Ho sempre amato molto questo vino così quando Gerardo Giuratrabocchetti ha dato la disponibilità per la prima verticale sono stato molto contento e ho ammirato anche la determinazione di questo fantastico produttore lucano che ha cambiato il passo alla comunicazione vulturina.
Non è sempre facile, infatti, per una piccola cantina, rinunciare al top wine, in questo caso La Firma, per fare largo al secondo vino, ma è andata proprio così e l’Aglianico del Vulture ha conquistato tutti con la sua purezza, la sua spudorata eleganza, la sua assoluta gioventù, la sua capacità di coinvolgere emotivamente nelle sue annate migliori e di resistere in quelle meno fortunate.
Gerardo non lo dichiara, ma è biologico oltre che incamminato verso la biodinamica: Il Repertorio viene fermentato in acciao, poi elevato in legno piccolo di secondo passaggio, poi di nuovo in acciaio prima del passaggio in bottiglia.
2007
Inverno freddo, estate calda con pochissima pioggia. Un rosso dunque già ben concentrato, morbido, ricco di frutta, entra quasi piacione in bocca per poi distendersi con sicurezza grazie alla buona acidità. Chiusura pulita e amarognola, molto piacevole. Voto 88
2006
Ottobre e novembre molto piovosi dopo una bella tirata di caldo estivo. Per questo motivo il vino, ugualmente molto ricco al naso, in bocca è più snello e veloce, meno impegnativo anche se pure meno complesso. Più di mio gusto. Voto 89
2005
Ancora una annata difficile per l’assenza di pioggia, il naso appare decisamente chiuso, ripiegato su se stesso, senza le esplosioni di frutta delle due annate precedenti. In bocca si conferma veloce, lungo, ricco. Proprio al palato si ritrovano l’amarena e le note fumé oltre che un po’ di liquirizia. Voto 87
2004
Ecco l’annata che a me piace moltissimo nei rossi come nei bianchi. Si conferma tonica e fresca al naso, con le note balsamiche che ben bilanciano la frutta, ma al tempo stesso in bocca è snella, la freschezza domina il palato e conduce ad una conclusione lunga e precisa rinnovando la voglia di bere. Voto 90
2003
Ancora una volta un rosso che non ti aspetti, stupito dalla vigoria espressa in una annata calda che nelle aree più fredde alla fine non fa molto male. L’uva ha vissuto l’esperienza di passare da 40 a 2 gradi prima di essere raccolta, la materia prima è complessa, interessante, prevale sicuramente la frutta ma in un buon contesto speziato e un legno molto ben bilanciato. Anche in questo caso è la freschezza a farsi carico del peso materico del bicchiere. Voto 89
2001
La 2002 viene saltata perché quasi impossibile da gestire visto l’andamento climatico. Ed è invece questo millesimo a stupirmi perché l’energia del vino, la sua elegante complessità, l’incredibile vigoria e la sua capacità di essere cangiante al naso come al palato lo mettono al podio della batteria. Non è un rosso che già fa entrare nella sfera delle emozioni, ancora giovane sin dal colore rosso rubino brillante, ma siamo ormai alle soglie del decollo verso un viaggio che si annuncia favoloso. Voto 91.
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LE VERTICALI DI RADICI WINES
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Il Fiano di Maura Sarno
Le Braci di Stefano Garofano
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