Non si è ancora sopìta la polemica innescata sulle sagre dal buon Contursi (finamente ha scritto una cosa seria ;-))) che subito vi piazziamo questo post, proprio su una sagra!!! Beh, in questo caso andiamo a vele spiegate, non abbiamo il timore di non passare l’esame sulla tipicità e sulla conseguente localizzazione del prodotto tipico: siamo a Santo Stefano del Sole, sui monti dell’Irpinia, dove il vitello podolico “è stato inventato”!!!
Ma quello che mi preme di più, è mettere in evidenza anche il carattere benefico dell’evento. Infatti, il ricavato della sagra, sarà devoluto dal comitato organizzatore, interamente alla parrocchia del paese per la ristrutturazione della chiesa. E quindi l’impegno, in primis di Mario Laurino, il deus ex machina dei due vitelli podolici, di chef stellati del calibro di Paolo Barrale di Marennà, di Raffaele Vitale di Casa del Nonno Tredici, ma anche Pietro Parisi di Era Ora, di Gianluca Polini del pub Ottavo Nano, di Casa del Duca e degli agriturismi A casa di Susanna e da Baffone, era tutto a costo zero, si avete capito bene, non hanno preso un’euro…!!!
E allora si incomincia a capire perchè da una generosità tale non può non venirne fuori una manifestazione così bella…Non c’è stato un’ attimo di tensione nel corso di tutta la due giorni, tutto scorreva liscio e ci si è divertiti tutti, a cominciare dagli attori principali che lavorando in un clima di disinteresse, ma con grande professionalità, sprizzavano serenità ed allegria da tutti i pori… ed erano contagiosi, in piazza tanta bella gente, che con educazione e compostezza faceva la fila agli stands e poi si dedicava alla buona musica, anch’essa presente. Si tratta della quarantatreisima sagra del vitello podolico, per quanto riguarda la storia della sagra , come pure dei problemi riscontrati nella difficile quanto impegnativa cottura, ne abbiamo già scritto l’anno scorso. Affrontando l’aspetto tecnico della sagra, ci dice Mario Laurino :“ Forti dell’esperienza consumata nella scorsa edizione, quest’anno abbiamo aperto l’animale a 180°, ed inoltre abbiamo salato la parte interna consentendo così al calore di raggiungere in maniera omogenea anche le parti interne dei vitelli, evitando così l’incresciosa situazione di fermentazione creatasi lo scorso anno”. Eh si, la cottura è stata indubbiamente perfetta, un sapore eccellente, dovuto alla particolarità della razza podolica, ma esaltato dalla lenta cottura durata più di 14 ore.
Contento anche Don Antonio, il responsabile della parrocchia, che gongolava si per i fondi raccolti, ma soprattutto per la risposta di grande solidarietà espressa dai generosissimi ragazzi di Santo Stefano che si sono fatti in quattro per collaborare all’evento di beneficenza e che “ hanno perfino voluto pagare il panino che hanno consumato…atteggiamenti così ti riempiono il cuore e ti danno la forza per andare avanti nella missione di aiuto ai più deboli”.
Altro che la sagra della “farfalla al salmone” organizzata da affaristi dell’ultim’ora…!!! Due parole le vorrei spendere anche per lo chef Paolo Barrale che ha eseguito magistralmente la genovese di podolica degustata nella prima sera, e non era facile facile, visto il numero delle persone che “ha sfamato” (gli daremo la palma di migliore interprete della ramata ;-)), ma anche per la Feudi di S. Gregorio, che ha dimostrato un grande attaccamento al territorio regalando i vini che erano in degustazione alla sagra.
Una nota di merito per “Rafilino”, al secolo Raffaele Vitale, anima di Casa del Nonno 13, con il suo splendido “mezzopacchero” al ragù di podolica(profumato all’alloro), bravissimo anche Gianluca Polini, owner del pub Ottavo Nano di Atripalda, con la podolica alla birra, i due agriturismi A casa di Susanna e da Baffone, che hanno rispettivamente presentato “le polpette di Susanna” e “la braciola di podolica”.
Un piccolo appunto per l’anno prossimo, se gli organizzatori mi permettono: i tempi di distribuzione andrebbero sensibilmente accorciati, non è possibile fare una fila di due ore per arrivare a stringere in mano la seppur gustosissima podolica!!!
Del vino ne ha parlato il Pigna qui, della splendida compagnia che ci ha portato a fare mattina, ne parlano le foto…e stiamo apposto, dobbiamo solo…aspettare la quarantaquattresima edizione del prossimo anno, nella quale scommetto che non basteranno tre vitelli podolici…il geniale fabbro santostefanese Agnes, progettista-esecutore dello spiedo utilizzato per la cottura…è avvertito!!!
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