Il Repertorio 2002 Aglianico del Vulture doc

Pubblicato in: in Basilicata

CANTINE DEL NOTAIO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Torniamo sui nostri passi in occasione di un pollo ruspante cucinato da Rocco Iannone. Il rosso vulturino è messo a trottare con un Margaux Hautes Graves 2000, siamo più o meno nella stessa fascia anche se il francese ha il vantaggio di essere un blend vericato in oltre un secolo mentre il nostro è un Aglianico in purezza alle sue prime uscite.
Ricordiamo anche l’annata non particolarmente fortunata anche se con il sistema di potatura verde spinto alla fine anche il secondo vino ha da dire qualcosa. Il bicchiere ci è piaciuto subito per il colore rosso rubino non intenso con l’unghia quasi arancione, segno di un trattamento legnoso non invasivo e, comunque, come accadeva una volta, indizio del tempo che passa.
Il vino ha subito giocato su un po’ di complessità, rivelando al naso ancora sentori di frutta rossa, girando poi verso arguti effluvi di liquirizia, note balsamiche, persino anice e chiudendosi però dopo una trentina di minuti in un tostato caffettoso monocorde, come se l’ossigeno si fosse mangiato tutta la frutta lasciando vivo il legno in cui il vino si è poi elevato.
Il confronto con il Margaux firmato George Blance è stato alla fine una partità, qui note terrose di bietola e il solito peperone che andava e veniva alternando il rosso al verde. In bocca, però, mentre il francese presentava una morbidezza composta, collegiale, l’Aglianico ha rivelato ancora una volta la sua natura ribelle mettendo in evidenza una mineralità poco percebile al naso, tanta freschezza, buona struttura, un avvolgende abbraccio alcolico di cui non si poteva fare a meno pur essendo ben ammagliato con il resto.
Direi alla fine un gran bel rosso, capace di durare ancora a lungo, sincero e immediato come sempre sono questi aglianici conservati nel tempo, capaci di darsi sempre una nota distintiva piacevole e soprattutto tipica, di territorio. Penso che i vini di Marcella e Gerardo Giuratrabocchetti vadano conservato molto, ma molto, a lungo. Un vino di compagnia, al cibo anzitutto.
Assaggio del 15 gennaio 2007. Il Repertorio è il vino base di Gerardo e Marcella Giuratrabocchetti. La differenza con la Firma è molto semplice dal punto di vista del consumatore, mentre in questo caso il vino ha una sua compiutezza oltre la quale difficilmente può andare, il top wine aziendale ha sempre bisogno di qualche anno ancora per evolvere e liberare tutte le sue potenzialità. Per essere concreti, adesso si può iniziare a bere La Firma 2001. Il Repertorio 2002, nonostante l’annata veramente difficile da queste parti, tanto che in genere conviene passare direttamente alla 2003 se non alla 2004 di recente uscita, ha comunque una tonicità che sostiene la beva sin dal primo impatto olfattico, con note di marasca e amarena fresca molto marcate a cui fanno da sottofondo le spezie leggere tipiche del legno di secondo e terzo passaggio. In bocca l’ingresso è morbido, una caratteristica in genere che non appartiene all’Aglianico, poi subentra la giusta ma non eccessiva freschezza prima di un finale lungo, pulito, netto. In questo vino si rivela la mano ormai esperta di Luigi Moio che segue con dedizione l’azienda di Gerardo e Marcello ormai giunta ad un punto di svolta importante con la costruzione della nuova cantina appena fuori il paese. Berremo il Repertorio quando siamo in allegra compagnia, magari una tavolata pasquale, con i primi della tradizione napoletana e su qualche buon arrosto di podolica.r
Sede a Rionero in Vulture, via Roma, 159. Tel.0972 723689, fax 0972 725435. www.cantinedelnotaio.com Enologo: Luigi Moio. Ettari: 30 di proprietà. Bottiglie prodotte: 200.000. Vitigni: aglianico, moscato, malvasia


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