Ricordate il caso sollevato sul Mattino della farina Caputo esclusa da un bando perché ritenuta non idonea. Bene, questa kermesse organizzata da UnionCamere non cessa di far discutere.
Adesso è Ilaria Petitto della cantina irpina Donnachiara a scendere in campo. Lo spiega al sito PiùEconomia al collega Alfredo Picariello. Dove si apprende che Unioncamere attribuisce a Eataly la responsabilità della esclusione mentre Eataly smentisce atti ufficiali, cosa già avvenuta per Caputo del resto.
“Il tutto ruota intorno ad un giornalista di Caserta – spiega Ilaria Petitto – ben “ammanigliato” con Unioncamere Campania. Giornalista collegato, a sua volta, all’organizzazione di un noto Wine Festival che si svolge in Italia. In pratica è lui che seleziona le aziende campane per il Festival ed è stato lui a decidere quali aziende campane dovessero andare a New York, preferendo, chiaramente, quelle aziende che durante l’anno partecipano al “Wine Festival” nonché ai numerosi eventi e tour esteri ad esso collegati, pagandoli cospicuamente. DonnaChiara è stata scartata in maniera discrezionale da questo giornalista probabilmente poiché ormai da anni non partecipa a questo circuito di eventi. Mi chiedo e chiedo: è mai possibile una cosa del genere? E’ mai possibile che aziende importanti, non solo la mia, non abbiano la possibilità di mettersi in vetrina senza raccomandazioni? Sì, raccomandazioni: soltanto in questo modo, l’anno scorso sono potuta andare a New York, altrimenti non sarei stata “selezionata” da Unioncamere. E pensare che la mia è tra le prime 5 cantine campane come percentuale export negli Usa. Nonostante questo, siamo stati esclusi”.
Ed ecco come la racconta Picariello: Unioncamere, contattata da Petitto per fornire delle spiegazioni sulla vicenda, ha risposto che si è trattato di “una valutazione assolutamente discrezionale dell’organizzazione Eataly”. Ilaria Petitto non si è persa d’animo ed ha scritto direttamente ad Oscar Farinetti. Le ha risposto Dino Borri il quale, per conto di Eataly, ha curato l’evento negli States. “Eataly ha approvato la prima selezione fatta da Unioncamere, con la possibilità di escludere alcune aziende (cosa non avvenuta) nel caso non avessero rispettato i parametri qualitativi da noi richiesti. Inoltre Eataly ha data a Unioncamere la possibilità di aggiungere altre aziende. Personalmente conosco i suoi vini, che ho avuto modo di assaggiare qui a New York e mi farebbe piacere incontrala la prossima volta che sarà in visita in questa città. Che tristezza vivere e lavorare in una regione dove devi farti raccomandare per tutto”.
Chi è questo misterioso giornalista di Caserta? A che titolo decide, se è vero, chi va e chi non va con soldi pubblici pagati dalle nostre tasse? Quale ruolo di controllo esercita la Regione su questa vicenda incredibile?
E perché Unioncamere tace?
E cosa sta facendo la Procura della Corte dei Conti con il fiume di danaro speso negli ultimi cinque anni in Campania (Enoteca regionale, tour per il mondo) senza che ci sia stato un solo risultato? Come è possibile che la Camera di Commercio di Salerno investa sulla mozzarella bypassando il Consorzio e che lo stesso sia avvenuto nel Sannio questa estate con il Consorzio Vini con sagre e sagrette sulla pasta fatta in casa?
Ecco chi toglie lavoro ai giovani, ecco chi taglieggia, peggio della camorra, le aziende che producono e pagano le tasse.
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