di Marina Betto
Il Consorzio Collio ha appena compiuto sessant’anni e viene celebrato con tanti protagonisti di ieri e di oggi presso Fondazione Villa Russiz a Capriva del Friuli. Il Conte Avv. Michele Formentini, 95 anni, era presente all’atto costitutivo del Consorzio Tutela Vini Collio nel maggio del 1964 e oggi come allora mantiene un entusiasmo incredibile nel raccontare come è nato questo Consorzio, come è cresciuto e quali sono gli obiettivi futuri. Attraverso alcuni assaggi si comprende meglio quella che è la storia del vino del Collio, oggi fatto prevalentemente di mono vitigni quali Ribolla Gialla, Pinot Grigio, Friulano e Sauvignon e/o blend di Malvasia, Ribolla e Friulano con aggiunta qua e là di Chardonnay e Riesling che è più frequente trovare negli uvaggi di ieri.
Altro aspetto importante nel raccontare questo vino è la longevità del Collio Bianco che se nelle annate recenti come la 2022 o la 2021 mostra freschezza minerale e sapidità spiccata andando indietro nel tempo fino alla 2013 o nella 2015 si fa vino strutturato ed equilibrato dove è difficile distinguere ogni singolo vitigno che lo compone ma è più facile apprezzarne la qualità fatta di morbidezza e note eleganti di fiori ed erbe aromatiche, frutta secca e agrume, susine mature.
Difficilmente il Collio sforna vini semplici e banali, freschi e acidini; siamo invece difronte a vini complessi, minerali con gusto di pietra e sale senza l’utilizzo di troppe varietà aromatiche. E’ il terreno, la ponca, che dona questa nota distintiva all’uva che concentra il suo sapore traducendolo in prerogativa. Se il Collio è generalmente bianchista come a Gorizia a Cormons troviamo invece vigne vocate al Merlot insieme al Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Siamo oggi appassionati di vini crudi, poco alcolici, tesi e il Cabernet Franc che è presente nell’uvaggio del Collio Rosso accentua queste qualità.
Il Collio Rosso è un sorso incisivo dal profumo di marasca e ciliegie sotto spirito qua e là venato di sentori floreali e di pepe, pietra e sale, senza nessuna ombra di opulenza. Nel Collio c’è quindi una grande varietà di interpretazioni dovute a vari fattori come l’ambiente, la storia di ogni azienda vitivinicola e la mano del produttore stesso. Durante la celebrazione festosa del 60° Anniversario del Consorzio Tutela Vini Collio sono state premiate con il XVII Premio Collio intitolato al Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein primo presidente del Consorzio, oltre che due giovani ragazze per le loro tesi di laurea anche il giornalista Davide Bortone per la sezione “miglior articolo giornalistico divulgativo italiano” con il suo “Viva il Collio (Bianco) purché non se ne parli”.
In questo articolo si evidenzia in modo critico proprio questa multi sfaccettatura del vino Collio che invece che essere interpretata come una risorsa può rappresentare uno svantaggio nel perseguimento della qualità e riconoscibilità dei vini a denominazione Collio.
La bellezza di questo lembo di terra Friulana rimane negli occhi e nel cuore, la natura verde, il vento fresco così come la pioggia di maggio, l’austerità e l’apparente durezza degli abitanti che abitano questi luoghi di confine, in perenne osmosi con l’esterno, con il lontano, con la Slovenia e l’est Europa, con il mare Adriatico che porta oltre i Balcani fino al Mediterraneo. Questa miscellanea diventa nei vini libertà espressiva, non facile da interpretare ma sicuramente unica.
segreteria@collio.it
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