Ambra Lenini e Rosa Tozzoli sono nella guida delle Osterie Slow Food da vent’anni. Cioè da quando la guida è nata. E l’edizione 2011 ha riconfermato la chiocciola alle due padrone di casa – che fanno anche parte dell’Associazione Donne del Vino – e alle chef Stefania Baldisarri e Simona Sapori, con Samira Sourour e Miriam Sangiorgi. Già. Tutte donne. In sala e ai fornelli.
Siamo nel centro storico di Imola, un vicoletto dove d’estate si mangia all’aperto e, una volta entrati, due ambienti arredati con colori e materiali molto caldi, cura dei particolari tipicamente femminile, ma senza leziosità. Piccoli tavoli apparecchiati in maniera semplice, e una bella clientela equamente divisa tra affezionati buongustai e ospiti stranieri.
Qui la cucina della tradizione e la ricerca dei prodotti migliori del territorio sono due pilastri più solidi della struttura secentesca dell’ex scuola dei Gesuiti che ospita l’osteria.
Per cominciare, uno sformato di porri con funghi porcini e finferle di bosco, ordinato dopo aver resistito al ricco “taglierino”, selezione di salumi locali, che vediamo girare tra i tavoli (con salsiccia casereccia, salame contadino, prosciutto locale, capicollo stagionato, e, of course, mortadella classica di Bologna).
Tra i primi piatti troverete sempre i tortellini tradizionali in brodo e i tortelli di ricotta in salsa di Parmigiano Reggiano. Poi le variazioni, a seconda delle stagioni e del mercato: vellutata di zucca e mandorle tostate con crostini dorati, crespelle gratinate con spinaci e gamberi, gramigna al torchio con zucchine e pancetta allo zafferano.
Noi abbiamo provato le tagliatelle con funghi porcini e finferle per l’inevitabile prova del nove sulla sfoglia. Prova più che riuscita: una callosità e un punto di cottura perfetti.
Molto buoni e golosi anche i passatelli di Romagna con il tartufo di stagione in fonduta.
Come continuare dipenderà solo dal vostro senso di colpa. Potete infatti scegliere tra un’insalata con crostini al formaggio caprino e noci, un’insalata tiepida di pollo, uvetta e pinoli; il filetto di tonno arrostito con erbe in olio extravergine; gli spiedini di calamari gratinati con verdure oppure votarvi definitivamente al peccato con la spalletta disossata di agnello al forno in salsa al Sangiovese; la tagliata di manzo scottona al sale artigianale di Cervia o le salsiccette con patate al forno.
Noi non abbiamo saputo rinunciare ad un fantastico guancialino di vitello brasato al punto giusto che si scioglieva in bocca. Insieme al pane nel cestino troverete anche le strie (streghe o streghette, piccole focaccine di farina e strutto). L’acqua minerale è quella dell’Appennino bolognese anche se – grande segno di civiltà – si può scegliere di bere l’acqua pubblica in caraffa, ovviamente a costo zero. La carta dei vini segue prevalentemente la strada dei Colli d’Imola e sono della zona anche le etichette al bicchiere abbinate ai piatti, ma in cantina ne troverete circa 400 un po’ da tutta Italia, con ricarichi giusti.
Il girone dei peccatori si chiude con un galà di formaggi accompagnati dalle marmellate delle signore del Vicolo Nuovo oppure con un dessert della casa. Mentre decidete, vi verranno gentilmente offerti cantucci e biscottini al sangiovese.
Anche qui siamo andati sul classico, con la zuppa inglese, in versione alleggerita e moderna, rinunciando alla torta di mele calda aromatizzata con il Balsamico. Mannaggia. Chissà com’era. Bisognerà ritornare.
Un servizio quasi felpato, cortese, attento. Ognuno sa quel che fa e quel che serve in tavola. Come sempre dovrebbe essere. Il rigore di chi sa di offrire la propria competenza ma anche la leggerezza e la simpatia della convivialità.
Un’ultima nota di colore: era un secolo che non vedevo fare tante scarpette in una sola serata! E allora, cento di queste chiocciole!
Virginia Di Falco
Osteria Del Vicolo Nuovo da Ambra e Rosa
Via Codronchi, 6 – Angolo via Calatafimi –
tel. 0542 32552 – fax 0542 613628 – cell. 338.9249555
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso domenica e lunedi
www.vicolonuovo.it
ambra@vicolonuovo.it
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