di Raffaele Mosca
Il Fiano di Avellino continua ad essere il “cavallo di troia” del vino campano: il bianco che fa breccia nei posti che contano e traina tutti gli altri autoctoni della regione. Anche quest’anno, a Campania Stories, è emerso uno zoccolo duro di produttori che lo interpretano magistralmente, sfruttandone il potenziale aromatico a breve e lunga gittata.
Buona la prima per i Fiano della 2021, annata di bella immediatezza, che offre un parterre abbastanza ampio di vini già pronti per il consumo. Una buona parte di questi vini ha anche la carte in regola per il lungo invecchiamento. Decisamente meglio a distanza di un anno la 2020, che nell’edizione scorsa era sembrata alquanto altalenante, con più di qualche vino scomposto o un po’ diluito. Non sarà mai un annata eccellente, ma i vini validi non mancano affatto.
Ecco il report completo sui Fiano di Avellino delle ultime annate:
Fiano di Avellino 2021
Borgodangelo
Mandorla bianca e iodio, pera e biancospino, qualche soffio mentolato. Affilato, salato, snello ed essenziale, con finale appena ammandorlato.
Cantine di Marzo
Limone candito, anice e qualche accento più tropicale. Valido per tensione ed equilibrio tra acidità e frutto, con finale coerente e ben delineato.
Caputo
Glicine, mela renetta, erba falciata. Sorso semplice e scorrevole, con finale ammandorlato.
Colli di Lapio
Nocciola, pera kaiser, luppolo ed erbe disidratate, qualche lampo affumicato e speziato ad incorniciare il tutto. E’ ancora giovanissimo e non del tutto espressivo, ma ha tensione adeguata e polpa ricca a supporto, persistenza convincente su toni minerali e di frutta estiva. Un vino “benchmark” che non delude quasi mai.
Di Meo
Fiore d’arancio e uva spina, nocciola irpina, mughetto, cenni speziati a definire un naso di particolare immediatezza. Segue la stessa traccia in bocca, con una progressione ben delineata e in equilibrio tra frutto e acidità dosata. Tra i più piacevoli da stappare subito.
Donnachiara
Mughetto, cappero selvatico e qualche refolo floreale. Semplice e diretto con finale leggermente amarognolo.
Donnachiara – Empatia
Fiori gialli e aloe, zenzero e qualche cenno tropicale. Morbido, avvolgente, carico di frutto, con acidità meno evidente della media e finale rinfrescato da qualche tono vegetale.
Feudi di San Gregorio
Aloe, kiwi, ginestra e cenni iodati in crescendo. Corretto ed essenziale, citrino e adeguatamente sapido, molto semplice nel suo complesso, ma assolutamente valido se rapportato al prezzo onesto
e alla tiratura importante.
Feudi di San Gregorio – Pietracalda
Nocciola e pesca noce, cenni affumicati a delineare un naso non troppo concessivo. Energico e incalzante, salino e agrumato, con finale di buona durata. Discreto, ma il Fiano “base” mi è parso migliore a rapporto qualità-reperibilità-prezzo.
Fonzone Caccese
Pera e pietra focaia, nocciola ed erbe aromatiche. Dritto, dinamico, con apporto glicerico a smussare gli spigoli e salinità coinvolgente, polpa fruttata che dà spessore e ritorni fumè che allungano la progressione ben delineata. Molto buono.
Le Otto Terre – Saliceto
Diretto, essenziale, scorrevole, ma un po’ diluito.
I Favati – Pietramara Etichetta Nera
Zenzero, fieno, curcuma ed erbe aromatiche, susina, nespola e mango a delineare un quadro molto intrigante. E’ polputo, avvolgente e allo stesso tempo agile, con sapidità incalzante e ritorni piccanti, cenni fumè a delineare una chiosa davvero raffinata. Eccellente.
Passo delle Tortore – Bacio delle Tortore
Aloe e menta, freschezza quasi vegetale che s’intreccia con nespola, nocciola, pietra focaia e fieno a delineare un profilo estremamente accattivante. E’ ampio, tridimensionale, coinvolgente, con riccapolpa di frutta estiva su sfondo minerale e fumè. Finale di grande equilibrio e finezza. Eccezionale!
Sanpaolo di Claudio Quarta
Mandorla tostata, fiori gialli e un che di tropicale. Pulito, lineare, con buona morbidezza glicerica a sostegno dello slancio, finale semplice ma preciso.
Sertura
Melone estivo, menta, fiori gialli e luppolo. Diretto, appena vegetale ma con freschezza trascinante, finale di buona distensione che insiste sull’agrume. Discreto.
Tenuta Scuotto
Propoli, composta di pere e un tocco di lanolina in stile Chenin di Loira; poi zafferano, rosa gialla, qualche idea di erba aromatiche. Il sorso è in bilico tra cremosità e nerbo sapido-acido temprante; ha spessore, polpa golosa, equilibrio non indifferente anche nel finale di splendido nitore. Già molto godibile adesso, ma ha la stoffa giusta anche per l’invecchiamento.
Vesevo
Ginestra, pesca nettarina e un tocco iodato. A un naso essenziale corrisponde un sorso semplice e spensierato, con frutta estiva in bella vista e finale un po’ rapido, ma pulito.
Villa Matilde Avallone – Montelapio
Biancospino, verbena, lampi di agrume e una vena minerale che affiora progressivamente. E’ snello e abbastanza essenziale, agrumato e poi salino nella chiusura di buona precisione. Discreto.
