di Antonio Di Spirito
Da un po’ di tempo mi piace parlare per “Parabole”; è il segno che sto invecchiando.
Nei primi anni ’80, dopo un paio di decenni di corse al computer il più grande possibile per la gestione concentrata dei dati, ci fu un’inversione di marcia; le parole d’ordine erano “down-sizing” ed “informatica distribuita”. I computer cominciarono ad essere sempre più piccoli e, dopo il “terminale intelligente”, si cominciò a parlare di Personal Computer. Nelle case dei ragazzi più “smanettoni” circolava una tastiera connessa al televisore, dotata di “joystick”, per passare, poi, al “Commodore 64”. Fu proprio in quegli anni che tale William Henry Gates III, meglio conosciuto come Bill Gates, ebbe l’intuizione che i tempi erano maturi per introdurre l’ Home Computer. Acquistò da IBM, a costi stracciati, i diritti di un sistema operativo “vecchio”, vi costruì sopra una sistema di finestre (Windows, da cui, poi, il nome del nuovo Sistema Operativo), lo corredò con utili applicazioni da utilizzare in casa, che da sole giustificavano i costi, ed iniziò la pervasione informatica delle abitazioni.
IBM non credeva alla diffusione su vasta scala del computer. Per l’informatica distribuita puntò su un altro sistema operativo, l’OS2, effettivamente multitasking, a differenza del DOS, e con pacchetti applicativo molto sofisticati.
I prezzi accessibili, la possibilità dei giochi ed avere al contempo applicazioni per scrivere documenti (Word) e portare la contabilità di casa (Excell), determinarono il successo di questo importante strumento che si affermò anche in tutti gli uffici, perché, ormai, tutti gli impiegati avevano imparato bene a lavorare in quel modo e con quello strumento di facile uso.
I fatti, che io ho vissuto da interno in azienda, si sono svolti in maniera molto più complessa di quanto io abbia semplificato, ma la sostanza è questa e IBM rinunciò alla produzione di Personal Computer.
Questi fatti mi sono tornati alla mente in occasione dell’Anteprima del Nobile, durante sprazzi di colloqui con produttori e con la diffusione di interviste di esponenti di rilievo del consorzio.
Questo vino è in crisi d’identità da un po’ di anni, specialmente a livello internazionale, e, per di più, soffre per la crescita registrata dai vini delle vicine DOCG: Brunello e Chianti Classico.
Probabilmente le cause risalgono a qualche secolo fa; una delle tante leggende narra che, insieme al vino, un vitigno di Montepulciano fu portato in Abruzzo e fu utilizzato in vasta scala; lì si è acclimatato molto bene ed ora produce un ottimo vino che è stato chiamato “Montepulciano d’Abruzzo” con tanto di nome in etichetta.
Leggenda a parte, all’estero quando si parla di Montepulciano, pensano all’Abruzzo, non alla città di Montepulciano in Toscana. E’ stata anche intentata una causa a livello europeo per l’utilizzo del toponimo; il risultato è stato negativo ed a Montepulciano le ferite ancora bruciano.
Come spesso accade in Italia, dalle Alpi a Pantelleria, ognuno, in maniera autonoma, mai in maniera corale, mai facendo sistema, ha provato soluzioni alternative e/o improvvisate, mai ragionate a livello collettivo e senza ottenere risultati soddisfacenti; hanno provato ad aggiungere cabernet o merlot, hanno tentato ad utilizzare il prugnolo gentile (localmente viene chiamato cosi il sangiovese) in purezza o tanti altri tentativi ancora.
Nel calcio, quando una squadra non riesce a scardinare la difesa avversaria, prova a “ripartire” con un’azione più decisa.
Come fece Massimo Troisi nel il film “Ricomincio da tre”: cioè, dalle cose buone fatte e consolidate.
Cari Montepulcianesi, voi avete una storia di molti secoli per raccontare il vostro vino; ed, allora, riportate il vostro vino a quella storia e, una volta consolidato, provate nuove strade; ma in maniera ragionata, coordinata e corale.
Il vino, in quasi tutta la Toscana e salvo eccezioni particolari (Carmignano), si faceva con uvaggi di vitigni autoctoni, quali, ad esempio (oltre a qualche uva bianca): sangiovese, colorino, canaiolo e mammolo; quest’ultimo è un vitigno difficile da allevare, ma vocato a Montepulciano e che dà tante soddisfazioni, soprattutto olfattive.
Gli esperimenti che vi accingete a tentare devono essere orientati ad un recupero della tipicità, dell’aderenza aI territorio ed all’unicità del vostro vino.
In questo modo il vino tornerà ad essere coerente con la vostra storia millenaria.
Voi producete un’ottima materia prima che, nelle migliori annate, ha portato a grandissimi risultati.
Lo dimostra la verticale offerta alla stampa durante la giornata dell’Anteprima, dove abbiamo assaggiato vini fino al 1979, da quando, cioè, è stata istituita la DOCG: alcune annate sono tuttora strepitose!
