di Alfonso Sarno
Sono i nuovi imprenditori 2.0, persone motivate che non vogliono trascorrere la vita dietro la scrivania di un ufficio ma spendere i loro talenti nella natia terra impegnandosi nell’agricoltura, nella ristorazione, nella creazione di imprese di nicchia, sostituendo qualità e della vivibilità al profitto. Rivoluzione culturale che ha dato nuova linfa a piccoli borghi a rischio abbandono e contribuito alla rinascita dell’economia locale.
È il caso di Felitto, paesino in provincia di Salerno, situato nell’Alto Calore, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e famoso per le Gole, Oasi Wwf – alte pareti rocciose a strapiombo sul fiume – e per il suo fusillo: pasta fatta a mano con uova, farina, sale, acqua, poco olio d’oliva ed abilmente lavorata con un sottilissimo ferro.
Suo cuore è il Castello feudale situato nel punto più alto del paese e per secoli utilizzato quale punto di osservazione per proteggere la popolazione dai nemici. Di proprietà della famiglia Morena, grazie alla disponibilità della signora Gianna e dei figli Elvira e Pierluigi è punto di aggregazione per i felittesi ospitando nei restaurati saloni mostre d’arte, convegni, esposizioni di artigianato e delle eccellenze alimentari locali.
Protagonisti, per quanto riguarda quest’ultimo settore, giovani come Marco Rizzo che per amore della terra ha abbandonato gli studi romani di letteratura, musica e spettacolo per recuperare varietà autoctone di ulivo come la nostrale di Felitto, la rotondella e la carpellese.
Passione, sacrifici e duro lavoro ripagati dal successo dei premiatissimi olii extravergine biologici estratti a freddo chiamati Incipit, Impronta, Talismano e Racconto che conquistano i palati con l’avvolgente sentore di erbe selvatiche, cardo, carciofo, pasta di mandorla, pomodoro, origano, mela verde. A loro, nel tempo Rizzo aiutato dalla mamma ha aggiunto la produzione di crema di olive, ceci, fagioli, pomodori secchi, asparagi e pesto. Prodotti di alta qualità come i biscotti, le marmellate, i cosmetici e l’olio essenziale che Doriana Rizzo dell’Azienda agricola “Apollo e Dafne” di proprietà del marito Armando Caimano, prepara con la lavanda provenzale che ben si adatta al microclima felittese. «Sono particolarmente sensibile – dichiara – alla sostenibilità ed alla biodiversità, contenta della risposta del pubblico che mi fa sentire più impegnata nel lavoro sul territorio».
Già, il progresso socio-economico è la molla che spinge questi illuminati imprenditori nel darsi da fare per sfatare l’immagine di un Sud addormentato e silente raccontato nel 1963 da Lina Wertmuller nel film “I basilischi”. Caparbi, risoluti, odiano l’assistenzialismo e lottano per realizzare le loro idee. Gianvito Capozzoli, laureato in agraria ne è felice esempio: nel 2004 fonda vicino alle gole del fiume Calore l’azienda vitivinicola Cantine Rizzo servendosi delle uve dei terreni della mamma Antonia Rizzo. All’inizio solo dieci quintali di vino prodotti artigianalmente: Aglianico, Merlot e l’autoctono Aglianicone, una antica varietà in via di estinzione; oggi è aumentato il numero delle bottiglie sul mercato e l’attività si è ampliata con visite guidate ai vigneti e con degustazioni.
Vini d’eccellenza anche quelli della giovane Francesca Fiasco che nel 2015 ereditati dai nonni quasi sette ettari di terreno iniziò una piccola cantina con quattro etichette unificate dal desiderio di rendere i vini riconoscibili e fortemente identitari. Una filiera corta e trasparente ed alta artigianalità sono anche i punti di forza del Mulino Aquara Alburni posto a pochissimi chilometri da Felitto; lì Franco Martino continua la secolare tradizione dell’arte molitoria coniugando l’alta artigianalità alle nuove tecnologie dando vita a farine non raffinate mediante la lenta macinazione e producendo, inoltre, un olio di altissima qualità.
Ad Aquara c’è anche la Tenuta Mainardi dove oltre alla cantina che produce eccellenti vini regna la buona cucina fatta di verdure non trattate, formaggi, olii, pasta fatta in casa e prezzo onesto.
Lì l’ospite vive una esperienza che va al di là del semplice pasto, accolto come un vecchio amico. La stessa atmosfera del ristorante dell’agriturismo “L’Occhiano” di Felitto: guidato dalla signora Angela che conquista paesani e forestieri con la parmigiana di borragine, i fusilli, le patatine fritte e le braciole preparate con antica sapienza.
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