Villa Raiano
Pesca noce e basilico, mandorla bianca e qualche cenno floreale. Dritto, affilato, senza orpelli, ma centrato nella sua dinamica, con finale tonico su lime e lemongrass.
Fiano di Avellino 2020
Cantine del Barone – Particella 928
Stile marcatamente ossidativo, con profumi di senape e sottobosco, pietra focaia, miele d’acacia, crema di caffè. Avvolgente, terragno, molto “naturale”, con finale boschivo e idrocarburico. Non per tutti, ma farà impazzire gli amanti del genere.
Feudi di San Gregorio – Campanaro Riserva
Ginestra e fieno, cappero, lavanda e qualche cenno di spezie dolci derivante dal passaggio in legno. E’ morbido, avvolgente, abbastanza segnato dal legno, con acidità molto garbata di fondo che emerge più chiara a sostegno del finale cremoso. Piacerà a chi cerca più corpo e meno tensione.
Di Prisco – Vigna Rotole
Spezia dolce e fieno, propoli e camomilla, cedro e bergamotto, accenti fumè in crescendo. Scapigliato e coinvolgente, salato e cremoso sul fondo, con guizzo di volatile che non stona, persistenza lunga e garbatamente ossidativa. Molto originale.
Pietracupa – Irpinia Fiano Igp
Menta e lavanda, ginestra e polvere da sparo, cenni di melone estivo e pera matura. Avvolgente, incisivo, ancora giovanissimo, ma ha già tridimensionalità, polpa ricca e mineralità rocciosa, finale lungo e sfaccettato. Eccellente.
Pietra Marzia – Ramia
Cherosene, marzapane, miele d’acacia e nocciola tostata a comporre un profilo già maturo. Morbido, avvolgente, forse un po’ in difetto di brio, con sapidità che compensa l’acidità in sordina e finale boschivo-fumoso che tende un po’ alla pesantezza.
Stefania Barbot – Xoros
Sottobosco, caramella d’orzo, polvere da sparo. Largo e un po’ scomposto, con finale su toni di mandorla tostata.
Tenuta del Meriggio
Pietra focaia e pesca noce. Diretto, godibile, immediato, ma un po’ diluito in chiusura.
Tenuta Madre – I Sognatori
Mentolato in apertura e poi fresco di susina, melone estivo, zenzero candito. Piace la combinazione di sale, agrume e polpa solare in bocca; la vena balsamica torna, invece, a siglare un finale di ottima profondità.
Tenuta Sarno 1860
Intenso e quasi “rieslinghiano” per profusione di aromi di idrocarburi, incenso, camomilla, fiori bianchi, frutta secca. Accattivante in bocca, dove a farla da padrone è la spinta minerale, rocciosa, che sposa la polpa di frutta estiva immatura e guida i giochi fino al finale profondo tra fieno, erbe aromatiche e pietra focaia. Veramente splendido!
Traerte – Aipierti
Uva spina e mentolo, zenzero, agrumi canditi sul fondo. Salato, dinamico, arrembante, con dinamica ossuta e trascinante, agrume e pepe bianco, finale lungo e godibile con ritorno allettante di erbe aromatiche a completare. Ben fatto.
Villa Raiano – Bosco Satrano
Pietra focaia e nocciola tostata, frutta a polpa estiva non troppo matura. Ha un profilo da vino d’alta quota, con acidità in lizza, più nerbo che polpa, finale coerente e preciso su toni d’agrume e di erbe aromatiche. Buono.
Villa Raiano – Ventidue
Zenzero candito e pesca nettarina, sfumature floreali che lo rendono più gentile rispetto al Bosco Satrano. E’ ampio ed equilibrato con frutto ricco, acidità più assestata, finale lungo e avvolgente in cui tornano le note olfattive. Molto buono.
Annate precedenti:
Di Meo – Alessandra 2013
Complesso, profondo: zafferano, curcuma, ginseng, miele millefiori su sfondo di idrocarburi e pietra focaia. Ricco, avvolgente, ma anche vitale e reattivo, con finale lungo, cadenzato da acidità impeccabile e rimandi speziati elettrizzanti. Stupendo.
Amarano – Dulcinea 2015
Nespola, ginestra, un accenno mentolato e una punta di miele. Splendido per delineazione, precisione, freschezza ancora vigorosa che che bilancia la polpa tipica dei vini già affinati. Chiude lungo con eco sapida e mentolata. Se lo trovate, compratelo!
Tenuta Scuotto – Oi Ni 2019
Fieno, camomilla, composta da pere e un tocco di evoluzione da affinamento in legno che si traduce in note di zafferano, curcuma, miele d’acacia. Ha una dinamica gustativa all’insegna del binomio freschezza-cremosità, con finale speziato di splendido nitore. Ottimo.
Tenuta Cavalier Pepe – Brancato 2019
Rosa gialla, propoli, erbe spontanee e qualche accenno di frutta secca e delineare un naso di grande purezza e raffinatezza. E’ gentile e composto anche in bocca, con acidità ben profilata che dà incisività e scorrevolezza, ritorni balsamici e floreali nel finale lungo e suadente. Una garanzia.
Vigne Guadagno – Sant’Aniello 2017
Evoluto e complesso: pepe bianco, tostatura, miele ed idrocarburi in crescendo. L’acidità è abbastanza viva e smorza i ritorni ossidativi; la ricchezza a tratti sovrabbondante dell’annata calda si fa sentire, ma è comunque molto piacevole, anche se lo stapperei nell’arco di un paio d’anni al massimo.
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