Contucci – Vino Nobile di Montepulciano 1979:
Quaranta anni e mezzo! I Annata piuttosto calda; il colore è granato-mattone; regge ancora, anche se è appena sfumato sull’unghia. Ancora si sente la presenza di frutta con a supporto note affumicate e di evoluzione: iodio, china e l’immancabile grafite. Al palato si apprezzano note fruttate di prugna e ciliegie mature; i tannini sono dolcissimi, ma ben presenti; il sorso è scorrevole e piacevole;
Fanetti – Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1985
Inverno molto freddo e gelate primaverili, per il resto fu invece un’annata calda. Colore un po’ scarico, probabilmente dovuto anche alla presenza di uve bianche in vinificazione. Intensi profumi di marasca, note balsamiche e, dopo circa 35 anni, non ha ancora del tutto smaltito l’importante passaggio in botti di legno per la maturazione; freschezza e tannini gentili sono la caratteristica principale; la speziatura, poi, diventa il complemento ideale per un sorso scorrevole e piacevole;
Boscarelli – Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1988
Primavera piovosa con colatura in fase di fioritura, che si traduce in mancanza di allegagione e, quindi, una conseguente riduzione della produzione. Scarse le precipitazioni estive con settembre e ottobre molto soleggiati, comunque con buona maturazione delle uve. Dopo 32 anni è plausibile qualche disturbo olfattivo passeggero; poi, oltre a qualche nota di evoluzione, il naso percepisce solo frutta rossa; i tannini sono morbidi ed avvolgenti, il sorso è scorrevole, piacevole e speziato;
Poliziano – Vino Nobile di Montepulciano 1990
Annata a 5 stelle, con andamento climatico molto regolare sia in primavera che in estate e con un eccezionale periodo pre-vendemmiale. Le note di evoluzione sono accompagnate da profumi di prugne, ciliegie e bacche di ginepro. Il sorso è pieno, succoso, tannico e speziato
Tenuta di Gracciano della Seta – Vino Nobile di Montepulciano 1995
Fu una stagione tremenda un po’ ovunque in Italia: piogge torrenziali, temporali, grandine e trombe d’aria hanno caratterizzato quell’estate ed in particolare il mese di Agosto. La riduzione della quantità ha portato un’ottima qualità ed a quell’annata furono assegnate 5 stelle!
Profumi di frutta matura; il sorso è tannico, ma succoso e scorrevole, conserva una buona acidità, ed ha un’ottima chiusura speziata;
Tenuta Val di Piatta – Vino Nobile di Montepulciano Riserva 1998
Inverno piuttosto rigido, primavera e inizio estate con clima mite e alternanza di brevi precipitazioni a temperature calde tra la fine di agosto fino a tutta la vendemmia. Annata a quattro stelle.
Ai profumi di prugna si aggiungono note di foglia di noce e piacevoli note boisée; i tannini sono ancora importanti, seppur dolci; il sorso è fruttato e saporito, conserva una buona acidità ed è scorrevole;
Dei – Vino Nobile di Montepulciano – 2001
Stagione in anticipo con clima mite ad inizio primavera, ma le gelate a fine aprile hanno ridotto la quantità potenziale. Estate calda, ma le piogge di inizio settembre e l’abbassamento delle temperature hanno rallentato la maturazione tecnologica dell’uva, posticipando di alcuni giorni la vendemmia del sangiovese. Annata a quattro stelle.
Piuttosto elegante al naso con profumi di frutta rossa e note iodate; il tannino è importante, ma il sorso è succoso e scorrevole;
Le Berne – Vino Nobile di Montepulciano 2005:
L’intera stagione, dal punto di vista climatico, è stata estremamente variabile ed imprevedibile: alti picchi di caldo, freddo repentino e piogge sparse. In cantina è arrivata uva dopo una doppia cernita: prima in vigna e poi al loro arrivo prima della lavorazione. Quattro stelle all’annata.
Dal calice emana profumi di prugne sciroppate, terra e note iodate; il sorso è tannico e scorrevole, figlio di un’annata non certo generosa, gioca molto sulla finezza del corpo, prima che l’alcool non si faccia sentire;
Godiolo – Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2008
Stagione molto variabile con anticipo del germogliamento e ritardo nelle fasi di maturazione, cose che, comunque, gli son valse quattro stelle.
Frutta rossa, una zaffata d’incenso e qualche nota balsamica sono i profumi emanati dal calice; il sorso è fresco, fruttato e sapido; i tannini sono ben levigati e la speziatura si accompagna ad una buona persistenza;
Bindella – Vino Nobile di Montepulciano Selezione I Quadri 2010
Fase iniziale della stagione (aprile e maggio) molto tribolata con molte piogge e conseguenti ritardi della fioritura; nei primi giorni di giugno è scoppiato il caldo e, in fase di allegagione, si è registrato un forte recupero del ritardo, completato, poi, in fase di invaiatura. A settembre il gran caldo è diminuito e, grazie anche ad escursioni termiche importanti, si è avuta una maturazione molto graduale. Anche quest’annata ha guadagnato quattro stelle.
Il calice offre profumi di prugne e legno bruciato; il tannino si rivela importante già in ingresso bocca, ma il sorso risulta molto succoso, sapido e speziato;
Carpineto – Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2012
Cinque stelle a quest’annata, anch’essa nata sotto il segno della siccità, iniziata già in inverno, e che neanche l’abbondante nevicata di febbraio ha compensato. Primavera mite con inizio anticipato del germogliamento e situazione che si regolarizza a fine aprile con delle piccole piogge, ma abbastanza regolari fino alla maturazione.
I profumi emanati dal calice ricordano le prugne, il tabacco ed il legno arso; il sorso è tannico, molto fresco, succoso, dinamico e speziato;
Fattoria della Talosa – Vino Nobile di Montepulciano Alboreto 2015
Cinque stelle per quest’annata; dopo una 2014 disastrosa, questa non poteva che essere quasi perfetta. Le temperature sono state sempre piuttosto alte rispetto alle medie stagionali, ma la distribuzione delle piogge l’ha resa molto regolare, escludendo delle violente grandinate sia in giugno che luglio.
Molto intenso all’olfattiva con profumi di prugne, viola ed una gradevole nota balsamica; il sorso è caratterizzato da un intenso ed avvolgente tannino; è sapido, succoso e speziato.
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