Il week end gastronomico: San Severo di Puglia, cinque cantine da scoprire nella piccola Reims

Pubblicato in: Città e paesi da mangiare e bere
Cantine D'Arapri, San Severo, spumante italiano

Cantine D'Arapri

 

San Severo è al centro della Daunia, qui dove guidare è un po’ navigare perchè si percorrono chilometri e chilometri senza incontrare abitazioni e centri abitati, sino a che, in lontananza, non spuntano i campanili delle chiese barocche. Un centro storico grande, dove non bisogna assolutamente perdere il Museo dell’Alto Tavoliere, il Teatro Giuseppe Verdi, il Santuario della Madonna del Soccorso, la splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Lorenzo delle Benedettine giusto per citare i riferimenti più importanti di questa cittadina di quasi 50mila abitanti. Ma il bello viene…sotto: sono 540 le cantine scavate nel corso dei secoli sotto le abitazioni che testimoniano una importante attività vitivinicola che risale all’antichità e che ha avuto il massimo sviluppo durante la crisi della fillossera nella seconda metà dell’800, quando la Puglia doveva rispondere alla domanda di vino proveniente da tutta Europa.

Le tracce di questa storia sono nell’Antica Cantina, in centro città, di cui oggi fanno parte quasi 700 soci per un totale di mille ettari vitati. Una azienda che risale al 1933 quando fu fondata da 30 viticoltori presieduti da Antonio La Monaca: dalle vasche di cemento ai silos di acciaio, nella visita c’è il succo della storia dell’enologia di questo territorio i cui vitigni emblematici solo il Bombino e il Nero di Troia.

Su queste solide radici nasce la cantina D’Arapri (acronimo dei fondatori Girolamo d’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore) che ha un valore storico immenso: per la prima volta nel Mezzogiorno è stato portato avanti un progetto coerente di spumantizzazione con risultati eccellenti. Una storia iniziata quasi per gioco da una band di musicisti appassionati di Champagne nel 1979 e che oggi è diventata un punto di riferimento per chi è vuole misurarsi con questo settore. Spumanti da Bombino, Nero di Troia, ma anche Pinot Nero lasciato dai francesi all’inizio dell’800, cantine che proprio come a Reims si sviluppano sotto le case e le strade del centro storico per arrivare in piazza. Sotto il Po non esiste un’azienda che fa solo spumantizzazione metodo classico. Uno spettacolo affidato adesso alla seconda generazione.

Ed è proprio lo spumante metodo classico divenuto uno dei simboli del territorio grazie ad altre aziende che iniziano a crederci. Nel 2017 Antonio Pisante e Leonardo Battello fondano una azienda e la chiamano prendendo ispirazione dei loro cognomi. La Pisan-Battel ha circa sei ettari ed ha la cantina in una casa del ‘700 dove vengono prodotte 55mila bottiglie.

Metodo Classico (ma pure vini fermi) per l’azienda fondata da Attilio Ariano, condotta dal 1997 con metodi di agricoltura biologica, che nel 2005 si dota di una moderna struttura produttiva e di impianto fotovoltaico. Oggi al timone la seconda generazione Federica Ariano e Aldo Avello impegnati nella produzione e Manuela Ariano e Omar Leonardi nella commercializzazione.

Chiude il quintetto un’altra storica cantina, la prima a produrre bollicine, la D’Alfonso Del Sordo da secoli impegnata nella produzione di uva e di vino che ha avuto un balzo in avanti prima con Antonio, poi con il figlio Gianfelice costretto giovanissimo ad occuparsene per la prematura morte del padre. 90 ettari e un Nero di Troia memorabile: il Guado San Leo di cui ci siamo occupati di recente anche qui.

Sono queste cantine che hanno sviluppato con il supporto del Gal Daunia presieduto da Paki Attanasio e diretto da Dante de Lallo, un progetto per valorizzare e comunicare il territorio. Ideato e realizzato da Ester Fracasso di PugliaIdea. Il vino fa come sempre da apripista alle eccellenze del territorio, riassunte in una masterclass con lo stellato Domenico Cilenti in cui ogni piatto è stato abbinato ai vini delle cinque cantine dal responsabile Ais Foggia Amedeo Renzulli.
San Severo è infatti anche olio, prodotti caseari (Capitanata Latte, Palumbo Latticini, Caseificio Fratelli Papa). E per mangiare? Michelin e Slow Food segnalano la Fossa del Grano, ma se volete bere alla grande oltre che mangiare, l’Enoteca 5 Sensi è il posto giusto. Consigliato da me.


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