di Angelo Di Costanzo
Una interessante inchiesta condotta dalla rivista Gambero Rosso nei paesi stranieri rivolta esclusivamente a wine writers, esperti di vino, e diversi tra operatori professionali, sommeliers, ristoratori ha permesso di stilare una speciale classifica dalla quale si evince quale siano le aziende più qualificanti per il made in italy in fatto di vino all’estero. Ebbene, oltre ai “soliti noti”, nomi di riferimento per la stessa enologia italiana, (Gaja, Antinori, Conterno ed altri marchi) vengono citati tutta una serie di produttori che vengono percepiti come marchi affidabili e garantisti di tipicità, che supportano una domanda di vini di alta qualità, e che soprattutto garantiscono un elevato standard di eccellenza non più riferibile soltanto al mercato dei cosiddetti vini Premium o SuperPremium, cioè vini costosi ed introvabili ma estendibile a tutta una serie di vini di medio e basso costo che trovano un grande apprezzamento per rapporto qualità-prezzo. Discorrendo poi qua e là questa speciale classifica si nota la presenza di diverse aziende che devono la loro consolidata affermazione perlopiù all’ultimo decennio, quindi aziende giovani, dinamiche che non si sono lasciate scoraggiare dalla vastità e dall’aggressività di un mercato internazionale sempre più senza riferimenti assoluti. Un dato poi ancora più rimarcabile è che alcune tra le più amate ed apprezzate di queste siano molte aziende del sud, Feudi San Gregorio, Mastroberardino, Salvatore Molettieri, ma anche Argiolas, Planeta, Masciarelli, aziende che si distinguono sopratturro per la originalità dei vini proposti, spessissimo autoctoni fino all’osso. Un’affermazione di grande prestigio e soprattutto garantista di una territorialità che il sud come non mai riesce ad affermare con veemenza in tutto il mondo dove finalmente il made in Italy in fatto di vino non è più soltanto appannaggio delle prestigiose aziende di regioni come il Piemonte o la Toscana ma anche di Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Sardegna e non ultima la Sicilia.
*Ecco una breve scorsa alle cantine che sono state indicate come le più rappresentative della produzione vinicola italiana di qualità.
100/100 GAJA
54/100 ANTINORI
38/100 CONTERNO
21/100 ROMANO DAL FORNO, TENUTA DE L’ORNELLAIA
17/100 VINNAIOLI JERMANN, ROBERTO VOERZIO
9/100 CA’DEL BOSCO, SOLDERA, CASTELLO DI AMA, FEUDI SAN GREGORIO, FRESCOBALDI,
LA SPINETTA, CASTELLO BANFI, MASTROBERARDINO, PLANETA, QUINTARELLI, TENUTA SAN GUIDO
8/100 BIONDI SANTI, CAPRAI, CERETTO, FELLUGA, GIACOSA, MASCIARELLI, MASI, PIEROPAN, PRUNOTTO, TERLAN
4/100 ABB. NOVACELLA, ANSELMI, ARGIOLAS, COLTERENZIO, DEZI, FARNESE, SALVATORE MOLETTIERI,
VIETTI, SCAVINO, HOFSTATTER, FATTORIA DEL CERRO, EDOARDO VALENTINI ed altri….
(* fonte: Gaja, Barbaresco)
Dai un'occhiata anche a:
- Ciao Don Raffaè. Marco Contursi ricorda Raffaele Vitale
- Bonilli, l’anniversario della morte e la presunta crisi del fine dining
- La prima polemica inutile dell’anno: Langone versus Romito
- Pizza e chef, piccolo catalogo sui rapporti fra pizzaioli e cuochi
- Josko Gravner e un’antica stroncatura sul Gambero Rosso. Piccoli appunti di critica enologica
- Ristoranti, gli aumenti dei prezzi sono giustificati?
- Cilento, una stagione estiva da dimenticare
- Selvaggia Lucarelli e il selvaggio social West: il caso di Giovanna Pedretti