di Gennaro Miele
L’altitudine, nell’immaginazione delle persone, gioca illudendoci di costruire le storie del mondo che scorrono al di sotto di una vetta, ma è voltandosi che un panorama più vicino può suscitare fascino e suggestione, quello di vigneti posti a 600 metri di altitudine nella cornice dell’incantevole zona di Campodazzo nel bolzanese. Qui la tradizione dell’Alto Adige del mondo vinicolo ispira la Cantina Valle Isarco che quest’anno inserisce nella linea Aristos il primo vino a bacca rossa, un Pinot Noir Alto Adige DOC. Una porzione di territorio delimitata che permette la realizzazione di appena duemila bottiglie, un’esperienza anch’essa che ha il sapore della ricerca e dell’eleganza.
Quest’uva è sinonimo di nord, non del freddo ma bensì della sua essenza che s’esprime in un vino che si stende in verticalità nella componente aromatica e gustativa, grazie ad una lieve surmaturazione delle uve che non alterano l’eleganza intrinseca del vitigno. La degustazione rappresenta una fresca poetica già nell’impatto visivo in luminose trasparenze dove il rubino sfuma in sensazione di succo di melograno, il bouquet inizia con impressione di fragola e lampone, evolve in pompelmo, confettura di fichi, sentore di rosa bagnata al mattino, la spezia dapprima forte, pepe rosa in grani, diviene poi sottile e dolce, chiodi di garofano su cui le sensazioni si distendono. Il sorso è agile, la struttura è snella, il tannino è presente e delicato implementato nella morbidezza, fresco con un delicato frutto di bosco nel finale. È un vino da sorseggiare ad occhi chiusi per sentire il panorama in cui c’è la sua culla, dove anche le nuvole magari toccano le viti in attesa che il sole le scopra. È un vino ampio nella sua generosità aromatica, ricorda l’ampio respiro che dona il brano Paradise dei Coldplay. Buon Calice.
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Valutazione 4 calici
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Cantina Valle Isarco
Loc. Coste 50 – Chiusa (BZ)
www.kellerei-eisacktal.it
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