Nel cuore del Basso Cilento non lontano da Agropoli, Cicerale, un paesino di poco più di mille abitanti, ha indissolubilmente legato la sua fama ad un legume molto consumato nel Centro Sud, dalla farinata ligure alle panelle siciliane: il cece. Noi in Campania lo consumiamo con la pasta mista in città, con le lagane, un po’ brodoso, in campagna.
Nel nome è il destino di Cicerale e il blasone comunale testimonia una produzione importante sin dal Medioevo: “terra quae cicera alit” (terra che nutre i ceci), recita lo stemma che raffigura anche una pianta di ceci intrecciata con una graminacea. Ma la storia vera nasce alla fine degli anni ’90 quando un giovanissimo e intraprendente assessore, Gerardo Antelmo, ebbe l’idea di riprendere la coltivazione dei ceci che era stata abbandonata. Il suo “braccio armato” fu una donna veramente speciale, Giovanna Voria, oggi Ambasciatrice della Dieta Mediterranea, che proprio in quel periodo fondò il suo agriturismo, ancora in funzione, che divenne una vera e propria fonte di notizie e presidio di biodiversità cilentana, proprio a cominciare dai ceci.
Dove sta Corbella, questo il nome dell’agriturismo di Giovanna che prende il nome dal primo antico insediamento del paese, immerso nel verde? Superate Cicerale e vi immergete in una stradina circondata da querce, castagni, mirto e corbezzoli. In una vallata dove la quiete è totale, ci sono questi due casali di famiglia ristrutturati con ampio parcheggio e infinite possibilità di trekking, escursioni in montagna e passeggiate a cavallo.
Qua il turismo di massa non è ancora arrivato e forse non arriverà mai, vi godete un Cilento inedito, vero, magari girando per i vicoli del paese per ammirare i vecchi edifici nobiliari, a cominciare da Palazzo Caracciolo, che aveva la funzione di mercato, alle chiese di San Giorgio e San Nicola che hanno quasi mille anni. Ma la vera sorpresa è una stradina che, passando davanti al cimitero, scende verso l’Oasi dell’Alento offrendo alla vista uno spettacolo naturalistico eccezionale.
Situata nel cuore del Parco Nazionale all’interno di un’area SIC (Sito di Importanza Comunitaria) di 3.024 ettari che comprende gran parte del fiume Alento, l’Oasi Fiume Alento è un grande parco naturalistico che offre un’ampia gamma di servizi turistici. Nel complesso è presente una diga in terra che, sbarrando il corso del fiume, origina un lago artificiale di circa 1,7 kmq. Lungo la sponda destra del corso d’acqua si sviluppa l’Oasi naturalistica, costituita da laghetti di importante valore ecologico, che ha lo scopo di contribuire a salvaguardare la ricchezza di biodiversità mediante attività di conservazione. L’integrità dell’habitat naturale dell’Oasi rappresenta ormai da anni un’originale attrattiva per famiglie, scuole e sportivi. Un lago che ancora pochi conoscono. Sono a disposizione dei turisti: visite guidate, escursioni naturalistiche a cavallo e in bici, con auto e bus elettrici, laboratori didattici, una foresteria con otto camere per il pernottamento, orto botanico, area pic-nic attrezzata con barbecue, due bar, campi da calcio e volley, area per mostre tematiche e banqueting, shop con prodotti tipici, tiro con l’arco, persino vela.
Ma torniamo ai ceci, la cui coltura non ha frenato il calo demografico di Cicerale ma ha comunque creato una buona fonte di reddito per chi li coltiva: parliamo del terzo legume più diffuso del mondo dopo la soia e i fagioli (coltivato in India, Pakistan, Iran), uno dei simboli del Mediterraneo, centrale anche nelle diete alimentari di gran parte dell’Asia. In Italia la sua coltivazione è molto ridotta e rimane legata alle tradizioni agricole e alimentari del Mezzogiorno, ma in passato i ceci si alternavano al grano e agli altri cereali, apportando alla dieta dei contadini una alta percentuale di proteine. Ovviamente quello di Cicerale, presidio Slow Food, è particolarmente pregiato: per coltivarlo si seguono i criteri dell’agricoltura biologica, non si usano prodotti chimici e non si fa irrigazione. Per questo riescono a spuntare on line un prezzo che sfiora i nove euro al chilo. La sicurezza e il gusto garantiti dai controlli in Italia non hanno prezzo rispetto ai prodotti esteri privi di legislazione di tutela.
LA RICETTA DEL TERRITORIO
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