BOTTI
Uva: aglianico
Fascia di Prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 24/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 31/35
“Repetita iuvant” dicevano gli Antichi che, come al solito, ci azzeccavano sempre. Rapportato ai giorni nostri, quasi tutte le faccende giornaliere che interessano l’uomo sono spesso ripetitive ed abitudinarie. Esse fanno parte del proprio patrimonio personale, ricco di esperienza, di conoscenza, di intelligenza e di progresso, da cui non si può prescindere assolutamente, perché ripetute aiutano a vivere meglio.
Il delicato ed affascinante momento della vendemmia, per esempio, è connotato dagli stessi gesti, dai soliti rituali, dalle reiterate operazioni. Un sottile ed invisibile filo lega insieme tutti gli operatori che diventano un solo corpo, una sola comunità, per una condivisa e attiva partecipazione che conduce verso il traguardo finale.
E proprio per riallacciarmi a questo concetto, per una strana coincidenza anche quest’anno, analogamente a quanto successe l’anno scorso, mi sono trovato in piena campagna vendemmiale a far visita all’azienda di Carminuccio Botti di Agropoli, storico produttore cilentano della prima ora. Una vendemmia che è stata forzatamente anticipata per la perdurante siccità ed il caldo opprimente che hanno caratterizzato l’intera estate. L’uva ha subito uno stress idrico notevole, tanto da rischiare di “cuocersi” come tizzone ardente sotto i dardi infuocati e le foglie tendono ad ingiallire precocemente. A tutto questo, perciò, si è cercato di porre rimedio con una mossa preventiva, che solo il tempo ci dirà se sarà stata completamente corretta, perché comunque un danno palese si è già verificato. Staremo a vedere.
Il vigneto circonda minaccioso, come un cane ringhioso, l’abitazione posta esattamente al centro della proprietà. Io e Carminuccio ci sediamo comodamente in veranda al sicuro a sorseggiare alcuni suoi vini ed intanto ne approfitto per prendere qualche appunto, in attesa che arrivi la figlia Emiliana, la quale sovrintende a tutto il lavoro. Nel frattempo, arrivano a frotte clienti affezionati per acquistare vino sfuso a prezzo imbattibile. Caricano sulle loro auto damigiane, bottiglioni e recipienti vari pieni del prezioso liquido e poi vanno via tutti felici e contenti, come bambini che hanno ricevuto pane e nutella. Lo spettacolo è veramente sorprendente! Ad un tratto fanno la loro comparsa in azienda alcuni Tedeschi, i quali, mi dirà poi Carminuccio, vengono qui da molti anni e si impossessano letteralmente di cartoni pieni di bottiglie di vino, senza badare al contenuto o al prezzo, tanto ci sono abituati e sanno cosa comprano. Che spettacolo meraviglioso!
Ecco finalmente che arriva Emiliana, trafelata, sempre indaffarata e piena di vitalità, non si ferma mai. Mi rivolge appena un saluto e poi via di corsa a fare la spola tra la cantina nuova finita da poco, quella vecchia che è ancora funzionale e poi si dirige con passo fermo verso l’intricata vigna a sorvegliare il raccolto. Tutto ok. A questo punto capisco benissimo che sono d’intralcio e perciò saluto la compagnia e vado via, traslocando in compagnia di una bottiglia di Impervio Aglianico Cilento del 2008 per la mia personale degustazione, con la benedizione di padre e figlia.
Questo millesimo è l’ultima annata in commercio, perché il vino, dopo la canonica fermentazione, subisce una lunga fase terziaria. Viene posto prima in contenitori di acciaio inox e poi in botti grandi di rovere per circa un anno e mezzo e trascorre poi un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per altri sei-dodici mesi. Ed ecco il risultato finale: alla vista risalta un colore rubino scuro, quasi impenetrabile. Un prorompente, inconfondibile e caratteristico profumo, tipicamente aglianicante, sale e serpeggia verso le narici, quasi stordendo la mente. La frutta rossa matura trova qui la sua essenza voluttuosa, accompagnata subito dopo, appena decido di “imboccarmi” una bella sorsata, da una progressione gustativa impagabile ed appagante. Tannini in fase di assestamento, ma ancora leggermente “piccanti”, che, insieme all’elevata alcolicità e ad una spiccata dose glicerica, sono sintomo senz’altro di una beva longeva. Anche al palato ritornano le sensazioni di frutta rossa percepite precedentemente al naso e dispiegate a dismisura. Il finale è abbastanza lungo e coinvolgente. Sicuramente ci troviamo in presenza di un ottimo vino territoriale, degno rappresentante di cotanto personaggio. Lo abbino ai piatti di terra della tradizione cilentana. Perfetto con un matrimonio incestuoso con un capretto di Cannalonga. Prosit!
Enrico Malgi
Foto di Marco Contursi
Sede ad Agropoli – Contrada Moio, 3 – Tel e Fax: 0974/822195 – Cellulare 335 6737341 – botti@osp.it – www.cilentovini.it – Enologo. Giuseppe Greco, con i consigli di Marco Stefanini – Ettari di proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 20.000 – Vitigni: Aglianico, Primitivo, Cilegiuolo, Sangiovese, Barbera, Fiano, Trebbiano e Malvasia.
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