Facebook, implacabile, ripropone ricordi ormai certificati meglio di una carta da bollo ed è questo di stamattina che mi ha fatto in qualche modo sorridere leggendo in questi anni alcune tesi fantasiose su chi ha reso famoso chi da parte di alcuni parvenue del mondo gastronomico, di quelli che sono convinti che la storia sia iniziata con loro e, con la spavalderia tipica dei novizi, non hanno perso un decimo di secondo a capire e a studiare quello che è successo prima della loro epifania.
Pochi ricordano infatti che Franco Pepe fu introdotto nel mondo della pizza napoletana da una memorabile festa organizzata da Maurizio Cortese nella sua casa di Melizzano. Da gourmet curioso, Maurizio aveva girato il territorio e scoperto a Caiazzo L’antica Pizzeria Pepe, dove Franco, professore di educazione fisica, lavorava insieme ai fratelli Nino e Massimiliano che tenevano acceso il forno creato da papà Stefano. Dell’antica Pizzeria Pepe aveva parlato Veronelli nell’ambito di un articolo sul territorio caiatino che conosceva grazie allo storico rapporto di stima e di amicizia con Manuela Piancastelli. Ma all’epoca la rivista era letta da un piccolo cerchio di appassionati, soprattutto di appassionati di vino e non ci fu vero riscontro mediatico come lo intendiamo oggi. Cosa che avvenne invece quando Maurizio invitò Pepe a casa insieme a quelli che erano già due big del mondo pizza, Enzo Coccia noto nel mondo Slow Food e accreditato negli ambienti gastronomici grazie ad una copertina del Gambero Rosso voluto da Stefano Bonilli, primo pizzaiolo a partecipare a congressi di cibo (Merano e Lsdm), e Gino Sorbillo, pizzaiolo di tradizione a via Tribunali, che lavorando sui social aveva sdoganato la pizza fuori Napoli e soprattutto fra le giovani generazioni. Poi scoperto dallo stesso Bonilli.
Dopo quella esperienza, Pepe iniziò a frequentare spesso via Tribunali, Gino ha sempre avuto generosamente le porte aperte con tutti, e a tenere i rapporti stretti e continui con Maurizio Cortese che promosse la prima volta di un pizzaiolo al Don Alfonso, locale dove è praticamente nato avendo una casa di famiglia a Sant’Agata sui Golfi. “La festa di Melizzano la organizzai il 18 luglio 2010. L’anno dopo al Don Alfonso per chiudere il cerchio. Ovviamente c’è da tenere presente – spiega Maurizio Cortese – che non c’era ancora il caos mediatico dei pizzaioli, o almeno era agli albori, ecco perchè Franco Pepe se ne avvantaggiò: infatti ricordo che la sua presenza al Don Alfonso fece molto notizia mentre oggi passerebbe inosservata o quasi.”
Fu proprio Maurizio ad essere il riferimento di Daniel Young come coordinatore della Campania nel 2016 Ma questa è un’altra storia, che merita un post a parte, ricco, dettagliato e soprattutto documentato. Come sempre.
Riproponiamo allora volentieri un post del 2017 in cui si riassume bene quello che è accaduto nel mondo della pizza napoletana e su chi sono stati i protagonisti mediatici della valorizzazione di questo settore nel corso del nuovo millennio, senza avere assolutamente la presunzione di andare più indietro.
La nascita della pizza napoletana
Bene, non resta che fare una ripassata leggendo questo post di cinque anni fa e che precede la nascita di 50 Top Pizza
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