimmeridgian e dove si producono stupefacenti Chablis. Ma devo dire che il confronto mi intriga parecchio! Vediamo quali sono stati i risultati.
Il vino dopo la fermentazione ha trascorso un mese in acciaio, sei mesi in barriques ed altrettanti in boccia. La gradazione alcolica si è fissata a 14 gradi.
Il colore è già di un bel giallo paglierino carico con riflessi luminosi ai lati, come fosse un vino più vecchio della sua età. L’appeal aromatico è subito avvolgente, puro e cristallino. Il naso è assalito da dolcissime fragranze di fiori gialli, di crisommola (albicocca), cedro, nocciola, frutta tropicale ed erbe mediterranee. E poi un filo di idrocarburi, in combutta con sentori vanigliati, tocchi di miele d’acacia e spezie orientali. La bocca è ampia, aggraziata, calda e seducente e grassa, ma non burrosa. Il rovere è gentilissimo e non invasivo, tanto da non inficiare l’impatto del vino sul palato, che anzi dimostra di essere nitido, sapido, fresco, minerale e polposo. Il carattere varietale mette in mostra venature fruttatamente croccanti e floreali, già rimembrate all’olfatto. Il vino è poi appetibile, vivace, elegante, dinamico, misurato e rotondo.
Direi che si tratta di uno dei migliori Chardonnay del Sud Italia e non solo, che sottolinea mirabilmente il territorio d’origine. Da degustare insieme a risotti di mare e di terra, frutti marini, taglieri di salumi e di formaggi giovani, carne bianca e minestre di verdure. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Marina di Strongoli (Kr) – Contrada Dattilo. Tel. 0962 865613 – Fax 0962 865696. info@dattilo.it – www.dattilo.it .Enologo: Fabrizio Ciufoli. Ettari di proprietà: 60, di cui 20 vitati. Bottiglie prodotte: 70.000 .Vitigni: gaglioppo, magliocco, greco nero e bianco, cabernet sauvignon, pecorella, mantonico e chardonnay.
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