di Raffaella Corsi
“Ha un corpo perfetto e un equilibrio unico di aromi, sapori, profumi. Degustato con moderazione libera lo spirito e apre la mente”. Non indovinereste mai chi ha pronunciato questi versi! Era il 1964 quando il giovane Don Cauda arrivò a Castagnole Monferrato, e con la parrocchia si trovò in gestione un piccolo appezzamento di terreno coltivato a vigna. Quei vigneti a bacca rossa gli diedero subito soddisfazioni, Don Cauda li definì un “dono di Dio”: così nacque il Ruchè di Castagnole Monferrato, e fu proprio quel prete a pronunciare i versi citati in apertura dedicati ad un vino, anzi per la precisione IL vino del Monferrato, il Principe Rosso Ruchè….
La vita di questo curioso vitigno non è stata facile, sempre all’ombra di Barolo, Barbera ed altre varietà blasonate; l’origine del nome è incerta ma quando lo si beve poco importa, perchè riesce a regalare emozioni e suggestioni tali da far dimenticare tutto il resto. Lo sa bene Enrico Riccardo Morando che inizia ufficialmente l’avventura di Montalbera. “Nel 2003 andammo a comprare insieme la prima imbottigliatrice – mi spiega Lino Lanfrancone, enologo e responsabile commerciale dell’azienda – e ho capito subito che quello sarebbe stato un punto di non ritorno. Mai punto di non ritorno fu più felice: Enrico, oggi 92enne, è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via la sera, ha una vitalità straordinaria; è certamente lui l’esempio sia per me che per Franco, suo nipote, che gestisce oggi l’azienda. In realtà la famiglia Morando coltiva uva e fa vino già da 6 generazioni ma è con gli anni Duemila che inizia a commercializzarli. Siamo in Piemonte quindi produciamo i classici Barolo, Barbera, Grignolino, Moscato, ma è il Ruchè il nostro vitigno prediletto; il 65% della produzione nazionale è la nostra e l’azienda è senza dubbio la prima promotrice del riconoscimento DOCG arrivato del 2010”.
Il Ruchè è poco noto, ma davvero speciale; un vitigno autoctono, una delle tante “perle” della nostra Italia che ho trovato, gioco del destino, proprio nella mia terra natale, il Piemonte. Di facile bevibilità, riesce però a fondere una complessità di struttura difficilmente riscontrabile in altri vini piemontesi. Si riconoscono i fiori, rosa e violetta, ma anche confettura di frutti rossi, fichi e pepe nero; morbido, suadente, delicato. “Il Ruchè è l’espressione di un territorio che risponde alle sollecitazioni della natura: il 2003 è stata un’annata calda, vendemmiata ad agosto, il 2006 davvero eccezionale con un’ottima evoluzione nel tempo, il 2011 addirittura straordinaria. Ma sicuramente la migliore sarà la prossima, io dico sempre così! Intanto ci godiamo i premi, che arrivano numerosi: ultimo in ordine di tempo il riconoscimento come miglior vino rosso assegnatoci da Luca Maroni. E abbiamo ottimi riscontri anche dalle ‘prove’ di abbinamento: ottimo sui formaggi di media stagionatura, sui salumi piemontesi, morbidi e freschi, sulla tagliata di carne, e ancora meglio sul tartufo bianco”.
Lino mi parla di questi abbinamenti, e la mia mente torna ai ricordi dell’infanzia, a quando sulle colline del monferrato ci si trovava per le classiche merende in vigna, con salumi, formaggi, ed un buon bicchiere di vino rosso… “Il mio posto preferito in assoluto è la cima di Bricco Montalbera, dove le colline formano un anfiteatro – continua Lino, quasi leggendomi nel pensiero – da lì si può scorgere anche un laghetto naturale, è un luogo meraviglioso. Bisogna fare una piccola scarpinata prima di arrivare in cima, sporcarsi un po’ le scarpe, ma ne vale la pena; non vorrei sembrare troppo bucolico ma è un posto rigenerante per gli occhi e per lo spirito”. Come non capirlo.
“Il momento della vendemmia, poi, è davvero magico: siamo una grande azienda ma in alcuni momenti siamo soprattutto una grande famiglia. Scendiamo tutti in campo, compreso Franco, dobbiamo metterci il naso nel bicchiere, dalla prima spremitura fino a quando il vino non viene imbottigliato. Ora stiamo pensando di allargarci: in cantina faremo un ampliamento di 1500 mq per realizzare un’area di accoglienza, e acquisteremo altri terreni in zona per impiantare viti di Ruchè. Il nostro obiettivo è ingrandirci per continuare a raccontare l’eccellenza del nostro territorio; quello che vogliamo è allargare il mercato italiano, che attualmente prende il 55% del nostro commercio. Sarebbe più facile andare fuori, esportare all’estero ma noi vogliamo l’Italia; il nostro Paese ripartirà, speriamo il prima possibile, e quando questo accadrà chi è radicato sul territorio farà la differenza e noi vogliamo essere tra questi”.
Queste parole sono melodia per le mie orecchie, ed esprimono quello che è anche il mio pensiero. E’ certamente importante imporsi nei mercati esteri, ma fa male al cuore leggere certe percentuali; fa male ascoltare le parole di chi ha perso la fiducia nel mercato italiano, negli operatori e nei consumatori. Ha ragione Lino, il Paese ripartirà, e siamo noi a doverlo aiutare, impegnandoci tutti, rimboccandoci le maniche, proprio come si fa durante una vendemmia. Bisogna crederci. Salotti del Gusto ci crede, e i tanti operatori di livello che si avvicinano al Circuito sono la prova tangibile che in Italia esiste un mercato forte che va nutrito, coccolato, incrementato, e mai abbandonato. “Salotti del Gusto percorre la nostra stessa linea, e di questo siamo fieri; grazie al Circuito riusciamo a veicolare fortemente la nostra immagine, raggiungiamo operatori di livello a cui far degustare i nostri prodotti, raccontare la nostra storia, far capire cos’è l’Italia, quella vera, fatta di straordinarie unicità”. Unicità, che bella parola! Laccento 2011 e Limpronta 2010, due etichette di punta della produzione Montalbera, sono state recentemente premiate con la Perla dal Comitato Salotti del Gusto. Un Comitato formato da esperti qualificati come Alessandra Veronesi, Sommelier del Principe di Savoia di Milano, che periodicamente introduce nella sua Carta, al ristorante Acanto, una selezione di etichette Salotti del Gusto, evidenziandola quale personale proposta di “unicità”.
Questa è l’Italia che sta già ripartendo, unendosi, facendo rete; i premi sono belli, ma se rimangono sulla Carta non servono a nulla. Con Salotti del Gusto i premi non restano sulla Carta, ma vanno direttamente in Carta….e scusate il gioco di parole…
Montalbera
Cantina Castagnole Monferrato
Tel. 0141 292125
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